7 libri da leggere ad agosto
Letture da (a)mare per accompagnare la pausa estiva
Il libro è il migliore amico dell’uomo, sosteneva Groucho Marx. E la compagnia perfetta per l’estate, verrebbe da aggiungere, dal momento che, come ricorda anche la scienza, la lettura stimola il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore collegato al piacere e al benessere. E non solo. Perché unire il relax sotto l’ombrellone a pagine accattivanti di romanzi e di saggi per amplificarne i benefici è il segreto di una vacanza comme il faut. Ma come scegliere il libro con cui trascorrere i giorni di agosto? Vale tutto! Pagine di misteri oppure ricche di ironia, ricordi filtrati dal passare del tempo, saghe familiari o la malia di un’isola paradisiaca insieme a un luogo che del paradiso porta proprio il nome… ecco servita la selezione di Cocooners! Perché leggere è sempre una buona idea. Ma d’estate anche di più.
LA DONNA CHE FUGGE di ALICIA GIMÉNEZ-BARTLETT (Sellerio)
Sempre più arrabbiata e ribelle che mai -ma non per questo meno decisa a risolvere i casi bizzarri che scuotono la sua già complicata vita familiare – è l’ispettrice Petra Delicado che, con il suo vice Fermin Garzon, forma una delle coppie più amate (e imitate) della letteratura in giallo. Questa volta sarà l’omicidio di un ambulante di street food, accoltellato dentro il suo furgone, a concentrare l’attenzione dei due poliziotti che si troveranno a seguire i passi di una misteriosa donna francese legata alla vittima e a confrontarsi con le rivalità interne alle forze dell’ordine, quasi un riflesso di un mondo sempre più complesso. Dove anche l’amore, tra i vicoli di Barcellona, sembrerà costretto a farsi da parte.
OPHÉLIE SI VENDICA di MICHEL BUSSI (edizioni e/o)
È un viaggio ossessivo quello che conduce alla ricerca della verità. Lo sa bene Ophélie che, rimasta orfana di madre ancora bambina in circostanze poco chiare che hanno portato alla condanna del padre, inizia una caccia al colpevole scandita dagli anni che la vedono crescere. Cullata dall’odio che coltiva in maniera certosina, a tratti condiviso con gli amici, più spesso solitario, ma sempre, precisamente registrato dalle pagine di un racconto che pare un diario e, al contempo, una riflessione sul valore dell’amicizia e sul senso di giustizia. Facendo lo slalom tra piani spazio-temporali volutamente ambigui sotto l’ombra di una Normandia nella quale non mancano tensioni sociali, il romanzo sfuma i suoi contorni di giallo diventando, per il lettore, quasi una gara di solidarietà con la protagonista, in mezzo a piste false e a indizi sospesi.
A TE VICINO COSÌ DOLCE di SERENA BORTONE (Rizzoli)
“Un giorno tornai da scuola e tentai il suicidio. Avevo 15 anni”. Un incipit di poche, potenti parole smorzate solo dalle note di “I like Chopin” che risuonano nella testa della giovane aspirante suicida che si prepara a raccontare la sua adolescenza, nel cuore degli anni ‘80, e la sua ansia di diventare adulta. Un romanzo di formazione come tanti, certo, ma che maneggia alla perfezione temi quali l’amore, l’amicizia, la costruzione del sé affrontando un interrogativo doloroso come la transizione, non solo verso l’età matura ma anche verso un nuovo genere. Tre appendici diverse, tre storie che si specchiano l’una nell’altra e hanno come sfondo la Roma chiassosa e borghese, la scuola e la fascinazione per Londra, la culla di sentimenti buoni la cui purezza rischia di diventare un’illusione fagocitata da bruschi ritorni alla realtà.
PARADISO di MICHELE MASNERI (Adelphi)
Nulla accade per caso al giovane giornalista milanese di un’improbabile testata che, in un’estate rovente, viene mandato a Roma a intervistare un celebre quanto sfuggente regista. La capacità di celebrare vizi e idiosincrasie del genio italico è una peculiarità dell’autore di questo romanzo che si legge come la peregrinazione verso la terra promessa, il Paradiso appunto, e che diventa poi un girotondo balordo in un purgatorio di vizi e virtù che nascono da chiacchierati luoghi comuni. Roma e i romani, cinema e giornalismo, un circo spassoso che trascina il protagonista a dimenticarsi per immergersi in pagine ricche di umanità e di Grande Bellezza. Sorrentinamente parlando, ovviamente.
L’ISOLA CHE MI AMAVA di STEFANIA APHEL BARZINI (Ponte alle Grazie)
Prendere e partire, destinazione Alicudi, è l’unica cosa che viene voglia di fare una volta terminata la lettura di quella che è, a tutti gli effetti, una dichiarazione d’amore scritta a uso e consumo della più piccola e inospitale isola delle Eolie, in cui manca tutto tranne la fusione con la natura più autentica. L’autrice racconta la storia del suo legame con una terra pietrosa e selvatica, sospesa tra il blu cobalto del Mediterraneo e quello del suo cielo infinito, in cui la fatica del vivere quotidiano equivale a riappropriarsi di una dimensione vera e pulsante del sé, che consola e fa crescere, acuendo i sensi e mostrando il semplice miracolo della vita e della libertà del vivere.
DOMANI, DOMANI di FRANCESCA GIANNONE (Editrice Nord)
Lorenzo e Agnese hanno perso tutto dopo che il padre ha venduto il saponificio di famiglia spezzando i sogni dei due fratelli che, fino a quel momento, avevano sempre avuto come obiettivo quello di continuare il mestiere del nonno restando uniti tra il profumo del talco e quello della lavanda. Ma la realtà ha tutt’altro odore nel Salento del 1959 quando Lorenzo sceglie di trasferirsi a Lecce per dedicarsi alla galleria d’arte dello zio mentre la sorella rimane al paese insistendo nel coltivare i suoi sogni odorosi in una fabbrica che sa, prima o poi si riprenderà. Nel mezzo ci sono amori e incontri fortuiti, c’è l’eco di una realtà diversa che si sta affacciando nella vita di chi ha sempre ristretto i confini della sua esistenza a una dimensione privata in cui però arriva la voce di una nuova Italia e di un futuro che è nuovamente tutto da scrivere. Dalla stessa autrice de “La Portalettere”, il romanzo rivelazione dello scorso anno.
LA VITA PROFONDA di MARTINA FAEDDA (Nottetempo)
Il passaggio all’età adulta e il dolore sordo e scarnificante sono due forze centripete che combattono, per sottrazione, nell’esistenza magra di Olivia, adolescente con due padri, provata da un dramma che ne piaga i passi e la mente fino a farla deflagrare. È sempre uno scontro binario quello che la mette al centro quando anche la malattia di Vittorio, figura paterna acquisita, la convince che solo riducendosi all’osso potrà piegare il destino e salvarlo. Immolarsi per la salvezza altrui in un gioco al massacro folle che trascina Olivia – e il lettore- in un saliscendi emotivo dove la posta in palio è molto più che la salvezza. Dove tutto deve essere smembrato, tagliuzzato, eroso prima di arrivare alla dolorosa essenza che, nonostante tutto, continua a fluire. Esattamente come il dolore. Ecco che la fame, in ogni sua forma, conduce al cambiamento con potente consapevolezza, divorando le paure, rimettendo, in ordine, le priorità. Un esordio che è una bomba.
Buon agosto…e buone letture a tutti!
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