L’Area Schengen: cos'è e quali paesi ne fanno parte ad oggi 2024
L’Area Schengen è un’importante conquista per la libertà di movimento delle persone in Europa: scopriamo quali sono i paesi che hanno aderito alla stessa e quali sono i vantaggi che offre.
Che cos’è l’Area Schengen?
Quando parliamo di «Area Schengen» ci riferiamo ad uno spazio all’interno del quale possiamo muoverci senza che siano previsti dei controlli doganali tra le frontiere interne. L’accordo che ha dato vita a questa vera e propria rivoluzione è quasi prossimo a compiere quarant’anni: il documento venne sottoscritto nel giugno del 1985 nella cittadina lussemburghese che diede il nome a questa area di libera circolazione. Nel tempo, l’accordo di Schengen ha conosciuto diversi sviluppi, con la definizione di aspetti tecnici ed organizzativi per permetterne l’attuazione. Anche l’elenco di nazioni che hanno deciso di aderire è cresciuto nel corso degli anni, portando all’ampliamento del territorio entro il quale si può viaggiare in modo più libero.
Quali paesi fanno parte dell’area Schengen nel 2024?
Nel 1985, i primi paesi che decisero di sottoscrivere l’accordo furono il Belgio, la Francia, la Germania, il Lussemburgo e l’Olanda. Il nostro paese firmò l’accordo invece nel 1990 (anno in cui venne sancita la convenzione di attuazione).
Ad oggi, queste sono le nazioni che hanno aderito all’area Schengen:
- Austria (1995)
- Belgio (1985)
- Croazia (2013)
- Danimarca (1996)
- Estonia (2003)
- Finlandia (1996)
- Francia (1985)
- Germania (1985)
- Grecia (1992)
- Islanda (1996)
- Italia (1990)
- Lettonia (2003)
- Liechtenstein (2008)
- Lituania (2003)
- Lussemburgo (1985)
- Malta (2003)
- Norvegia (1996)
- Olanda (1985)
- Polonia (2003)
- Portogallo (1991)
- Repubblica Ceca (2003)
- Slovacchia (2003)
- Slovenia (2003)
- Svizzera (2004)
- Ungheria (2003)
A questi si aggiungono, per quanto riguarda le frontiere di mare e porti, la Romania e Bulgaria (2023). La Città del Vaticano, San Marino e Monaco, pur non essendo membri, non effettuano controlli alle frontiere verso lo spazio Schengen.
L’area Schengen e il vantaggio di viaggiare liberamente
L’Area Schengen ci permette quindi di spostarci senza particolari problemi tra tutte le nazioni che abbiamo visto qui sopra, data sostanzialmente l’assenza di frontiere interne. Solo in casi eccezionali, infatti, gli stati possono riattivare i controlli alle dogane interne.
Ciò significa che possiamo spostarci senza perdere tempo durante il transito alle frontiere interne, a prescindere dal fatto che ci troviamo in aeroporto, su un’autostrada, una statale, un sentiero, in mare, su un lago, fiume o altro luogo dove vi sia la libera circolazione delle persone.
Le frontiere esterne continuano invece ad essere presidiate e, in tanti casi, per accedere allo spazio Schengen può essere necessario un apposito visto. Lo stesso accade quando, dall’interno dell’area di libera circolazione, viaggiamo verso i cosiddetti paesi terzi.
Esistono però delle eccezioni in questo senso: stiamo parlando di quei paesi che ci permettono, in quanto cittadini europei, di viaggiare senza dover richiedere un visto. Grazie al fatto che proveniamo dallo spazio Schengen, ad esempio, possiamo concederci una vacanza in Albania senza appunto dover ottenere un visto.
L’elenco di paesi che prevedono delle esenzioni dalla richiesta del visto per chi proviene dallo spazio Schengen è ovviamente in continua evoluzione. Tra le altre nazioni che accordano questa eccezione possiamo ad esempio citare la Serbia.
L’area Schengen: libertà, ma anche cooperazione per la sicurezza
Se da una parte è vero che all’interno dell’area Schengen possiamo spostarci senza i controlli interni, dall’altra, questo accordo ha comunque portato all’introduzione di una serie di disposizioni ad hoc per gestire meglio gli aspetti che riguardano la sicurezza.
Oltre ai già citati visti, l’accordo ha portato con sé anche la collaborazione tra le forze di polizia di diversi paesi. Ciò significa che, ad esempio, vengono istituite anche pattuglie miste, con agenti che appartengono alle rispettive polizie nazionali.
Per il futuro, l’accordo di Schengen dovrebbe anche fungere da linea guida per la gestione di eventuali ripristini di controlli doganali in caso di situazioni straordinarie, come quella che abbiamo vissuto durante la pandemia Covid-19.
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