L’open innovation come risposta alle nuove sfide del mercato
TEMPO DI LETTURA 3 MINUTI
“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”: il monito di Charles Darwin è un suggerimento valido anche per le imprese che vogliono innovare
Le aziende per essere e restare competitive sul mercato devono avere impresso nel loro Dna la propensione a innovare. Infatti “non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”: questa famosa frase di Charles Darwin sembra essere la più adatta quando si tratta di descrivere l’open innovation.
Ma di cosa si tratta nel dettaglio? L’open innovation è un approccio all’innovazione in base al quale le imprese, per gestire il cambiamento e stare al passo con il mercato, si affidano anche a idee, risorse e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, università, enti di ricerca, fornitori e consulenti.
Dove comincia l’open innovation
Il termine “innovazione aperta” è stato coniato dall’economista statunitense Henry Chesbrough, nel saggio The era of open innovation (2003). Secondo Chesbrough, il paradigma della “closed innovation”, ovvero l’innovazione dentro l’impresa, non poteva più bastare nonostante i timori delle aziende di non essere più gli unici “proprietari” delle invenzioni e i legittimi tentativi di tutelare le proprie proprietà intellettuali. Con i nuovi saperi e i nuovi business model introdotti dalle startup, le aziende più dinamiche e reattive, grandi o piccole che siano, stanno ricorrendo a tecniche di innovazione aperta non solo per rispondere alle sfide imposte dal mercato, ma anche per cercare percorsi alternativi e sviluppare nuove soluzioni.
L’open innovation in Italia
Secondo i dati che emergono dagli studi realizzati dagli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy e dall’Osservatorio Startup Hi-tech, promossi dalla School of Management del Politecnico di Milano, un’ampia parte delle grandi aziende italiane (ben il 78%) e il 53% delle piccole e medie imprese adotta pratiche di open innovation.
Una tendenza evidenziata anche dal nuovo report Open Innovation Outlook Italy 2021, realizzato da Mind the Bridge con il supporto di SMAU, che sottolinea come siano soprattutto le aziende del settore dell’energia ad avere approcci più completi al tema, soprattutto per quanto riguarda progetti che coinvolgono tecnologie orientate alla sostenibilità, decarbonizzazione ed economia circolare. Tra i settori in cui l’open innovation è ampiamente utilizzata spiccano anche l’oil&gas, le multi-utilities, il comparto bancario-assicurativo, l’automotive, i trasporti, il food, la distribuzione e le telco, settore tra i primi ad aver intuito i benefici di questo approccio.
Buone pratiche & case history
Le modalità concrete con cui si fa open innovation sono gli accordi inter-aziendali, l’organizzazione di competizioni per startup, gli hackathon, l’acquisizione, da parte di grandi corporation di startup innovative, la creazione di corporate accelerator per startup, la partnership con università, centri di ricerca e incubatori per innovare su specifici settori.
Tra i casi più significativi di open innovation in Italia vi sono quelli di Intesa San Paolo Innovation Center che nel corso degli anni ha selezionato oltre 1.200 start up italiane con il principale obiettivo di accelerare lo sviluppo economico con specifico riguardo all’Industria 4.0 e l’economia circolare; TIM #Wcap Accelerator che ha l’obiettivo di individuare start-up e Pmi con soluzioni digitali innovative per integrare le migliori nell’offerta e nella tecnologia TIM e Poste Italiane che, da diversi anni, ha avviato un percorso di open innovation per rimanere al passo con le innovazioni coerenti con i propri ambiti di business ed essere competitivi sul mercato.
Creare un impatto positivo
L’open innovation rappresenta un’opportunità per tutte quelle startup che hanno idee innovative di emergere, di farsi notare e di concretizzare i propri progetti. Fare open innovation significa credere e sostenere iniziative in cui c’è anche una ricaduta positiva sulle persone e sull’ambiente in cui vivono. Nella convinzione che il proposito e l’impatto di ciò che facciamo siano la vera essenza delle azioni capaci di generare un miglioramento e un cambiamento positivo.
Vuoi commentare l’articolo? Iscriviti alla community e partecipa alla discussione.
Cocooners è una community che aggrega persone appassionate, piene di interessi e gratitudine nei confronti della vita, per offrire loro esperienze di socialità e risorse per vivere al meglio.