LE SCHIACCIATE di LAURA TURUANI
Un saggio al femminile racconta come affrontare al meglio i 50 anni tra amore e lavoro, figli adolescenti e genitori anziani
In America le chiamano, in modo prosastico, “Generazione Sandwich”: sono quelle donne, nate tra il 1965 e il 1980, che si trovano ad affrontare il giro di boa dei cinquant’anni alle prese con fatiche provenienti da più ruoli svolti simultaneamente – quello materno accanto a quello femminile, coniugale, sociale, filiale e infine professionale- da cui rischiano di essere letteralmente schiacciate. Ed è proprio da quest’ultimo, calzante aggettivo che nasce il termine che Laura Turuani, psicologa e psicoterapeuta dell’Istituto Minotauro di Milano, ha utilizzato per identificare e raccontare quella costellazione femminile di cinquantenni e ultracinquantenni (che ha personalmente incontrato e ascoltato nel corso della sua attività professionale) e guidarle in un percorso cruciale della loro vita. Sono queste le premesse del suo saggio “Le schiacciate – Vivere i 50 anni a testa alta tra lavoro, figli adolescenti e genitori anziani” (edito da Solferino) in cui traccia una fotografia apparentemente impietosa, ma perfettamente calibrata, di un reale da addomesticare per garantirsi un secondo tempo dell’esistenza ricco di possibilità. E soprattutto lontano da quel senso di inadeguatezza da sempre compagno fedele delle protagoniste di questa avvincente indagine il cui obiettivo, tra i tanti, è proprio quello di fare chiarezza tra i diversi cambiamenti, psicofisici compresi, che le schiacciate devono affrontare e, soprattutto, imparare a non subire.
“Se è vero che a 50 anni tutto sembra sul punto di finire, è anche vero che dopo una vita vissuta di corsa ci si può consentire di rallentare e di usare l’esperienza accumulate per guardare in modo inedito passato, presente e futuro. sostenute da una maggiore consapevolezza, un’autostima finalmente (ri)trovata e il magico potere della sorellanza con altre donne, si può inaugurare l’inizio di una nuova avventura”.
Ma come fare a districarsi tra figli adolescenti, l’incombere della menopausa e i cambiamenti del corpo, le asperità del lavoro e i genitori anziani e, soprattutto, l’evoluzione della vita di coppia?
Il cambiamento come comune denominatore
I figli crescono e lasciano il nido vuoto mentre il corpo cambia avviandosi a un naturale quanto inevitabile declino; la coppia cerca nuovi equilibri mentre i genitori perdono sempre più autonomia. E sul lavoro aleggia un senso di stanchezza e di disincanto a cui si accompagnano bilanci personali spesso dolorosi. Il tutto è vissuto nel momento cruciale della menopausa, alla quale le schiacciate arrivano impreparate perché, ancorché fisiologico, questo rimane un argomento tabù. Laura Turuani, nelle pagine del suo saggio, si addentra in una felice disamina del cambiamento a tutto tondo, ricamando un breviario, sulla base delle testimonianze delle donne che ha incontrato nel corso della sua attività, capace di fare lo slalom tra potenziali crisi e soluzioni realistiche per poter gestire con tranquilla razionalità ogni difficoltà. E sono proprio i racconti riportati nel suo saggio a illuminare le inquietudini generazionali e, al contempo, le scoperte di un’età che merita di essere vissuta con consapevolezza, libertà e, soprattutto, autostima.
Madri e figli e compagne
Perché non bisogna dimenticare che le schiacciate si trovano, loro malgrado, al centro di un cortocircuito temporale in cui la presenza contemporanea di figli adolescenti e di genitori nel pieno della terza età richiede loro grandi energie per scongiurare il collasso, in primis emotivo. Innanzitutto, è utile modificare la percezione del loro tradizionale ruolo di madre: non più risolutivo e interventista, ma capace di fare un passo indietro pur garantendo la presenza ai figli e, magari, coinvolgendo in modo diverso il compagno. Allo stesso modo, si rende necessaria una modifica del loro essere figlie, partendo da una tolleranza che le schiacciate devono usare innanzitutto nei loro propri confronti comprendendo che non è processo facile e immediato imparare a prendersi cura di chi, prima, si è preso cura di loro. E gli uomini? Laura Turuani dedica un capitolo alle dinamiche del rapporto di coppia sottolineando come gli uomini che le schiacciate hanno accanto debbano essere informati della complessità del momento che le loro compagne stanno vivendo per poter così condividere le tappe che coinvolgono anche le stesse dinamiche sentimentali.
