Permettete un ballo?
I film che hanno al centro delle loro trame la danza e il ballo non passano mai di moda. Sono una certezza che fa parte della storia di Hollywood e che continuano ancora oggi a piacere e a piacerci. Li trasmettono in tv, li cerchiamo negli archivi dei canali in streaming e sono un vero e proprio evergreen che allietano e alleggeriscono (non tutti, a dire il vero) l’anima.
L’origine dei film sul ballo
I film musicali appartengono a un genere cinematografico dove la musica è sempre presente sotto forma, ad esempio, di canzoni che vengono interpretate dai personaggi che spesso accompagnano le note con delle coreografie e che danno vita a una vera e propria narrazione.
Il film musicale rappresenta uno sviluppo naturale del musical teatrale dopo l’emergere della tecnologia del film sonoro. A essere precisi, esiste una differenza tra film e musical teatrali: nei film gli scenari usati come sfondo sono molto sontuosi e sarebbero poco pratici per un teatro. Ma i film musicali contengono tipicamente elementi che ricordano il teatro; gli artisti spesso trattano le loro canzoni e i loro numeri di ballo come se un pubblico dal vivo stesse guardando, tanto che spesso guardano nella telecamera ammiccando allo spettatore e rompendo, di fatto, la quarta parete.
Ma quando è nato questo genere? La risposta è semplice: agli inizi degli anni 20, quando il coreagrafo Busby Berkeley creava dei balletti per film come 42nd Street, Gold Diggers (del 1933), Footlight Parade (tutti dal 1933).
Il genere è destinato ad acquisire successo tra gli anni 30 e 40 grazie a un grandissimo ballerino come era Fred Astaire che spesso apparve nei film in coppia con Ginger Rogers: è grazie a loro che i film danzanti diventano un vero e proprio fenomeno di costume e di successo che ha lanciato il genere in pompa magna. Questi film includevano Top Hat (1935), Follow the Fleet, Swing Time (entrambi 1936) e Shall We Dance (1937). Il mago di Oz (1939) di Victor Fleming sarebbe diventato un film di riferimento per i musical, poiché sperimentava nuove tecnologie come il Technicolor.
La danza nei film
Anche se nel tempo i musical cinematografici e i film con sullo sfondo la danza sono diminuiti, non significa che il genere non si sia rinnovato. Del resto basta pensare a La La Land che si è aggiudicato 6 premi Oscar nel 2017 ispirandosi a numerosi film della storia del cinema dedicato a questo genere.
Ma quali sono i film sul ballo e sulla danza da guardare o riguardare? Eccoli
Per gli amanti dei classici
Un americano a Parigi
Diretto dal padre di Liza Minelli, Vincent nel 1951, il film lancia sul grande schermo l’attrice Leslie Caron e ha per protagonista anche l’affascinante Gene Kelly. Una vera e propria storia/commedia d’amore per chi ama i film del passato e ha l’indole romantica ambientata nel dopoguerra nella città degli innamorati per antonomasia. Un amore appartentemente contratastato dal destino che si risolve nella famosa scena finale dove i due innamorati, finalmente, stanno insieme.
Cantando sotto la pioggia
Qui, Gene Kelly, oltre che come protagonista, prende parte al film anche come regista insieme a Stanley Donen. Il film è del 1952 e ha per coprotagonista anche Debbie Reynolds, la futura mamma della Principessa Leia di Guerre Stellari (Carry Fischer). Celebre la colonna sonora la cui canzone principale che prende origine dal titolo del film è stata parodiata, usata all’inverosimile, addirittura anche in Arancia Meccanica. Qui Gene Kelly si innamora della giovane e bella Debbie Reynolds che doppia una attrice odiosa e viziata dalla voce inascoltabile. E’ la Reynolds ad avere talento e lo si scopre alla fine con un escamotage divertente. Un po’ Cenerentola rivisitato in chiave musical.
A cavallo tra gli anni 70 e i 90
Quando si pensa agli anni 70 non si può non farsi balenare nella testa l’immagine di un attore iconico come John Travolta ne La febbre del sabato sera. Ci ha messo un po’ a scrollarsi di dosso l’immagine dell’attore ballerino, ma film come Staying alive e persino Grease lo hanno consacrato come divo sexy di quel genere.
