Anne-Sophie Mutter: passione per la vita
Fu il mito del podio dai capelli d’argento, Herbert von Karajan, a scoprirla nel 1976, quando lei aveva solo 13 anni (e lui 70) e a volere che suonasse il violino con lui e con i leggendari Berliner Philharmoniker, forse l’orchestra sinfonica più famosa (ed esigente) del mondo.
Così una ragazzina nata a Rheinfelden nella Germania dell’Est il 29 giugno 1963, in piena Guerra Fredda, divenne Anne-Sophie Mutter, la violinista più celebre, ammirata, reputata e conosciuta del nostro tempo.
Una vita vissuta intensamente
Oggi è una splendida donna di 57 anni con due figli, Richard e Arabella, avuti dal primo marito, Detlef Wunderlich e si definisce «una madre che lavora». Lui era era l’avvocato di Karajan, aveva quasi trent’anni più di lei, si sposarono nel 1989 e solo sei anni dopo lui morì di cancro a 59 anni. Dal secondo marito, il direttore e compositore André Previn, sposato nel 2003, divorziò tre anni dopo, dichiarando però: «siamo rimasti buoni amici» e ha continuato a suonare la sua musica, che amava e ammirava sino e oltre la scomparsa avvenuta nel 2019. Previn – cinque mogli tra cui Mia Farrow – aveva trentaquattro anni più di Anne-Sophie.
A un giornalista italiano del quale ha molta stima, Valerio Cappelli, che sulle pagine del Corriere della Sera, le chiedeva perché una donna avvenente come lei avesse avuto due mariti entrambi tanto più avanti di lei negli anni, diceva: «Prima di tutto, quando ho cominciato a fare concerti avevo 13 anni ed erano tutti più grandi di me. E poi l’età biologica non ha importanza, conta la personalità, quello che hai dentro».
Musicalmente ha fatto scelte importanti e impegnative, non si è mai accontentata. Vincitrice di quattro Grammy Awards, ha eseguito in tutto il mondo i più grandi Concerti per violino e orchestra, capolavori e caposaldi della storia della musica (Beethoven con cui debuttò insieme a Karajan, Brahms, Cajkovskij, Mozart,), ma anche tanta musica da camera, più intima e ricercata e molta musica contemporanea. Nella sua carriera i più importanti compositori del nostro tempo hanno scritto ben ventotto pezzi dedicati a lei: da Henri Dutilleux a Sofia
Gubaidulina, da Witold Lutoslawski all’ex marito “Sir” André Previn. Sino all’ultimo in ordine di tempo, John Williams, il leggendario autore delle musiche di Star Wars che ha trascritto per «la sua amica e collaboratrice violinista superstar» le sue mitiche colonna sonore. Portandole in tournée e in disco proprio nei primi mesi del 2020 pre-pandemia.
Anne-Sophie Mutter si definisce «un’ottimista e un’idealista» e con la Fondazione che porta il suo nome è impegnata da anni in cause che sposano la tutela dei diritti delle donne e delle minoranze e temi attenti all’accesso all’educazione e alla formazione dell’infanzia e alla politica ambientale e la cura del pianeta. Ultima “missione”, per lei che è stata colpita in prima persona dal Covid alla prima ondata del marzo scorso, il forte appello alla politica tedesca alla protezione e la messa in atto di provvedimenti a difesa dei tantissimi musicisti colpiti economicamente in modo drammatico dalla chiusura di teatri e sale da concerti e dalla conseguente cancellazione di spettacoli e recital (tema di strettissima attualità anche Italia, d’altronde).
In Germania, Anne-Sophie è un personaggio pubblico di grande autorevolezza. Da donna a donna, saprà farsi ascoltare dalla cancelliera Angela Merkel – che di musica classica è grande appassionata – anche senza il suo violino (anzi i suoi due Stradivari)?
Noi non ne dubitiamo.
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