Invecchiare è un privilegio
Non è sbagliato affermare che i cinquant’anni siano realmente una conquista, che si accompagna a un senso di liberazione e di tranquillità in cui non si ha più voglia di dimostrare nulla. Di essere migliori come di essere multitasking, di essere sempre presenti anche e soprattutto sul lavoro. Non più conflitti e ansia di sgomitare, dunque, ma una sana voglia di migliorarsi e di arricchirsi che legittima il prendersi finalmente il tempo per sé e per la propria vita privata. In una parola, la realizzazione di un equilibrio tra le due sfere, quella professionale e quella umana, che non è più utopico ma diventa realtà, magari, perché no?, anche prendendosi il lusso di cambiare lavoro accogliendo finalmente quei sogni che prima non si aveva il coraggio di portare avanti.
L’unione fa la forza
La parola d’ordine -e la più salvifica – per le schiacciate è senza dubbio sorellanza. Perché le donne insieme non solo si sentono meno sole ma anche meno sbagliate. E la sorellanza, termine traslato dal movimento femminista degli anni ’60 e arrivato oggi a individuare una reciproca solidarietà tra donne, è fondamentale nel momento cruciale del cambiamento. Perché “la rete amicale e in particolare il gruppo monosessuale femminile, alimentano il confronto, sviluppano il senso critico, alleviano le fatiche, consentono di mantenere la lucidità e permettono di sentirci meno perse davanti alle sfide che ci attendono”.
Godere i 50 anni
Le schiacciate, a torto considerate invisibili al pari della Generazione X a cui appartengono per età anagrafica, hanno prodotto una rivoluzione silenziosa interpretando un ruolo non scritto, in un periodo delicato e complesso che hanno saputo vivere al meglio delle loro possibilità, facendosi loro stesse maestre e allieve. Il conoscere, il comprendere, l’accettare allontanandosi da giudizi frettolosi e usando, nei confronti di sé stesse, una decisa generosità, rallentando e godendo di quanto si è raggiunto e allontanando lo spettro dell’inadeguatezza, è il modo migliore per affrontare in prima persona un cambiamento inevitabile e godere finalmente di un tempo ritrovato.
E per sintetizzare tutta la bellezza di questa fase della vita, Laura Turani ha preso in prestito le parole che Irene Renei, nel suo fortunato blog “Donne che pensano”, ha utilizzato in un suo post e che noi di Cocooners, a nostra volta, condividiamo.
“A cinquant’anni non le sopporti più le costrizioni. Non sopporti il reggiseno troppo stretto, le cene obbligate con la cognata che controlla la polvere nei tuoi angoli, i tacchi alti sui sampietrini e i sorrisi di circostanza. A cinquant’anni non hai più voglia di dimostrare. Sei quella che sei, le cose che hai fatto e quelle che ancora vuoi fare. Se agli altri va bene, bene. Altrimenti è così lo stesso. A cinquant’anni non importa se hai avuto o non avuto figli. Sarai comunque madre: di tua madre, di tuo padre, di una zia rimasta sola, del tuo cane o di un gatto spelacchiato che hai raccolto per strada. E se tutto questo non ci sarà, sarai madre di te stessa. Perché con gli anni avrai imparato a prenderti cura di un corpo che finalmente ami, nel suo divenire sempre più imperfetto solo agli occhi degli altri. Che chi se ne importa se metà armadio ha la taglia sbagliata.
L’importante è che la schiena non scricchioli troppo quando ti alzi, che toccandoti il seno non si sentano palline e che le mestruazioni finalmente diventino un problema degli altri. A cinquant’anni hai voglia di libertà. Libera di dire di no, libera di stare in pigiama tutta la domenica, libera di sentirti bella per te e non per gli altri. Libera di camminare da sola: chi ti ama starà al tuo passo, degli altri chi se ne frega. Sarai libera di cantare a squarciagola in auto anche se al semaforo ti guardano male. Non avrai più registri di classe da controllare ne’ chat di mamme da sopportare. Avrai sogni come a vent’anni e chiederai tempo ad ogni dio per realizzarne ancora. Ti sarai spogliata per gli uomini che hai amato e delle insicurezze che ti facevano tremare. E ora, proprio ora che metà vita l’hai mangiata a bocconi grandi e di fretta, troverai la voglia di assaggiare piano tutto lo zucchero e il sale dei giorni davanti a te”.
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