La febbre del sabato sera (del 1977) ha per protagonista Tony Manero (questo il nome del personaggio lanciato da Travolta) ma anche la musica disco che dominava proprio negli anni 70 che ri-lancia anche il gruppo dei Bee Gees. Sei anni dopo, Travolta rientra nei panni di Manero nel sequel Stayin Alive, diretto da Sylvester Stallone che per l’occasione partecipò al film in maniera hitchocchiana, facendo un cameo, e che si prese in carico personalmente l’allenamento dell’attore. Del resto non è per niente che è diventato il pugile Rocky.
La tripletta di Travolta nel mondo della danza si conclude con un altro successo mondiale: Grease (1978) dove l’attore torna indietro negli anni 50 insieme a Olivia Newton-John formando una coppia iconica che ancora oggi è amatissima e ritorna spesso anche nei meme. Il film è diretto da Randal Kleiser e rappresenta il maggior successo nella storia del cinema tratto dagli anni cinquanta. Una commedia in stile anni 50 ambientata in una high school americana dove, si studia poco, ci si innamora molto e si balla e canta parecchio.
Footloose, che lancia il talento di Kevin Bacon (1984) e Dirty Dancing hanno, in entrambi i casi, a che fare, anche se con plot diversi, con il bigottismo americano degli anni 50/60. Nel primo caso, un adolescente si trasferisce nella cittadina di Bomont dove è fatto divieto assoluto di danzare e fare festa. Chiaramente Kevin Bacon rivoluzionerà le regole imposte dal reverendo Moore che ha ideato questo regolamente a causa della morte di alcuni ragazzi anni addietro in seguito a un incidente dopo una festa danzante. Nel secondo, che invece, lancia nell’universo delle star il ballerino professionista Patrick Swayze, si racconta di una estate “peccaminosa” per una ragazzina timida che scopre l’amore e il sesso grazie all’istruttore di danza molto sensuale. La canzone colonna sonora del film The time of my life ha ancora oggi il potere di scatenare emozioni nelle ex ragazze degli anni “90”.
Qualche film danzante dopo il 2000
Billy Elliot è forse uno dei primi film che tratta apertamente il ruolo dei cliché di genere affrontando il tema del genere sessuale e biologico.
Può un ragazzino di 11 anni nella bigotta provincia inglese diventare un ballerino di danza classica e non giocare a pallone come tutti i ragazzini della sua età, senza per questo essere sminuito?
Beh, lui, alla fine ci riesce e diventa una stella della danza classica. Il film si ispira alla vita vera del ballerino Philip Mosley
Ma l’amore e la passione per il musical torna in grande stile grazie a una accoppiata eccezionale di due australiani doc: Nicole Kidman e Baz Lhurmann (ndr tra loro si posiziona lo scozzesissimo Ewan McGragor). Il film si ispira indirettamente alla Traviata di Verdi, ma è ambientato nella Parigi di Toulouse Lautrec, proponendone in chiave post moderna anche l’estetica sontuosa e barocca. Finisce male, come del resto l’opera a cui si ispira, ma nel mentre si vivono le passioni accese dei protagonisti tra canti e balli sensualissimi (molto erotico e appassionante il tango di Roxane)
E’ un mix di erotismo, ma anche di horror, il film diretto dal regista che ama le trame complesse Darren Aronofsky Il cigno nero, è un film dedicato alla danza, ma non è un vero e proprio musical. Nel lungometraggio Natalie Portman indossa i panni della ballerina Nina Sayers che soccombe alle sue insicurezze e patologie, alle sue ossessioni e deliri allucinatori che la condurranno alla morte, sebbene gloriosa, su un palcoscenico.
Vuoi commentare l’articolo? Iscriviti alla community e partecipa alla discussione.
Cocooners è una community che aggrega persone appassionate, piene di interessi e gratitudine nei confronti della vita, per offrire loro esperienze di socialità e risorse per vivere al meglio.