Meditare a 60 anni: un obiettivo possibile?
È scientificamente provato che la meditazione a 60 anni e anche per altre classi di età ha i suoi effetti benefici sulla mente e sul corpo.
Ha, infatti, il pregio di aumentare l’auto consapevolezza e la coscienza di un valore inalienabile come la libertà, non soltanto intesa in senso fisico.
Si è liberi di spaziare con i pensieri, con la fantasia, con la creatività, arrivando all’essenza del proprio essere e raggiungendo uno stato psicofisico ottimale.
La meditazione, insomma, crea uno stato di armonia prima con se stessi e quindi con l’ambiente circostante.
Questo benessere si trasmette in modo inconsapevole alle persone con cui si entra in contatto e riesce a creare intorno a se stessi una sorta di aurea positiva.
Ci sono diversi tipi di meditazione che abbracciano diverse filosofie e religioni e l’aspetto comune è quello di portare benefici per vivere meglio.
Meditare a 60 anni significa affrontare le sfide di questa stagione della vita in modo propositivo e con una maggiore voglia di progettare qualcosa che possa dare soddisfazione anche alle persone che vivono vicine.
Per chi è alle prime armi e vuole sapere come cominciare a meditare, di seguito troverà interessanti suggerimenti.
Comprendere a fondo la realtà intorno è uno degli obiettivi di questo esercizio della mente che sarà più capace di concentrazione, introspezione, esperienza di sé e capacità di immergersi totalmente nel momento che si sta vivendo.
Come si pratica la meditazione a 60 anni
Cominciare a praticare la meditazione a 60 anni ha il vantaggio di ravvivare la mente e questo è comprovato da alcuni studi che attestano come il cervello reagisce positivamente diminuendo la perdita di peso (il 5% circa ogni 10 anni già a partire dai 30 anni), rispetto a chi non lo fa.
Per il cervello la meditazione quindi si può paragonare a quello che lo sport rappresenta per il corpo: lo aiuta a mantenersi in forma.
Per chi non ne ha mai fatto esperienza la domanda è come iniziare a fare meditazione a 60 anni?
La risposta a questa domanda si trova in parte sulla definizione di meditazione che riguarda la capacità di concentrarsi su qualcosa qui e ora.
Può trattarsi di pensieri, immagini o semplicemente oggetti che abbiano un valore spirituale, filosofico o religioso.
Non è detto che non si possa meditare a 60 anni anche solo per migliorare l’equilibrio tra mente e corpo.
Come accennato le tecniche di meditazione sono innumerevoli, ma per cominciare si può praticare quella più semplice e facile da intraprendere detta “mindfulness“.
La prima cosa da fare è individuare la giusta posizione, cioè scegliere se stare seduti su una sedia o direttamente sul pavimento. In quest’ultimo caso è utile assumere la classica posizione a “fiore di loto” o mezzo loto, cioè con le gambe incrociate e “incastrate” sulle cosce.
In ogni caso bisogna trovare una posizione comoda, socchiudere gli occhi e scegliere una frase da ripetere e che abbia un senso positivo. Si tratta del cosiddetto “mantra” cioè una sorta di “motto” che si può personalizzare in modo da sentirla propria.
Bisogna quindi concentrarsi sulla respirazione e sul suo ritmo. Le prime volte ci sarà qualche difficoltà ma con una pratica a cadenza regolare diventerà del tutto naturale.
Chi ha esperienza riesce a entrare in meditazione anche nei momenti più disparati in modo da focalizzare e, appunto, concentrarsi su un problema da risolvere o una questione da affrontare, in modo da isolare i pensieri e aumentare le proprie capacità intellettive.
Questo e altro si può fare con la meditazione a 60 anni.
Naturalmente il silenzio oppure una musica rilassante, essenze e possono aiutare la concentrazione.
Infine, per chi volesse fare le prime esperienze in tal senso si trovano delle meditazioni guidate molto interessanti online che possono favorire l’introduzione a questa pratica.
Meditare a 60 anni: i benefici
Meditare a 60 anni ha senza dubbio molti benefici, a partire dal miglioramento delle capacità mnemoniche grazie alla concentrazione.
Non si può negare che la vita frenetica di oggi, qualche acciacco e gli impegni quotidiani possano penalizzare la memoria, che invece ritrovano nuovo slancio proprio grazie alla pratica meditativa.
Esercitarsi nella focalizzazione di qualcosa è un buon coadiuvante per ricordare quello che di solito sfugge, in quanto la capacità di osservare in modo distaccato eventi o pensieri paradossalmente può far comprendere al meglio la realtà intorno.
C’è poi un aspetto scientificamente provato che è il mantenimento della quantità di materia grigia che migliora le prestazioni intellettive. Questo beneficio della meditazione può aprire le porte a un rinnovato apprendimento di nozioni che solitamente vengono trascurate, come quello di imparare un nuovo hobby, riprendere a studiare, dedicarsi alla recitazione o godere semplicemente di un proficuo benessere della mente.
