Le migliori mostre di settembre a Milano, Roma, Torino e Napoli
Settembre, per le sue temperature miti, è il mese più adatto per un tour dei musei.
Ecco per voi una rassegna delle principali mostre da non perdere in questo mese a Milano, Roma, Torino e Napoli.
Incominciamo da Milano, che, dalle sale di Palazzo Reale all’hub della Fabbrica del Vapore, ai chiostri del Museo Diocesano offre una varietà di esperienza nel mondo dell’arte.
Valerio Adami a Palazzo Reale di Milano
Fino al 22 settembre 2024, al primo piano del Palazzo Reale di Milano, è ospitata una raccolta delle opere di Valerio Adami (1935), uno degli artisti italiani più interessanti del dopoguerra, insignito dei principali premi internazionali di pittura.
La mostra, visitabile gratuitamente, dal titolo Valerio Adami. Pittore di idee, con cinquanta disegni e oltre settanta tele di grande formato, ripercorre l’iter artistico del pittore dal 1957 al 2023.
Adami, partito dall’ espressionismo e da una pittura astratto – gestuale, è approdato alla pittura figurativa, avvicinandosi alla figuration narrative, un movimento soprattutto pittorico, nato in Francia all’inizio degli anni ’60, in opposizione all’astrazione ed all’arte informale che erano le tendenze dominanti in quegli anni.
Dalla Pop Art Adami ha ripreso la linea nera del disegno, i tratti decisi ed i colori vivaci, applicati su ampie e piatte campiture. Della tradizione classica, invece, ha recuperato i miti e le leggende. Per esempio nella famosa opera Enea fugge da Troia con il padre Anchise sulle spalle del 2009, ha ripreso il mito classico della pietas (la devozione nei confronti degli dei e dei genitori), reinterpretandolo con un nuovo linguaggio visivo.
Dietro all’apparente semplicità e leggibilità della pittura di Adami c’è una narrazione ben più profonda che si basa su concetti filosofici e letterari. Con le linee ed il colore l’artista esprime, infatti, il suo sapere e le sue idee, come si vede soprattutto nei disegni degli anni Ottanta che sono esposti in mostra.
Pittore di idee, Valerio Adami rappresenta l’artista intellettuale, capace di contaminare immagine e scrittura con le citazioni che campeggiano sulle tele. Di questa fase, che inizia negli anni Settanta e che prosegue anche oggi, sono presenti in mostra: L’ascensione (1984), Lohengrin (2009), Malinconia-temi e variazioni (2004).
Le famose fotografie di Robert Capa in mostra al Museo Diocesano di Milano
Un soldato striscia in acqua verso riva e dietro a lui si staglia nel mare una nave da guerra: è una foto che ha fatto il giro del mondo. Il suo autore è Robert Capa (1913- 1954), una leggenda ed uno dei padri del fotogiornalismo moderno.
Fu il solo fotoreporter che riuscì a sbarcare in Normandia con le truppe alleate il giorno del D-Day. Per dare a tutto il mondo un’idea degli orrori della guerra, insieme ai soldati anche Capa, armato della sua macchina Contax, strisciò sulla costa francese, mentre i proiettili facevano buchi nell’acqua tutt’intorno a me (come scrisse nelle sue memorie).
Quell’immagine, meglio di tante pagine, trasmette la drammaticità dell’evento ed il coraggio di chi ha voluto liberare l’Europa dal nazismo.
A Robert Capa è stata dedicata una retrospettiva, ospitata fino al 13-10-2024 al Museo Diocesano di Milano, dal titolo Robert Capa. L’opera 1932-1954.
Attraverso 9 sezioni tematiche, formate da 300 opere, la mostra segue l’iter della vita e della carriera di Capa, dalle sue prime immagini nel 1932 fino alla sua tragica morte nel 1954.
Fu uno dei più grandi fotografi di reportage, che con il suo sguardo e con il suo immenso coraggio ha immortalato le vicende di ben cinque conflitti: la guerra civile spagnola, la seconda guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israelina e la prima guerra d’Indocina.
La mostra di Milano ha, quindi, una triplice finalità: rendere omaggio all’impegno civile di Capa, mostrare l’eredità storica di un passato doloroso, che non dobbiamo dimenticare, ed evidenziare la sensibilità dell’artista nel cogliere l’umanità dei suoi soggetti.
“Small is Beautiful” sbarca per la prima volta in Italia, a Milano
Dopo il successo del fenomeno #MiniatureArt sui social network e nei musei di Parigi, Londra New York e Bruxelles Small is Beautiful arriva per la prima volta in Italia, alla Fabbrica del Vapore di Milano.
La mostra Small is Beautiful (Piccolo è bello), aperta fino al 19- 9-2024, attraverso le opere di 19 artisti internazionali, ha lo scopo di far conoscere l’arte in miniatura. Le opere d’arte, dalle dimensioni di pochi millimetri, hanno bisogno di lenti d’ingrandimento per essere osservate ed apprezzate.
E’ un’avventura unica che offre una prospettiva nuova sulla vita contemporanea, mettendo in discussione il nostro modus vivendi.
