L'importanza della flora intestinale, parliamo del microbiota
Con il supporto scientifico di SoLongevity
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La cura della flora intestinale o microbiota è fondamentale per il benessere della longevità
Chi di noi non sa che nel nostro organismo, e in particolare nel nostro intestino, sono presenti batteri utili per il nostro benessere? L’abbiamo sempre chiamata flora intestinale, ma il suo nome scientifico è microbiota. Così si poteva pensare che la rubrica questa volta dedicata al tema del microbiota – cioè l’insieme di batteri, virus, funghi e protozoi che abitano il nostro organismo, dalla pelle al sistema urogenitale fino all’intestino – sarebbe stato un racconto semplice. Invece ci troviamo davanti a concetti chiari ma a termini meno ovvi.
Quindi, di nuovo, andremo per gradi.
In questo articolo parleremo di:
- microbiota e microbioma
- microbiota intestinale e invecchiamento
- disbiosi o squilibrio della flora batterica
- l’intestino secondo cervello
- probiotici, prebiotici, simbiotici
- la dieta del microbiota
Microbiota e microbioma sono la stessa cosa?
Non proprio. Il microbiota, abbiamo visto, è l’insieme di microrganismi che abitano il nostro organismo e l’intestino, nel caso del microbiota intestinale su cui concentreremo la nostra attenzione. Il microbioma, invece, è il patrimonio genetico del nostro microbiota.
Perché il microbiota è un tema importante in una rubrica sulla medicina della longevità?
Il microbiota era già oggetto di studio quattro secoli fa, ma i clinicals più recenti hanno chiarito alcune cose molto importanti per la qualità della vita e dell’invecchiamento. Le riassumiamo prima di approfondire;
- il microbiota di ogni individuo è unico;
- Ii microbiota è costituito da una parte stabile e una parte variabile, fortemente influenzata da allattamento al seno o artificiale, tipo di parto, esercizio e dieta, ma anche dall’età;
- la qualità del microbiota intestinale si misura per numero di microrganismi, specie di batteri quindi biodiversità e rapporto tra le specie che ne definisce l’equilibrio (eubiosi) o lo squilibrio (disbiosi);
- il microbiota abita nel nostro intestino sulla base di un rapporto di mutuo scambio: noi lo nutriamo con sostanze nutritive di cui ha bisogno e il microbiota in cambio svolge funzioni fondamentali per il nostro benessere, come la produzione di amminoacidi, l’attivazione degli acidi biliari, la metabolizzazione delle fibre e l’assorbimento dei lipidi;
- dall’equilibrio della flora batterica intestinale dipende anche lo stato di infiammazione cronica latente e, di conseguenza, il modo in cui invecchiamo
Cosa succede nei casi di disbiosi o disequilibrio del microbiota
Seppure non esistano batteri buoni e batteri cattivi, un batterio che prevale sugli altri e scompensa lo stato di equilibrio biologico diventa cattivo. Un microbiota squilibrato può provocare patologie di infiammazione cronica intestinale, diabete e persino, si pensa, malattie neurodegenerative.
Ciò che succede invece con l’invecchiamento, secondo recenti studi, è che diminuisce la biodiversità del microbiota, in particolare diminuiscono le specie batteriche Scf che regolano alcuni meccanismi dell’invecchiamento biologico, modulano la risposta immunitaria e inibiscono l’infiammazione.
A corroborare le teorie che legano la diversità del microbiota con l’invecchiamento anche il fatto che uno studio che ha analizzato il microbiota di individui ultracentenari avrebbe rilevato la presenza di alcune specie particolari di batteri, Akkermansia, Christensenellaceae e Bifidobacterium.
L’intestino, secondo cervello, e il microbiota
Tra le cose lette negli ultimi anni, c’è che l’intestino è un secondo cervello. Meno scontato sapere che nell’intestino ci sono 100 milioni di neuroni e che le nostre funzioni cognitive, secondo alcuni studi recenti, risulterebbero influenzate dal sistema immunitario e dal microbiota intestinale, teoria che sarebbe confermata dalla rilevazione di una compromissione cognitiva in numerosi stati di malattie gastrointestinali con un ruolo fondamentale della cosiddetta disbiosi. Si evince da alcune ricerche che l’assunzione di probiotici darebbe effetti benefici non solo sulla composizione del microbiota intestinale ma influenzando positivamente comportamento, umore e funzioni cognitive.
Probiotici, prebiotici e simbiotici… aiuto!
Anche qui è il caso di fare un po’ di chiarezza se non vogliamo impazzire. I probiotici sono alimenti che contengono ceppi batterici buoni, che riescono ad arrivare vivi al nostro intestino e a colonizzarlo. Poiché i batteri intestinali tendono a cercare di prendere di prendere il sopravvento riproducendosi, è importante assumere batteri che arrivino sani alla lotta per la sopravvivenza. I prebiotici invece, sono sostanze non digeribili come le fibre idrosolubili che raggiungono il tratto intestinale e nutrono i batteri. Con simbiotici si intendono quei composti che contengono sia probiotici che prebiotici.
Dieta del microbiota
Considerato che il microbiota di un individuo è unico, come la sua impronta digitale, non esiste una dieta unica che funzioni per il microbiota. Le cose che sappiamo sul nostro patrimonio di microrganismi intestinali è che più è varia, più c’è speranza di mantenere la biodiversità.
Però alcuni cibi fanno decisamente bene al microbiota, le fibre ma anche e soprattutto i cibi fermentati (yogurt, kefir, fiocchi di latte, crauti e barbabietole), aumentando la diversità della flora batterica e diminuendo l’infiammazione. Se le fibre diminuiscono la mortalità, i cibi fermentati favoriscono il mantenimento del peso corporeo e aiutano ad abbassare il rischio di diabete, cancro e malattie cardiovascolari.
Al contrario sembrano lavorare contro il benessere intestinale gli edulcoranti e i dolcificanti a zero calorie, alterando il microbioma intestinale, quindi il patrimonio genetico del nostro microbiota, e il livello di zuccheri nel sangue, quindi la glicemia. In particolare, la saccarina e il sucralosio, avrebbero un impatto significativo sulla tolleranza al glucosio negli adulti sani. Pessimo servizio al micobiata è reso anche da un uso sregolato di antibiotici.
In sintesi
Una buona parte delle nostre cellule immunitarie si trovano nell’intestino, in quel micro-universo di batteri, virus e funghi e che è il microbiota. E’ proprio un microbiota equlibrato a influenzare il modo in cui queste cellule rispondono a minacce e agenti patogeni. Così se il microbiota non è in equilibrio, si possono creare stati infiammatori, responsabili di molte patologie legate all’invecchiamento, con un indebolimento del sistema immunitario e un aumento del rischio di infezioni e malattie autoimmuni.
Ma l’equilibrio del microbiota sembra avere anche un ruolo nel benessere cognitivo e neurologico. Secondo la Dr.ssa Anna Modelska-Ziółkiewicz, endocrinologa del Longevity Center di Poznan (Polonia), l’asse intestino-cervello esprime la comunicazione tra “i due cervelli” umani in modo bi-direzionale, influenzando la salute neurologica, le funzioni cognitive, umore, depressione, ansia e Alzheimer.
Una dieta equilibrata – ricca di fibre, frutta, verdura e cibi fermentati – e l’esercizio fisico possono aiutare a preservare il benessere del microbiota. Così anche un’integrazione alimentare mirata.
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