Le 10 malattie estive più comuni
L’agognata estate è per molti, soprattutto per chi è già in pensione, un’ulteriore occasione di trascorrere del tempo, anche lungo, in viaggio, magari con quegli amici che, durante l’anno, sono ancora impegnati con il lavoro. Tutti noi associamo alla stagione estiva dei pensieri felici ma, pur senza voler rovinare ad alcuno di voi questo stato di benessere che inizia ben prima che la vacanza, è buona regola sapere che in estate non bisogna abbassare troppo la guardia in tema malattie.
Per chi non lo sapesse, infatti, esistono almeno una decina di disturbi/malattie tipicamente estive tanto da essere riunite sotto la specifica categoria delle 10 malattie estive più comuni. Niente paura, però, perché con un po’ di buon senso e le sufficienti accortezze si può evitare di andare incontro a tali disturbi. Nello sfortunato caso, invece, che una di queste fastidiose malattie ci colpisca ecco qui di seguito anche qualche suggerimento su come comportarsi per venirne fuori al più presto.
1. Il colpo di sole e il colpo di calore
Lo dice la parola stessa, il colpo di sole è associato all’esposizione diretta ai raggi solari. Si manifesta con febbre sopra i 38 gradi e in genere è provocato da una scottatura. Ormai tutti dovrebbero sapere che ci sono delle precise regole da seguire se si vuole prendere il sole in sicurezza. In più, soprattutto se non si è più giovanissimi, i rischi sono maggiori perché i capillari sono più fragili e la pelle è più sottile. È buona norma quindi non esporsi direttamente al sole nelle ore di maggior irradiazione solare ovvero dalle 12 alle 16.
Attenzione poi perché anche se rimaniamo sotto l’ombrellone o all’ombra, i raggi solari, seppur con minor intensità, filtrano lo stesso. Occorre quindi provvedere per tempo a proteggere la pelle con fattore di protezione solare sempre superiore a 30 e seguendo i criteri indicati in base al nostro fenotipo ovvero se la pelle
Il colpo di calore, invece, può verificarsi in quelle giornate o in quei climi a cui non siamo abituati dove la temperatura esterna è molto alta e il corpo non riesce a disperdere calore a sufficienza. È molto comune che il colpo di calore si verifichi come conseguenza di un colpo di sole.
Gli over 60 e gli anziani in genere sono predisposti ai colpi di calore per tre motivi principali:
- 1) hanno una minor capacità di disperdere il caloreperché andando in là con gli anni diminuisce la vascolarizzazione delle papille dermiche e il numero di ghiandole sudoripare con conseguente minor efficacia del meccanismo di termoregolazione;
- 2) sono spesso affetti da patologie croniche che interferiscono con la termoregolazione, quali obesità, diabete, malattie cardiovascolari, neurologiche o psichiatriche;
- 3) assumonofarmaci che, anch’essi, possono interferire con la termoregolazione (diuretici, antipertensivi, sedativi e anticolinergici).
Va poi aggiunto che negli anziani anche quando sono disidratati manca lo stimolo della sete. Ecco perché risulta di fondamentale importanza che i familiari li invitino a bere. Quando il tasso di umidità ambientale supera il 75% infatti anche la sudorazione non è sufficiente disperdere il calore corporeo, la temperatura del corpo si alza e il rischio di colpo di calore diventa serio.
Per scongiurarli è importante evitare l’esposizione prolungata al sole, soprattutto nelle ore più calde e in assenza di un’adeguata protezione sul capo. Tra i sintomi: febbre, cefalea, nausea, irritabilità, confusione mentale, e, nei casi più gravi, perdita di coscienza e collasso cardio-circolatorio.
2. Le infezioni della pelle: l’impetigine
L’infezione batterica che può svilupparsi più comunemente in estate è l’impetigine. È molto contagiosa e solitamente interessa i bambini sotto i 10 anni di età, ma può colpire anche gli adulti.
Il rischio di prenderla si moltiplica quando la sabbia o l’acqua del mare sono sporche e se caldo e umidità sono molto intensi.
L’infezione provoca vescicole o bolle che spariscono in 4-8 giorni. Nelle forme più lievi è sufficiente un trattamento locale con antisettici e antibiotici topici da applicare 2-3 volte al giorno per almeno una settimana dopo la scomparsa delle lesioni.
3. La micosi cutanea da piscina
La micosi cutanea delle dita di piedi e mani è un’infezione dalla contagiosità piuttosto alta favorita dal contatto diretto e dalla frequentazione di luoghi pubblici affollati oltre che dallo scarso rispetto di buone norme igieniche. Si manifesta con chiazze eritemato-squamose, spesso pruriginose e molto fastidiose, localizzate soprattutto sotto la pianta dei piedi o sui palmi delle mani e tra le dita.
Le persone di una certa età, così come i bambini, che hanno le difese immunitarie mediamente più basse, sono tra i soggetti più a rischio.
Il trattamento è locale e prevede l’uso di creme a base di sostanze antimicotiche da applicare due volte al giorno per almeno due settimane.
La prevenzione rappresenta l’arma migliore per non incorrere in questo fastidioso disturbo. Per esempio una cosa da fare è indossare le ciabatte di plastica subito a bordo piscina, nella doccia e negli spogliatoi. Inoltre, teli, asciugamani e spazzole devono essere personali.
