C'è sempre un buon motivo per comprare un orologio
Mettersi al polso un orologio non significa solo avere la necessità di scandire la propria giornata. Perché, in fondo, quella di indicare l’ora è una caratteristica ben assolta dal proprio cellulare. Indossare un orologio da polso significa altro. Molto altro.
Cioè?
I significati dell’orologio da polso
Un orologio è un accessorio intimo che aiuta ad esprimere la propria identità. In qualche modo “personalizza la nostra persona”, cioè contribuisce a dargli un’entità. Ha un’anima e può raggiungere uno status elevato perché rappresenta un valore affettivo e relazionale. Parla di noi, di chi lo ha posseduto prima e lo possiederà poi. Un orologio è quindi espressione di noi stessi. Estensione dei propri interessi, gusti, del patrimonio culturale e del nostro stile di vita. Qualunque esso sia (sia lo stile di vita che l’orologio).
Perché ogni orologio ha un’anima. Non solo quella meccanica. In fondo è un insieme di ingranaggi perfettamente sincronizzati e nel loro movimento rappresentano e scandiscono la giornata. Un ecosistema di metallo che quando si muove sembra un cuore che pulsa. E l’effetto è incredibile. Provateci. Andate dal vostro orologiaio di fiducia (ognuno ne ha uno) e chiedetegli di farvi vedere come si muove il meccanismo di un orologio meccanico. Rimarrete senza parole e da quel giorno quel pezzo di metallo legato al vostro polso diventerà altro: un compagno di viaggio con qualcosa di umano. Uno sparring partner che vivrà sempre insieme a voi.
E poi un orologio è un simbolo. Fissa e congela nel ricordo indelebile (cioè per sempre), momenti chiave della nostra vita. Tappe miliari. Traguardi. Qualche esempio?
La comunione. La laurea. Il matrimonio (di solito lei lo regala a lui). Il premio per il primo stipendio… L’elenco potrebbe essere lunghissimo e molto personale. Ma è fuori dubbio che quando si vuole fissare un momento chiave della propria vita, un orologio rappresenta il simbolo più naturale di un traguardo. Specie se raggiunto.
E non importa di quale marca, modello o tipologia di movimento è fatto. Anzi, facciamo un po’ ordine. Il meccanismo degli orologi si divide in tre tipologie: meccanico, automatico, quarzo.
Il movimento meccanico è il più puro
Perché gli ingranaggi funzionano solo se e quando vengono caricati dalla corona, la stessa che usate per regolare le lancette. Ogni giorno, a seconda del modello, dovete ricordarvi di girarla. Lei agisce su una molla di carica che attiva il sistema. Può sembrare scomodo e poco funzionale. Ma questo gesto poi diventerà naturale e spontaneo come non avreste mai immaginato. E poi prendervi cura del suo funzionamento sarà un piacere. Una forma di cura e rispetto per un compagno di viaggio e di vita. Non c’è dubbio che questo momento è ricco di fascino e sarà bellissimo dedicare qualche secondo del vostro tempo con amorevole cura per dare la carica al vostro segna tempo.
Il movimento meccanico automatico
È il compromesso fra la purezza della meccanica e la praticità d’uso. Di fatto la carica che permette all’orologio di funzionare, viene garantita dall’oscillazione di un bilanciere che con il normale movimento del vostro polso ruota e ricarica la molla. Quindi il sistema funziona. Con un orologio automatico non dovrete ricordarvi di far ruotare la corona di carica.
Il movimento al quarzo
È l’espressione della comodità. Un circuito elettrico alimentato da una batteria invia degli impulsi al motore che dà il movimento alle lancette. E voilà, la magia è fatta e l’ingranaggio si muove. Basterà cambiare la batteria dopo qualche anno per ritornare ad avere il meccanismo in funzione. Una grande comodità non certamente dotata di un rituale affascinante.
Ogni orologio rappresenta anche la storia di chi lo ha inventato. La storia di chi ha sentito il bisogno di condensare in un quadrante idee, sogni, progetti e bisogni. L’orologeria è nata nei primi del 1800 e ha capito che questo strumento era utile per controllare non solo l’ora, ma anche l’altezza, la velocità, cronometrare il tempo e regolare l’ora in base ai fusi orari, le fasi lunari e la rotazione dei pianeti.
Quella dell’orologeria sarebbe, anzi è, una storia straordinaria abitata da visionari, sognatori e avventurieri. I loro nomi sono oggi sulle pagine di pubblicità abbinati a testimonial del mondo del cinema e dello spettacolo. Ma questo abbinamento è marketing e a noi adesso interessa meno. Breguet, Patek Philippe, Rolex, Omega, Longines... L’elenco sarebbe infinito ma dietro ad ognuno di questi sappiate che ci sono stati pionieri, inventori, ingegneri, cuori innamorati della meccanica, ovvero orologiai. Persone che poi sono diventate aziende quotate in borsa che sono nate per rispondere al bisogno personale di chi voleva condensare il mondo in un oggetto. Pensateci, non è fantastico?
«Se tu conoscessi il Tempo come lo conosco io, non ne parleresti con tanta confidenza. Non gli va di essere battuto. Se invece ti fossi mantenuta in buoni rapporti con lui, lui farebbe fare al tuo orologio tutto quello che vuoi tu», così Lewis Carrol faceva dire al cappellaio Matto. E in fondo è davvero così.
Il tempo non vuole e non può essere battuto. Solo controllato. E rispettato.
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