Un futuro senza pena di morte con Amnesty International
Dal 1980 Amnesty International si batte per l’abolizione della pena capitale, prassi disumana che non può avere spazio nel nostro mondo.
Grazie al suo impegno dieci anni dopo ben cinque paesi aboliscono la pena di morte: Andorra, Irlanda, Mozambico, Nigeria e Ungheria. Molti se ne sono aggiunti negli anni, fino a rappresentare la maggioranza con i due terzi dei paesi del mondo.
La nostra generazione ha visto l’abolizione della pena capitale per legge o nella pratica in più di tre quarti dei paesi al mondo. La prossima generazione raggiungerà l’obiettivo di cancellare questa pratica crudele e degradante in ogni parte del mondo.
Pochi potevano sperare che, esattamente 30 anni dopo, per il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani, nel 2018, 121 stati membri delle Nazioni Unite avrebbero votato a favore della risoluzione per chiedere una moratoria sulle esecuzioni in vista dell’abolizione della pena di morte.
Record da cancellare
Sono 55 i Paesi che ancora mantengono la pena di morte (rapporto annuale sulla pena di morte 2022). La maggior parte delle esecuzioni avviene in Cina, Iran e Arabia Saudita. Tre nazioni che non si distinguono per il rispetto dei diritti umani.
Ma la sorpresa arriva subito dopo il podio, al quarto posto di questa crudele classifica si trova infatti il più grande paese democratico al mondo, gli Stati Uniti d’America.
Ancora più inquietante è la cifra di 197 condannati a morte che dal 1973 a oggi, secondo l’ultimo aggiornamento del Death Penalty Information Center, sono stati scoperti innocenti, ingiustamente accusati del reato che gli veniva imputato. Scoperti innocenti poco prima dell’esecuzione, per fortuna. Ma si può affidare la vita di un uomo alla fortuna?
Ecco perché da oltre 60 anni Amnesty International interviene in modo concreto per cambiare le cose. Un contributo reale sotto molte forme con campagne e azioni di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Ma si mobilita anche attraverso appelli, petizioni raccolta firme e di pressione sulle istituzioni, sulle ambasciate e organizzazioni internazionali per portare avanti le loro cause. Che sono una vittoria per tutti perché i diritti sono di tutti e tutte!
In collaborazione con Amnesty International
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