Quale messaggio sottintende quest’arte? E’ lo stesso titolo a spiegarlo. L’espressione Small is Beautiful, come ha ricordato il curatore della mostra, Serge Victoria, fu proposta da Kohr e utilizzata da Schumacher nel suo libro”Small is Beautiful: A Study of Economics as if People Mattered ( 1973), per promuovere un ritorno a una società proporzionata alla dimensione dell’essere umano, di fronte al gigantismo che è diventato la norma.
Effettivamente nella metà degli anni ’70 l’espressione Small is Beautiful divenne uno slogan contro il materialismo eccessivo e contro il cosiddetto “gigantismo industriale”, responsabile della produzione di massa.
“Passeggiate romane” al MAXXI di Roma
Per la prima volta allo spettacolare museo MAXXI di Roma, progettato da Zaha Hadid, viene esposto un mix di opere antiche, moderne e contemporanee, provenienti dalla Galleria Borghese, dalla Galleria Nazionale e dai Musei Capitolini. L’allestimento, curato dal Premio Oscar Dante Ferretti, ricostruisce una Roma fatta di contrasti, dove l’arte diventa una cosa sola con il luogo.
La mostra dal titolo, Passeggiate romane , che è stato ripreso dall’omonimo libro di Stendhal del 1829, rimarrà aperta fino al 10 Novembre 2024.
In effetti sono delle passeggiate, attraverso la città Eterna, che si si snodano tra reperti antichi, opere classiche, barocche e contemporanee in un continuo gioco di rimandi.
Per esempio, la scultura, L’officina solare n.2, (1965) di Ettore Colla anticipa un labirinto di mattoni che richiama le rovine romane. Oppure alla fine è stato collocato in una vetrina il quadro astratto di Achille Perilli, Rapporto sulla paura (1962), ed è stata allestita una piazza in cui si trovano i tavolini di un caffè. Insieme ad un’Apecar sono stati anche inseriti, oltre i cassonetti dell’immondizia, che riportano alla realtà contemporanea di Roma, la grande sfera di Luca Patella (1934 – 2023) e tre monumentali sculture in pietra di Lorenzo Guerrini (1914- 2002), collocati accanto ai resti di un tempio romano.
“Botero a Roma”
Botero a Roma è il titolo di una mostra diffusa, dedicata alle singolari produzioni dell’artista colombiano Fernando Botero (1932 – 2023).
Otto monumentali sculture, realizzate dall’artista tra gli anni novanta e i duemila, sono in mostra per la prima volta nelle principali piazze del centro storico della capitale.
Il percorso della mostra inizia dalla Terrazza del Pincio, uno dei principali punti panoramici, dove sono state collocate Donna distesa (2003) e Venere addormentata (1994) . Prosegue in piazza del Popolo, dove Adamo ed Eva appaiono come colonne vicine all’Obelisco Flaminio. Camminando poi lungo la via del Corso, ci si imbatte nel Cavallo con briglie del 2009, in piazza San Lorenzo in Lucina si può ammirare la scultura, Gatto(1999), in piazza San Silvestro Donna seduta (2000) ed infine Donna seduta del 1991 in piazza Mignanelli.
Queste sculture, come tutte le opere di Botero, sono caratterizzate dalleforme dilatate. A chi lo interrogava sul perché di una tale scelta l’artista rispondeva sempre di essere interessato al volume ed alla sensualità della forma.
La sensualità era intesa da Botero come espressione di piacere, un’ emozione che per lui derivava proprio dalla forma esuberante. L’ abbondanza, infatti, è stata collegata spesso alla positività ed all’esaltazione della vita. E’ un’opinione che permane soprattutto nelle popolazioni dell’America latina che associano la bellezza alle forme generose.
I protagonisti dell’espressionismo italiano in mostra a Roma
Una mostra interessante da non perdere, di cui abbiamo già parlato, ma che vogliamo ricordare per la sua rilevanza, è L’estetica della deformazione. Protagonisti dell’espressionismo italiano. L’importanza della mostra, ospitata dalla Galleria d’arte moderna di Roma , deriva dal fatto che è una testimonianza dell’espressionismo italiano.
Quando si parla di espressionismo europeo, si pensa, infatti, alla Germania ed alla Francia, dimenticando che anche l’Italia, sia pure con alcuni anni di ritardo, è stata influenzata da questo movimento.
Come abbiamo già detto, l’elemento caratterizzante del movimento è l’espressione dell’ interiorità dell’artista e la rappresentazione della realtà attraverso il filtro della propria soggettività.
Guercino a Torino
Spostiamoci a Torino, esattamente ai Musei Reali, dove, nelle Sale Chiablese, è in corso la grande mostra Guercino. Il mestiere del pittore, la cui apertura è stata prorogata fino al 15 settembre per il successo che ha riscosso.
E’ un evento di grande originalità che propone il tema del mestiere del pittore nel Seicento, esemplificato attraverso la figura di Giovanni Francesco Barbieri, noto con lo pseudonimo di Guercino (1591- 1666), uno dei maggiori esponenti della pittura barocca emiliana.
