Come funzionano le università della terza età
Studiare non è un’attività che ha una data di scadenza o che si può portare avanti soltanto quando si hanno venti o trent’anni. Varie vicissitudini nel corso della vita possono condurre lontano da quei progetti che ognuno aveva pensato e costruito, ma che purtroppo non sempre si vanno a realizzare così come ce lo saremmo immaginato. Spesso molte persone si vedono costrette ad interrompere il proprio percorso di studio e di istruzione per motivi lavorativi, familiari o sfortunatamente anche di salute.
La passione per un argomento particolarmente amato, la volontà di approfondire uno specifico ambito di studio, o l’esigenza di garantirsi una conoscenza funzionale allo svolgimento di un lavoro migliore, possono essere tutti eccellenti e concreti motivi per rimettersi a studiare anche superati i cinquanta o sessant’anni. Da qualche tempo ormai anche in Italia sono aperte e attive numerose Università per la Terza Età. Si tratta di veri e propri enti ed istituti universitari fisici o digitali che offrono corsi di laurea per individui che hanno compiuto almeno cinquant’anni. Tante grandi città italiane come Milano, Genova, Roma o Torino hanno da diversi anni dato il via a progetti universitari di questo tipo, riscontrando un notevole e rapido successo.
Scopriamo insieme come funzionano le Università per la Terza Età e a chi si rivolgono.
Perché ricominciare a studiare dopo i 50 anni
È forse la prima e fatidica domanda che viene posta ad amici e conoscenti che decidono, superati i cinquanta o sessant’anni, di rimettersi in gioco e ricominciare a studiare. Rispetto a qualche decina di anni fa infatti la nostra società ha abbandonato almeno parzialmente l’idea che gli individui giunti ad una certa età potessero finalmente dedicarsi ad una vita più passiva, vincolata alla sola limitata dimensione abitativa e familiare. Oggi invece gli over cinquanta tendono a vedere questo traguardo raggiunto come un possibile nuovo start, un inizio per tutte quelle attività e tutti quei progetti lasciati per lungo tempo fermi in un cassetto. Tra questi desideri di rimettersi in gioco spicca senza alcun dubbio quello di ripartire con lo studio. Sia in direzioni completamente nuove e mai avvicinate prima, sia verso ambiti e per strade già battute ma magari lasciate in sospeso per diversi vari ed importanti motivi che la vita ha posto di traverso negli anni passati.
Non esiste un perché universale e valido per tutti circa la motivazione basilare che spinge ciascuno a volersi rimettere a studiare scegliendo così una delle offerte formative promosse dalle Università della Terza Età. C’è chi decide di ripartire per aprirsi le porte di nuove opportunità lavorative, magari più moderne o che necessitano di un particolare titolo di studio. I cambiamenti sociali, tecnologici e informatici oggi sono repentini e continui, e occorre mantenersi costantemente e rapidamente al passo. C’è invece chi decide di tornare dietro i banchi di scuola unicamente per passione e tenere, come si dice, il cervello in allenamento. C’è anche chi è spinto dal desiderio di mettersi al passo con i tempi, e adeguarsi magari a quelle conoscenze e a quelle attività che svolgono le proprie persone care. Per un motivo o per un altro si può concludere che non è mai troppo tardi per rimettersi in gioco ed osare.
Quanti si iscrivono alle Università della Terza Età
I numeri oggi parlano chiaro. Un italiano su quattro superati i cinquant’anni vuole tornare a studiare. Tra questi sono tantissimi coloro che decidono di farlo nelle apposite e specializzate Università della Terza Età. Il Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha stabilito che negli ultimi 10 anni si è registrato un aumento del ritorno sui banchi di scuola per individui over sessanta di circa il 50%. Tra costoro ben un terzo sono donne.
