Il mercato della fotografia ringiovanisce e sbarca online
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Il mercato della fotografia ha retto i colpi della crisi innescata dalla pandemia grazie alle aste online e ai giovani che si stanno aprendo al collezionismo. E Magnum ha deciso di approfittarne
La crisi economica innescata dalla pandemia di Covid-19 ha colpito molti settori, ma a sorpresa ne ha risparmiati altri. Quelli che nel frattempo sono riusciti a cambiare, a innovarsi e ad adattarsi ai nuovi paradigmi che si sono sviluppati a causa dell’emergenza, ma che sembrano destinati a restare anche nel prossimo futuro. Tra questi c’è il mercato della fotografia, salvato dall’online e dai giovani che hanno cominciato ad interessarsi alle immagini più iconiche, simboliche ed evocative, stravolgendo il mondo del collezionismo e delle aste.
Il mercato della fotografia
L’ultimo report annuale di Artprice ci consegna una panoramica di ciò che è accaduto nel mercato della fotografia a partire da quel 2007, che viene unanimemente considerato l’anno della svolta. Quattordici anni fa, in soli 12 mesi il fatturato globale del settore raggiunse i 102 milioni di dollari a fronte dei 17 milioni di ricavi registrati solo sette anni prima. “Da allora in poi – si legge nel report – la fotografia contemporanea è diventata una parte importante del mercato dell’arte. Questo sviluppo è stato in parte ‘strutturale’, poiché le fotografie storiche sono diventate sempre più rare, in parte ‘culturale’, perché la fotografia è un mezzo sempre più in sintonia con la nostra era ossessionata dall’immagine”.
A determinare questo cambiamento epocale hanno contribuito alcune caratteristiche tipiche delle opere fotografiche che permangono anche oggi: date le dimensioni, le foto sono facili da trasportare e da conservare ma soprattutto sono accessibili a budget contenuti. “Il 50% delle fotografie vendute all’asta arriva a meno di 2.000 dollari”, sottolinea ArtPrice. Riassumendo, nell’ultimo decennio, la fotografia ha guadagnato sempre più acquirenti e il numero di foto vendute è quasi quadruplicato, passando da 1.300 lotti a quasi 5.000 nel 2019 (anno record).
Tra fotografia e pandemia
Nel 2020 il mercato della fotografia è riuscito a parare i colpi della crisi. Il motivo è presto detto: le aste hanno traslocato, passando a pié pari sull’online e proseguendo la loro corsa nonostante i lockdown e le restrizioni. Un cambiamento che ha riguardato anche le tre case d’asta principali: Phillips, Christie’s e Sotheby’s. “I compratori si sono concentrati su lotti che generassero un minimo di rischio finanziario, costi bassi in termini di logistica (trasporti, assicurazione) e che offrissero pochi rischi di non conformità con l’immagine riprodotta in catalogo. Perfettamente in linea con questi criteri, stampa e fotografia sono le uniche categorie nelle quali gli scambi sono aumentati (del 2%) nel corso del 2020”, afferma ArtPrice.
A salvare bilanci e fatturati di un settore ancora relativamente piccolo (in Italia vale l’1% del mercato dell’arte), ha contribuito, oltre all’online, anche il ringiovanimento della platea. I giovani si sono avvicinati al mondo del collezionismo, adocchiando soprattutto le opere contemporanee caratterizzate da prezzi più contenuti. “Se prima esistevano 1000 collezionisti che spendevano 100mila euro, oggi ci sono 100mila collezionisti che ne spendono 1000, sottolinea Denis Curti su Lampoon Magazine.
Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo i dati Finarte, nel 2020 il dipartimento di fotografia ha raggiunto un fatturato di 950 mila euro, con un incremento del 50% delle vendite all’asta rispetto all’anno precedente.