Attraverso la carriera dell’artista vengono evidenziati, infatti, l’organizzazione della bottega, le modalità di elaborazione delle opere e le richieste del mercato.
Il percorso espositivo parte dalla presentazione di Guercino e dalla sua formazione, per arrivare alla sua affermazione ed alle committenze. Tra queste un posto di rilievo assume la figura di Alessandro Ludovisi, prima arcivescovo di Bologna e poi dal 1621 papa Gregorio XV. Per lui e per il nipote Ludovico Guercino realizzò tra il 1617 e il 1618 quattro grandi tele, presenti nella mostra di Torino: Lot e le figlie, Susanna e i vecchioni, la Resurrezione di Tabita ed Il Ritorno del figliol prodigo.
Tre sezioni sono dedicate alle novità scientifiche relative alle rivoluzionarie teorie di Galileo, che affascinarono i committenti e lo stesso Guercino. Su richiesta dei Medici l’artista dipinse il famoso Atlante che regge il globo (1646).
Atlante che regge il globo, 1646, Museo Bardini, Firenze
L’opera Atlante che regge il globo raffigura Atlante che era stato condannato da Zeus a tenere sulle sue spalle il mondo, poiché si era opposto al suo potere.
Tra le opere esposte in mostra suscitano particolare interesse anche i capolavori barocchi per il loro dinamismo, gli scorci prospettici ed i forti contrasti chiaroscurali . Tra questi i più significative sono indubbiamente S. Guglielmo d’Aquitania (1620) ed il Cristo che appare alla Maddalena (1630).
Dopo la fase barocca, nel 1642, Guercino passò ad un ostile classico dal cromatismo raffinato, dalle composizioni semplificate e dai personaggi sereni.
“CHANGE! Ieri, oggi, domani. Il Po”: un’emozionante testimonianza a Torino
Fino al 13 gennaio 2025, a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino, è visitabile una mostra dal forte impatto scenografico ed emotivo, dal titolo CHANGE! Ieri, oggi, domani. Il Po.
Dopo un’ installazione che ci proietta in un paesaggio di dieci milioni di anni fa, nella seconda sezione della mostra si può osservare la natura ed il lavoro umano nell’area del bacino del Po. Acquerelli, acqueforti, olii e tempere di Jean Louis Daudet, Antonio Fontanesi, Carlo Pittara, Giuseppe Pietro Bagetti, Giuseppe Pellizza da Volpedo e di altri grandi artisti, insieme alle fotografie di maestri quali, per esempio, Vittorio Sella, Mario Gabinio, Riccardo Moncalvo, offrono immagini della vita quotidiana delle persone che vivono lungo il Po, insieme agli scorci dei paesaggi padani, visti attraverso i secoli.
Scopo della mostra è sensibilizzare sui temi del mutamento climatico e sulle conseguenze del cambiamento del Po, la cui penuria di acqua può mettere a rischio la sopravvivenza dello stesso mondo vegetale e animale.
Artemisia Gentileschi torna a Napoli
All’interno del complesso monumentale di Santa Chiara a Napoli è in corso la mostra, intitolata Artemisia Gentileschi. Un grande ritorno a Napoli dopo 400 anni, che sarà visibile fino al 19 gennaio 2025.
La mostra celebra il ritorno della Maddalena a Napoli, dove Artemisia Gentileschi la dipinse circa 400 anni fa, tra il 1630 e il 1635.
Questo capolavoro barocco, conservato prima in diverse collezioni private, circa un secolo fa entrò nella collezione Sursock di Beirut. Danneggiato nella tragica esplosione dell’agosto del 2020, dopo una minuziosa opera di restauro è tornato a Napoli.
La mostra offre la grande opportunità di approfondire l’opera e la vita di Artemisia Gentileschi (1593-1653), una delle più grandi pittrici del barocco italiano.
Artemisia è vissuta in un periodo in cui il ruolo della donna era marginale e la pittura, come la maggior parte delle attività, era destinata agli uomini. Sono facilmente comprensibili, quindi, le sue difficoltà, ma anche la sua determinazione nel perseguire nel suo intento di continuare a dipingere.
Purtroppo il suo nome per molto tempo è stato associato alle sue tragiche vicende, tra cui uno stupro, che l’ha resa una combattente contro i soprusi del maschio. La sua rabbia traspare da varie opere come, per esempio, Giuditta che decapita Oloferne.
Giuditta che decapita Oloferne, 1612-1613, Galleria degli Uffizi, Firenze
In questo quadro la scena è terribile, eppure non c’è niente di sadico. C’è impassibilità e freddezza e ciò può solo far immaginare lo stato d’animo e le conseguenze psicologiche dell’artista per la violenza subita.
È un’opera che evidenzia in pieno le capacità artistiche di Artemisia Gentileschi. Rispetto ad altri quadri dello stesso soggetto, pensiamo, per esempio, alla Maddalena di Caravaggio, che appare avvilita ed abbattuta , la Maddalena di Gentileschi mostra un senso di calma e di armonia, tipico di colei che ha ormai superato il dubbio ed è convinta della sua decisione: rinunciare ai piaceri mondani (simboleggiati da una collana di perle), per una nuova vita, sorretta dalla fede.
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