Detto di coloro che arrivati a questo traguardo anagrafico si dedicano ad hobby variegati ma più tradizionali, fa riflettere che tra il 2009 e il 2015 siano oltre 2 milioni gli studenti con più di cinquant’anni iscritti ad un corso universitario serale. Nello stesso periodo i corsi serali introdotti dalle Università della Terza Età sono stati ben 130 mila, e i numeri negli ultimi anni sono stati in costante aumento. In alcuni casi la voglia di studiare è talmente alta e i posti così ridotti che molti over sessanta optano per iscriversi negli atenei normali, e non costruiti espressamente per studenti più in là con gli anni. Non deve far specie dunque osservare ad una qualsiasi lezione di un qualsiasi corso universitario di un qualsiasi ateneo italiano che a dividere il banco siano due persone molto differenti per quanto concerne la loro età. Ancora una volta i numeri parlano chiaro. Nel 2007/2008 gli iscritti con più di sessant’anni in una delle Università italiane erano 2400 circa. A distanza di 10 anni nel 2016/2017 sono state registrate nello stesso range anagrafico oltre 3600 iscrizioni, con un netto aumento al femminile: le donne mature che hanno deciso di riprendere a studiare sono cresciute del 34% in neppure 10 anni. Anche la distribuzione delle iscrizioni sembra seguire un identico percorso di crescita. Circa il 48% degli studenti iscritti ad Università della Terza Età o ad Università italiane normali sceglie corsi di area sociale, mentre il 34% circa si lancia nel settore umanistico. Meno selezionate nelle Università statali anche per una questione di gestione degli stessi corsi sono gli ambiti sanitari e scientifici.
Le Università della Terza Età: caratteristiche e offerte
Tra le principali e migliori opportunità che uno studente con più di cinquant’anni può selezionare per ricominciare a studiare con serietà e in maniera convinta ci sono certamente le sopra menzionate Università della Terza Età. Si tratta di istituti universitari solitamente gestiti dalle singole Regioni italiane. Con differenze anche sostanziali in termini di corsi, opportunità di studio e sistema organizzativo, queste Università funzionano grazie ad appositi fondi statali, e hanno dunque un costo di accesso per questi studenti esperti assolutamente ridotto. A differenza delle consuete tasse universitarie che ogni ateneo nazionale e privato obbliga a pagare ai suoi iscritti in misura spesso anche molto sostanziosa, queste Università della Terza Età presuppongono un’iscrizione annuale più morbida.
Oggi in Italia vengono riconosciute e raggruppate in Federuni addirittura 3000 Università della Terza Età, o come sono state ribattezzate Università del Tempo Libero. I corsi offerti sono molteplici e spaziano dall’ambito prettamente culturale a quello sociale e di relazione. Anche la vicinanza e il contatto quotidiano con docenti, personale e colleghi garantisce un’esperienza nuova e completa, che offre enormi possibilità di interazione e scambio tra individui altrimenti probabilmente molto, forse troppo, distanti tra loro.
Queste Università della Terza Età oggi non hanno più vincoli legati agli anni compiuti. Se fino a poco tempo fa occorreva avere almeno quarant’anni per potersi iscrivere ai corsi, ora il range di iscrizione va tranquillamente dai venti ai novantanove anni. I dati pubblicati da Federuni parlano ad oggi di un bel 80% di iscritti di sesso femminile, con differenze regionali anche piuttosto significative in alcuni casi. Principalmente si tratta di corsi serali o pomeridiani, così da avere a disposizione aule e spazi utilizzati di mattina da studenti delle superiori o delle normali università statali. In molti casi sono sindacati o enti particolari a promuovere corsi e lezioni, tra i quali ad esempio trovano spazio formazioni culturali finalizzate a raggiungere il diploma di maturità.
Federuni e Miur hanno previsto corsi serali dedicati a questa fetta di pubblico scolare. L’esigenza che le stesse due associazioni hanno e stanno tentando da tempo ormai di portare al banco degli organismi predisposti è quella di uniformare le varie realtà territoriali di formazione. In tal modo si arriverebbe ad avere un sistema di legge che tuteli globalmente queste Università della Terza Età e che svincoli ogni ente da differenze provinciali e regionali.
I principali corsi e i vantaggi offerti dalle Università della Terza Età
Quasi tutte le Università della Terza Età italiane presentano un’offerta di corsi davvero importante. Molto gettonati sono solitamente i corsi di lingue straniere. Spicca in tal senso un istituto come il CPIA di Pisa, che dà agli studenti più maturi la possibilità di studiare inglese, spagnolo e tedesco dal livello A1. Tante scuole aperte ad individui con più di cinquant’anni organizzano corsi di formazione nell’ambito commerciale o tecnico, in settori come quello della moda e dell’abbigliamento, in aree crescenti quali il marketing e l’enogastronomia, e in mondi nuovi come quello dell’informatica. Le opportunità e il ventaglio di scelta sono perciò davvero molto ampi e rispondono alle esigenze di ogni studente, che può in molti casi anche portare a termine un test iniziale di valutazione del proprio livello senza vincoli o limitazioni legate al risultato.