4. L’allergia da punture di insetto
Le punture di api e vespe causano reazioni diverse che vanno da una semplice eruzione a, nei casi più gravi, shock anafilattico che, sebbene evento raro, può mettere in serio pericolo di vita.
Altre punture, come quelle delle zanzare, non vanno assolutamente sottovalutate e si possono evitare con semplici norme di comportamento, ovvero non uscendo al tramonto, indossando abiti coprenti braccia e gambe, e proteggendosi con zanzariere e repellenti.
Le reazioni note dopo una puntura d’insetto sono: arrossamento, gonfiore nella zona della puntura, fastidio o dolore che si risolvono in 5-10 giorni. Nei casi più seri può anche salire la febbre e si può avvertire uno stato di malessere generale. Di solito basta intervenire con una pomata antistaminica e, nel caso di febbre e fastidio acuto, un normale antifebbrile.
Se si soffre di allergia, magari senza saperlo, la situazione può aggravarsi e si può incorrere in problemi cardiovascolari, disturbi respiratori e, più raramente, problemi gastroenterici. In questi casi è fondamentale rivolgersi subito al pronto soccorso e non ricorrere mai al fai-da-te.
5. Le punture di meduse e di tracine
Le punture da medusa causano un dolore bruciante molto fastidioso e un prurito intenso. Sulla pelle compare un eritema e a volte delle bolle. Dopo una puntura di medusa intervenire disinfettando con acqua di mare e poi con bicarbonato, medicando la parte colpita con un gel a base di cloruro d’alluminio.
Le punture da tracina sono responsabili di un dolore intenso che può durare alcune ore e il punto di inoculazione del veleno è arrossato e gonfio.
Nel caso di puntura da tracina, un pesce che si trova sotto la sabbia vicino alla riva, mettete subito il piede sotto la sabbia calda o tamponate con acqua bollente.
Ecco, invece, che cosa non dovete fare:
- non usare ammoniaca, limone, aceto, o alcol dove si è stati punti;
- non strofinare o grattare perché si rischia di mettere in circolo le tossine rilasciate;
- non provare a rimuovere eventuali frammenti di tentacoli: la lacerazione di tessuti provocherebbe la fuoriuscita di tossine;
- non disinfettare con acqua dolce, troppo fredda o ghiaccio.
6. L’epatite A
L’epatite A si trasmette per via oro-fecale e di norma si prende mangiando frutti di mare cotti in maniera non adeguata. Può essere asintomatica o manifestarsi con diarrea e nausea.
Chi ne è colpito elimina il virus con le feci soprattutto nelle prime due settimane, rendendo possibili i contagi ed eventuali piccole epidemie.
7. La gastroenterite
La gastroenterite che colpisce in estate è in genere di origine infettiva ed è dovuta a diversi tipi di virus. La conseguenza seria è una grave disidratazione.
Come giocare d’anticipo? Innanzitutto lavando bene tutte le posate e le stoviglie che sono state a contatto con la carne cruna ed evitare rigorosamente di usarle per la carne cotta.
Procedere poi a cuocere bene la carne di modo che all’interno raggiunga una temperatura di almeno 70°C.
8. La diarrea del viaggiatore
La diarrea del viaggiatore è così chiamata perché è tipica dei turisti che viaggiano in Paesi dove si mangiano cibi molto diversi dai nostri, dove non sempre l’acqua è potabile e dove spesso le più comuni norme igieniche non vengono rispettate. Può essere causata dall’Escherichia coli e anche da alcuni parassiti che si trovano soprattutto nelle mete esotiche, ovvero Africa, Asia, e America Latina, America Centrale e Medio Oriente.
Va prestata particolare attenzione alla diarrea negli anziani perché nel complesso può portare a un aumento di mortalità fino al 35%. Il motivo è che le persone in là con gli anni sopportano meno la disidratazione e la conseguente diminuzione del volume di sangue circolante.
9. Lo stafilococco
Lo Staphyloccus aureus è responsabile di alcune intossicazioni alimentari. Le crostate, la pasticceria ripiena di crema, latte, carne lavorata e pesci sono un ottimo terreno di coltura di questo batterio e delle sue tossine. I sintomi sono: diarrea, vomito e dolori addominali. Raramente è presente febbre.
Per combattere queste malattie gastrointestinali va compensata la perdita di liquidi bevendo molta acqua rigorosamente in bottiglia evitando bibite ad alto contenuto di zucchero che possono aggravare la diarrea.
Non è consigliato smettere del tutto di mangiare. È preferibile, piuttosto, mangiare leggero, con pasti piccoli e frazionati. In generale, quando si viaggia in zone con scarse condizioni igieniche, è fondamentale bere solo acqua in bottiglia, non consumare verdure crude e frutta sbucciata ed evitare sempre il ghiaccio. Inoltre, se non si è certi della provenienza della carne, cuocerla bene; evitare possibili cibi contaminati come molluschi e mitili crudi; non condividere tovaglioli, bicchieri, posate e stoviglie; lavare sempre le mani con acqua e sapone o un disinfettante a base di clorexidina.
10. La salmonella
La salmonella è un batterio endemico in alcuni Paesi, soprattutto in Asia. Il veicolo principale di trasmissione è rappresentato da uova e pollame e, raramente, da altri cibi come frutta, verdura e cereali oppure da acqua contaminati da animali infetti. Chi soggiorna in queste aree e viene contaminato può incorrere in disturbi gastrointestinali e febbre.
In genere si risolve con soluzioni orali reidratanti, il ricorso a fermenti lattici e probiotici.
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