In questo contesto, un paragrafo a parte lo meritano i grandi nomi che, nonostante i prezzi proibitivi, continuano ad attrarre compratori sia a livello globale che in italia. Come riferisce il Giornale dell’Arte, nel 2020 la “Dovima con gli elefanti” di Richard Avedon è stata pagata 1,6 milioni di euro “e 800mila euro sono stati spesi per una non meno classica veduta di Ansel Adams del 1942…; quasi 450mila euro per un interno della Modotti del 1924, circa 400mila euro per un Newton del 1975 e per un «Violon d’Ingres» di Man Ray (stampato però negli anni Cinquanta), tutti più o meno al raddoppio della stima, mentre la gran massa delle offerte mantiene sostanzialmente le posizioni”.
I fotografi più ambiti sul mercato
In questo contesto Finarte, casa d’aste di Milano, tra le principali in Italia, ha redatto una classifica contenente i sei nomi dei fotografi più ricercati sul mercato nel 2020. Al primo posto si piazza Gabriele Basilico, con il 93% di venduto sui 14 lotti passati in asta nell’arco dell’anno. Medaglia d’argento per Marco Giacomelli con la serie dedicata ai “Pretini”, terzo posto per Luigi Ghirri, tra i più famosi fotografi nostrani, che ha realizzato un 84% di venduto su 25 lotti proposti. Ultimo italiano in classifica è il napoletano Mimmo Jodice, seguito a ruota da due artisti della fotografia stranieri: il ceco Jan Saudek e il giapponese Nobuyoshi Araki, famoso per le sue geishe e i suoi macro di fiori.
L’iniziativa di Magnum
La rivoluzione che ha interessato la fotografia negli ultimi anni, diventata oggi cult tra i giovani che acquistano online sempre più opere, non è sfuggita a Magnum, una delle più grandi agenzie fotografiche del mondo, fondata settantaquattro anni fa da artisti del calibro di Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger, William Vandiver: in poche parole, il gotha della fotografia mondiale. Da alcuni anni e per una sola settimana Magnum realizza un’iniziativa che attira l’attenzione di centinaia di migliaia di persone. Per sette giorni l’agenzia mette in vendita stampe autografate o con il timbro real estate a un prezzo accessibile a tutti: 100 dollari, circa 84 euro, per assicurarsi una stampa d’autore.
Nel 2021 l’iniziativa ha avuto come tema i “Punti di Svolta”, proponendo immagini che “fossero in relazione o catturassero gli eventi che hanno cambiato la nostra storia, società, vita o pratica” di fotografi come Bruce Davidson, Carolyn Drake Olivia Arthur e Yagazie Emezi. La vendita ha avuto un enorme successo, con una fortissima eco anche sui social network. Per una settimana, su Instagram, moltissimi utenti hanno fatto circolare le storiche foto di Magnum, andate sold out in pochissimo tempo.
Addio alle macchine fotografiche?
Il mercato della fotografia non è fatto solo di aste, foto d’autore e agenzie, ma anche di macchine fotografiche, obiettivi e di tutti quegli strumenti utili per realizzare una foto professionale. Un comparto, quest’ultimo, che da anni è preda di una fortissima crisi e che nel 2020 ha ricevuto un colpo quasi mortale dalla pandemia di Covid-19. Perché si dovrebbero spendere centinaia di euro in una reflex quando non si può nemmeno andare in giro a cercare la bellezza degna di essere fotografata? I dati, non a caso, sono impietosi. Secondo i numeri forniti dalla Cipa, la Camera&Imaging Products Association, nel gennaio 2019 sono state spedite oltre un milione di fotocamere digitali, mentre nel gennaio 2020 erano 800mila (-20%). Come è andato il 2021? Siamo scesi a 636mila pezzi spediti, uno dei valori più bassi di sempre.
A contribuire alla parabola discendente registrata negli ultimi anni dalle macchine fotografiche è anche la diffusione degli smartphone, dispositivi ormai dotati di una qualità e una precisione quasi (e ripetiamo quasi) comparabili a quelli di una fotocamera. Uno stravolgimento che sta spingendo molti a porsi una domanda: avremo ancora bisogno delle macchine fotografiche per immortalare la nostra vita?
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