Le tante agevolazioni e i notevoli vantaggi che questi istituti offrono agli studenti over cinquanta rappresentano un altro fattore di non poco conto nella scelta di iscrizione. Le Università della Terza Età italiane infatti non prevedono vincoli di iscrizione in base al titolo di studio posseduto. Persone prive di diploma superiore o di licenza media possono comunque iscriversi ad uno dei corsi presenti nell’offerta formativa di queste università. Anche il costo dell’iscrizione è irrisorio a confronto delle normali università del territorio italiano, come abbiamo già avuto modo di sottolineare. Il contributo annuo previsto si attesta intorno ai 50/70 euro, soprattutto negli istituti del centro-sud. Non sono programmati periodici test o verifiche limitative circa iscrizione o rendimento, ed è invece sufficiente la semplice frequenza per quasi tutti i corsi. Molti programmi di studio legati al campo artistico e musicale prevedono anche prove pratiche e esibizioni in pubblico. Alcune di queste università offrono anche la possibilità di un’iscrizione in coppia, così da unire e far condividere momenti importanti ad amici e partner.
Le università della terza età e il loro funzionamento
Lo studio è un’attività senza data di scadenza e quindi si può portare avanti a tutte le età e non soltanto in gioventù fino ai trent’anni. Infatti nel corso della propria vita le persone, per varie vicissitudini possono trovare degli impedimenti per continuare a studiare e quindi non hanno la possibilità di realizzare i progetti immaginati. Per questo, se rimane intatta la passione per un argomento oppure se si ha la volontà di approfondire degli argomenti già conosciuti, è possibile trovare le giuste motivazioni per studiare ancora dopo aver superato i sessant’anni, grazie alle numerose offerte didattiche presenti nelle Università della Terza Età. Scopriamo insieme il loro funzionamento. Questi enti sono sia fisici che digitali e i corsi di laurea offerti sono rivolti a persone che hanno superato il traguardo dei 50 anni di età, si trovano in molte città italiane, a partire da Roma per proseguire con Milano, Torino e Genova e i progetti che sono stati iniziati sono di vario tipo e soprattutto hanno immediatamente riscosso un grande successo.
Perché si torna a studiare passati i 50 anni
Questa domanda viene posta a chi decide di tornare a studiare una volta superata la soglia dei 50 anni da parte di parenti ed amici. La risposta sta nella volontà di rimettersi in gioco, che rispetto alle situazioni di una trentina di anni prima, è molto aumentata, con le persone che desiderano superare una vita “passiva” e limitata ad attività solo familiari e abitative. Nelle menti degli odierni 50enni questa tipologia di vita è spesso superata dall’idea che sia possibile avere una nuova partenza, specialmente se si sono lasciati a lungo in un cassetto dei progetti piacevoli e nello stesso tempo ambiziosi. Rimettersi in gioco attraverso lo studio è sicuramente una delle prime idee quando si arriva a questa età e poterlo fare attraverso la frequenza dell’Università della Terza Età è molto motivante. Certamente le ragioni di base differiscono tra le varie persone, ma certamente, con gli stimoli giusti questa possibilità viene cavalcata da tante persone, tra le quali anche quelle che, tramite lo studio, vogliono garantirsi possibilità alternative nel campo del lavoro. In una società che vive un momento nel quale i cambiamenti informatici e tecnologici, oltre a quelli sociali, sono molto repentini, occorre infatti mantenere continuamente e rapidamente il passo con gli altri. Molte persone decidono di tornare a studiare solo per passione e per tenere il proprio cervello allenato, mentre altre vogliono restare “al passo con i tempi” che cambiano e per non restare indietro rispetto alle attività svolte dai familiari, acquisendo conoscenze. Per tutto questa serie di motivi l’iscrizione all’Università della Terza Età è una scelta moderna e consapevole.
Le iscrizioni alle Università della Terza Età sono in aumento
I numeri rilevati nelle indagini di settore parlano molto chiaro. Oggi un italiano su quattro, dopo aver superato la soglia dei 50 anni intende tornare a studiare. Molti di questi decidono di mettere in pratica questa idea iscrivendosi nelle Università della Terza Età. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha confermato che gli ultimi 10 anni hanno visto un sensibile aumento, stimato nel 50%, del ritorno degli over sessanta sui banchi di scuola, e che circa 1/3 degli iscritti sono donne. Numeri che fanno riflettere così come quelli relativi agli anni compresi tra il 2009 ed il 20145 che hanno visto un massiccio incremento delle iscrizioni ai corsi serali universitari da parte di studenti con età superiore ai 50 anni. Sempre in quel periodo sono stati introdotti corsi serali da parte delle Università della Terza Età, che hanno visto moltissime domande di adesione, con studenti che hanno dovuto optare per iscrizioni ad università tradizionali, dato il limitato numero dei posti disponibili.