Oltre a questo i benefici della meditazione a 60 anni sono anche di tipo strettamente fisico.
La necessità di assumere una postura corretta e che favorisca la concentrazione permette di fare una sorta di ginnastica dolce, non ultimo un leggero stretching degli arti inferiori.
Questo permette di esercitare le articolazioni diminuendo infiammazioni e stati dolorosi spesso correlati a una certa sedentarietà, magari perché si è già in pensione.
Fare meditazione a 60 anni è anche un modo per favorire la risposta del sistema immunitario, che a fronte di una riduzione del cortisolo che è l’ormone dello stress, favorisce una maggiore produzione di anticorpi.
A questo si aggiunge un miglioramento della pressione sanguigna per chi è iperteso e una qualità del sonno ottimale, in quanto viene favorito il rilassamento.
In genere a questa età le ore di riposo notturno si riducono, motivo per il quale spesso durante il giorno ci può essere stanchezza, sonnolenza, capogiri o distrazioni.
Con la meditazione si può ovviare a questo problema senza assumere farmaci o integratori per riposare.
La concentrazione sulla respirazione aiuta anche a regolarizzare gli stessi atti respiratori dando la giusta cadenza, specie per i soggetti con problemi polmonari, di asma o simili.
L’elenco dei benefici potrebbe anche continuare ma è certo che la meditazione non arreca alcun danno, al contrario migliora la qualità della vita e può essere praticata ovunque e in qualsiasi momento della giornata.
Meditazione a 60 anni: quale scegliere
Si è già detto che i tipi di meditazione sono innumerevoli e questo va a tutto vantaggio dei sessantenni che possono scegliere quelle che maggiormente soddisfa le più diverse esigenze.
In linea di massima si dovrebbe meditare almeno 2 volte al giorno, mattina e sera per circa 20 minuti.
E’ utile sapere, tuttavia, che non c’è una regola a questo riguardo e che ognuno può avere i propri ritmi e scegliere quando e come farlo, senza alcuna costrizione o imposizione di orari predeterminati.
Altro discorso sono invece le modalità di esecuzione che vanno rispettate a seconda di quale pratica meditativa si vuole scegliere.
Per comprendere meglio cosa si intende per meditare, si può affermare che anche la preghiera cristiana è una meditazione dove l’attenzione è focalizzata verso Dio.
A proposito di religioni, questa pratica è soprattutto diffusa nell’induismo e nel buddhismo cinese da millenni, per cui i cultori anche occidentali tendono a preferire quella Zen, nota con il nome di Bodhidharma.
Un’altra pratica meditativa che possono sperimentare anche i sessantenni è la Vipassana.
Il suo nome può essere tradotto con “avere una visione“, inteso come vederci chiaro rispetto a una certa realtà o pensiero.
Anche questo tipo di meditazione si basa sulla personale respirazione e sulla sua consapevolezza.
E’ proprio quest’ultima il fulcro della Vipassana per arrivare a gestire in modo netto l’oggetto della meditazione senza essere distratti da altri elementi che possono intervenire durante la meditazione stessa.
Quest’ultima è di solito praticata da chi ha già una certa esperienza, in quanto richiede il controllo di altri eventuali stimoli esterni, come un profumo, una musica, un dolore fisico o emotivo.
Questi stessi stimoli vanno classificati in modo generico per non spostare l’attenzione dalla respirazione.
In tal modo si sviluppa anche la capacità per avvertire aspetti che prima sfuggivano e non venivano considerati.
La persona diventa ricettiva a suoni, odori, rumori, stati emotivi e tutto quello che si avverte attraverso i 5 sensi con maggiore consapevolezza, ma rimangono secondari rispetto all’oggetto primario della meditazione stessa, che è sempre la respirazione.
Questi stessi elementi secondari sono classificati come “note mentali“.
Un ulteriore tipo di meditazione che si può fare a 60 anni è quella “gentile” ispirata al valore della benevolenza.
La caratteristica che contraddistingue questa meditazione è quella di mettersi nei panni dell’altro, quindi sviluppare il senso dell’empatia.
Ognuno prova quella compassione verso l’altro che nello stesso tempo produce autoa ccettazione e una maggiore cura della propria persona.
Questo tipo di meditazione a 60 anni è in grado di risollevare l’umore, alimentare la sensazione di felicità che si espande anche intorno per raggiungere anche familiari e amici.
La meditazione a 60 anni può quindi spaziare tra queste tecniche che sono solo alcune delle tante disponibili.
Con il tempo se ne possono acquisire molte altre scegliendo quelle che meglio si adattano al proprio stato psicofisico.
Non ci sono limiti alla conoscenza e alle modalità con le quali raggiungere uno stato di benessere ed equilibrio quando si parla di meditazione, per qualunque scopo essa venga praticata.
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