Musica Classica: Tre solisti per il "Triplo Concerto"
Nell’ambito del programma musicale che Cocooners presenta in collaborazione con l’Orchestra Sinfonica di Milano, sarà possibile ascoltare un programma esclusivo solo per tre imperdibili date.
Sul palco dell’Auditorium di Milano, saranno eseguite le seguenti composizioni: la Gran partita di Mozart e il Triplo Concerto di Beethoven , pezzo di straordinaria bellezza e di sintesi tra presente e passato, nel suo modo di trovare un “nuovo abito” a una composizione d’occasione e, per di più, concepita per più solisti.
Ecco il programma dettagliato dei concerti:
A. Mozart Serenata n. 10 in Si bemolle maggiore K 361 Gran Partita
L. Van Beethoven Triplo concerto per pianoforte, violino, violoncello e orchestra op. 56
Orchestra Sinfonica di Milano con tre solisti d’eccezione:
Claus Peter Flor Direttore
Francesca Dego Violino
Edgar Moreau Violoncello
Filippo Gorini Pianoforte
Ecco le date in calendario:
Giovedì 21 aprile ore 20.30
Venerdì 22 aprile ore 20.00
Domenica 24 aprile ore 16.00
I concerti si terranno presso l’Auditorium di Milano, in Largo Gustav Mahler.
Tutti gli iscritti a Cocooners potranno usufruire dei seguenti prezzi scontati:
platea: €27 anziché €36
galleria: €21 anziché €27
Per i gruppi di minimo 10 persone: €19
Per prenotazioni e informazioni si può scrivere a [email protected] indicando Cognome e nome, conferma di iscrizione a Cocooners, data di preferenza per ii concert, numero di biglietti richiesti e settore di preferenza.
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Quelli di giovedì 21, venerdì 22 e domenica 24 aprile, rispettivamente alle ore 20.30, alle ore 20 e alle ore 16, potrebbero essere definiti tre appuntamenti “concertanti” con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi all’Auditorium di Milano. Se nel Triplo concerto in Do maggiore per pianoforte, violino e violoncello op. 56 di Ludwig van Beethoven il compositore esplora le possibilità timbriche dei tre strumenti solisti rispetto all’orchestra (solisti che, in questo caso, sono nientemeno che Filippo Gorini al pianoforte, Francesca Dego al violino ed Edgar Moreau al violoncello), nella Gran Partita di Wolfgang Amadeus Mozart l’orchestra a fiati è trattata sostanzialmente come un gruppo da camera allargato, in cui i vari strumenti dialogano in dando luogo a dialoghi e botte e risposta tipici, appunto, della dimensione concertante.
E’ una contrapposizione ontologica di fondamentale importanza quella tra il singolo e l’insieme, tra individualismo e organicismo, dottrine filosofiche che pongono come fondamento della realtà, rispettivamente, l’individualità e la comunità.
Ma, potrebbe dirsi, è il Concerto romantico quello che contrappone con vigore il solista all’orchestra, l’individuo alla totalità, facendo emergere una narrazione musicale spesso fatta di contrasti, di rincorse, di botte e risposte, opponendo dialetticamente le due entità in maniera netta e inequivocabile.
Non è il caso del repertorio proposto nell’appuntamento intitolato Triplo Concerto. L’estetica e l’idea strutturale che stanno alla base della composizione di Beethoven, che pubblicò questo lavoro nel 1807 col titolo Grande concerto concertante, è appunto più quella della Sinfonia Concertante e del Concerto Grosso, suo illustre antenato. Forme in cui i solisti concorrono a un discorso musicale collettivo, in cui alcune individualità emergono nella narrazione, ma non sovrastano il “Tutti”. Ne consegue un lavoro in cui i tre solisti si scambiano il materiale melodico in un clima sereno che non lascia spazio alla dialettica, neppure tra tema principale e tema secondario, molto affini in questo caso sia dal punto di vista melodico che dal punto di vista ritmico, cosa assai rara in Beethoven. Un lavoro che Beethoven dedicò all’Arciduca Rodolfo, pianista poco più che dilettante, che affrontò la prima esecuzione assoluta, avvenuta a Vienna nell’estate del 1808: questo giustifica una parte pianistica non eccessivamente virtuosistica, che in quella sede fu affiancata al violoncello del famoso Anton Kraft, e al violino di Carl August Seidler.
Si sposa bene col Triplo Concerto la Serenata n. 10 in Si bemolle maggiore K 361 “Gran Partita” di Mozart, una composizione-chiave nel repertorio per orchestra a fiati. Composta, si crede, quasi su misura degli ottimi strumentisti a fiato dell’orchestra di corte del principe Karl Theodor del Palatinato, provenienti dalla mitica orchestra di Mannheim. Una pagina in cui la dimensione concertante lascia spazio alla ricerca timbrica, grazie alle combinazioni sempre diverse degli strumenti a fiato, non senza velleità virtuosistiche.
Ci bastino le parole di Johann Friedrich Schink, scrittore e drammaturgo coevo di Mozart, che assistette a un’esecuzione viennese della Gran Partita, nel 1784. Così si rivolge al clarinettista, il leggendario Anton Stadler: “Oggi ho sentito una musica per flati del signor Mozart (…). Meravigliosa, sublime! Era per tredici strumenti: quattro corni, due oboi, due fagotti, due clarinetti, due corni di bassetto (è la prima volta che Mozart li impiega nella sua produzione, ndr), un contrabbasso, e ad ogni strumento sedeva un maestro – e che effetto che fece! Meraviglioso e grandioso, eccellente e sublime!”. Una musica senza tempo, pietra di paragone perpetua per chiunque, nei secoli a venire, si vorrà confrontare con la scrittura per fiati.
A concertare questo conciliabolo musicale sarà il Maestro Claus Peter Flor, Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Tre solisti d’eccezione per il Triplo Concerto, tre giovani stelle nel firmamento del solismo italiano e internazionale: Francesca Dego, Filippo Gorini, Edgar Moreau. Tre strumentisti che rappresentano il distillato di una generazione musicale di grandissimo talento e di profonda intelligenza musicale.
In ottemperanza al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana del 23 luglio 2021, a partire dal 6 agosto 2021 per accedere in Auditorium è necessario presentare la propria Certificazione verde Covid-19 (green pass) associata a un documento di identità. Per ottenerla, oltre alla vaccinazione, è possibile sottoporsi a un tampone antigenico o molecolare secondo le modalità e tempistiche di legge. In mancanza della documentazione necessaria non sarà consentito l’accesso.
L’accesso all’Auditorium di Milano è permesso con la mascherina FFP2.
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