Le caratteristiche e le offerte delle Università della Terza Età
Tra le molteplici opportunità di scelta che si presentano ad una persona di età superiore ai 50 anni il primo posto è sicuramente delle Università della Terza Età, presso le quali si studia in maniera convinta e con molta serietà. Questi istituti universitari di norma sono gestiti dalle Regioni italiane e il loro funzionamento viene garantito da fondi statali appositamente stanziati. Grazie a questo questi corsi hanno un costo di accesso decisamente ridotto rispetto a quello delle “normali” università e garantiscono quindi sistemi organizzativi e di studio all’altezza. Gli altri atenei richiedono agli iscritti il pagamento di una tassa universitaria, che in alcuni casi è molto sostanziosa e potrebbe impedire l’accesso ai corsi ad alcune persone. Attualmente le Università della Terza Età, che in molti casi hanno visto il loro nome cambiato in Università del Tempo Libero, sono oltre 3000, che sono raggruppate in una associazione chiamata Federuni ed offrono una grande molteplicità di corsi che comprendono quelli in ambito sociale e quelli in ambito culturale e di relazione. Per gli iscritti il contatto quotidiano con i docenti, unito a quello con gli altri studenti ed il personale, è una fonte di nuove esperienze, e l’interazione che si crea permette di collegare e scambiarsi idee mondi che altrimenti sarebbero molto distanti tra di loro. Una cosa molto importante è rappresentata dal fatto che oggi questi istituti non presentano più dei vincoli connessi con gli anni del candidato. Infatti fino a pochi anni fa un requisito basilare per l’iscrizione era l’età maggiore di 40 anni, mentre con le modifiche apportate, è possibile l’iscrizione a partire dai 20 anni di età e fino a 99. Secondo i dati di Federuni, circa l’80% degli iscritti sono donne e nelle varie regioni italiane si assiste a differenze piuttosto marcate. Nella stragrande maggioranza dei casi i corsi sono pomeridiani o serali, e questo permette agli iscritti di poter avere la disponibilità di quegli spazi che durante la mattina vengono utilizzati dagli studenti delle medie superiori oppure delle università tradizionali. In diverse occasioni questi corsi pomeridiani o serali vengono promossi da enti particolari oppure dai sindacati.
I principali corsi delle Università della Terza Età e i vantaggi relativi
In quasi tutte le Università della Terza Età presenti sul territorio italiano, il numero dei corsi disponibili è davvero significativo e tra questi alcuni sono veramente “gettonati”, come ad esempio quelli per apprendere le lingue straniere. Uno degli istituti che spiccano in questo settore è sicuramente il CPIA di Pisa, presso il quale gli studenti più maturi hanno la possibilità di studiare tre lingue al livello A1, quali il tedesco, lo spagnolo e l’inglese. Esistono inoltre tante scuole frequentate da persone di età superiore ai 50 anni che propongono agli iscritti dei corsi di formazione in vari settori, come quello dell’abbigliamento e della moda, sia nell’ambito tecnico che in quello commerciale. Da non sottovalutare nemmeno i corsi nelle aree dell’informatica, dell’enogastronomia e del marketing, che negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante in avanti. Un ventaglio di scelte ed opportunità dunque molto ampio, che riesce a intercettare le richieste della quasi totalità degli iscritti. In alcuni casi è anche possibile, da parte degli studenti, eseguire un test iniziale nella materia scelta, senza che il risultato di questo test possa essere influente sull’iscrizione. Gli studenti over 50 ottengono da questi istituti una serie di vantaggi e agevolazioni ed anche questo è uno stimolo ulteriore per l’iscrizione. Passando al costo di iscrizione si nota come sia irrisorio se paragonato a quello delle università tradizionali e, soprattutto nelle regioni del Sud Italia si attesta su una cifra compresa tra i 50 ed i 70 euro. Nella quasi totalità dei corsi, inoltre, è sufficiente frequentare le lezioni per poter restare all’interno del corso. Una ulteriore possibilità è data dall’iscrizione in coppia che permette quindi di studiare con il proprio partner o con il proprio amico.
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