Cosa c'entra la casa con la pianificazione della longevità?
La casa in cui si vive e si intende continuare a vivere non è, come si può pensare, la scenografia neutrale nella quale si svolgerà la vecchiaia. Al contrario ha un ruolo nel semplificare o complicare la vita di una persona anziana, ruolo tanto più rilevante quanto più longeva la persona.
In Italia il 30% delle persone over 65 che vivono in casa cade almeno una volta l’anno, non pochi cadono più di una volta. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità tra un quarto e un terzo di quelli che cadono subiscono danni che riducono la mobilità e l’indipendenza e aumentano il rischio di morte prematura. Ma inducono anche conseguenze psicologiche: la perdita di sicurezza e la paura di cadere (Past Fall Sindome – PFS) possono accelerare il declino funzionale, portare a depressione e isolamento, riducendo la qualità della vita e spesso conducendo all’ingresso in una casa di cura. Molta parte nel ridurre le cadute l’ha l’esercizio fisico, ma anche l’ambiente domestico.
La casa per gli over 65 deve essere a misura di persona
La metà delle case degli over 65 sono troppo grandi: almeno 4 locali oltre bagno e cucina, seppur nella maggior parte dei casi abitate da due sole persone o una sola. La metà delle case è priva di ascensore, come succede spesso nei centri storici e in molti casi è del tutto inefficiente dal punto di vista energetico perché in edifici vecchi: il riscaldamento costa un botto e non è funzionale. E poi…
…il bagno troppo stretto per un’eventuale carrozzina, fosse anche per una breve convalescenza… il tappetino di cucina che più si tende a trascinare i piedi più capita che si arrotoli e ci si inciampa… i pensili che sembrano vivere di vita propria e si alzano sempre più col passare degli anni… la fiamma della cucina a gas che chissà perché è già capitato più volte di trovarla accesa…la doccia senza appiglio dove lavarsi i piedi diventa un esercizio di equilibrismo… l’angolo del corridoio che, da buio che è sempre stato, è diventato cieco… le tapparelle, sono state sempre così pesanti…il citofono che fa sobbalzare, chi diavolo è a quest’ora… la televisione che non si capisce più quando parlano e tocca guardare i film con i sottotitoli anche in italiano… il water troppo basso per risollevarsi con grazia, meno male che c’è il bidet proprio davanti… il riscaldamento che non funziona mai a dovere, adesso che sente sempre freddo anche chi soffriva il caldo… l’angolo di giardino che fino a ieri era fonte di orgoglio e adesso costa fatica tenere pulito però mica si può lasciare andare così… la macchina che si spendono un sacco di soldi ma almeno una volta bastava salirci e in mezzora si andava a trovare figli e nipoti, adesso bisogna farsi il segno della croce chiedendosi per quanto ancora ce la lasceranno usare…
Osservate una persona in là con gli anni e magari con qualche acciacco muoversi per casa e vi sarà chiaro di cosa parliamo. Tanto che nei paesi in cui la pianificazione della longevità è materia per consulenti uno dei primi argomenti che affrontano con i propri clienti è dove intendete invecchiare, quanto la vostra casa è di ostacolo, prospetticamente, a una vecchiaia comoda e sicura: è su un solo piano o su più piani e se è più piani è possibile ricavare una camera e un bagno al piano terra? È sufficientemente ampia per prevedere un posto letto in più, nel caso in futuro fosse necessario ospitare una persona di assistenza? È vicina o lontana dalle persone che volete frequentare, dai centri d’interesse della vostra vita, dai vostri amici e dal vostro ristorante preferito, quanto dista dal centro medico attrezzato più vicino?
L’interrogatorio prospetta in genere due casi diversi: il primo, quello in cui si possa e valga la pena intervenire per rendere più sicura e confortevole la propria casa, l’altro quello in cui si decida di vendere per trasferirsi in una casa più piccola ma più confortevole, sicura e funzionale o addirittura affittare una casa in una comunità per senior attivi.
I due settori per gli over 65 che cambiano casa
Così sono nati due settori di mercato che da noi ancora non esistono: uno è quello dell’adattamento delle case esistenti, ristrutturazioni leggere che migliorano le aree più critiche dell’ambiente domestico per garantire una maggior vivibilità anche in età molto avanzata: dai supporti per il bagno (maniglie e seggiolini doccia) all’illuminazione, dalla creazione di una camera da letto al piano terra all’installazione di tapparelle elettriche, dal videocitofono alla sostituzione delle caldaie private per un miglior rapporto efficienza/costo.
Qui potete scaricare una guida alla revisione della vostra casa in chiave longevità, una specie di check-up domestico. Purtroppo è solo in inglese, spagnolo, cinese, coreano e vietnamita.
L’altro è invece un settore di intermediazione immobiliare specializzato nel rilevare case di famiglia di persone vicine al pensionamento o appena pensionate che vi hanno cresciuto i figli ma cui adesso vanno troppo grandi (e dispendiose) e che hanno deciso di trasferirsi in case più piccole e più comode (downsizing).
L’agenzia si occupa sia della vendita che dell’acquisto o dell’affitto di nuove proprietà, e i clienti si ritrovano con un’utile differenza in denaro liquido. Sì perché sembra che una nuova tendenza sia proprio quella verso l’affitto. Perché affliggersi con una nuova proprietà quando si può affittare comodamente una bella casa in una comunità di persone più o meno senior, con tutte le comodità: piscina, palestra, club house e, soprattutto, manutenzione ordinaria e straordinaria?
La seniority non è un’epoca di passaggio ma una stagione della vita
In molti, forse anche complice lo scoperchiamento delle nostre fragilità ad opera della pandemia, hanno compreso che la vecchiaia non è più una breve epoca di passaggio ma una vera e propria stagione della vita che può durare anche 25/30 anni. Un tempo troppo lungo essere uniforme e che, al contrario, comprende fasi diverse della vita, dall’età che oggi si dice degli anziani attivi, perfettamente inseriti socialmente e ancora molto coinvolti dalla propria vita, a persone che iniziano ad avere qualche problema fisico e vogliono ridurre fatica e scomodità, fino alla malattia cronica e al bisogno di assistenza continuativa o alla transizione della vedovanza.
Così decidono di non prendere impegni e godersi la libertà di cambiare situazione al variare delle condizioni della loro vita.
Quando non c’è una passione che, qualunque siano le condizioni della vita, si è scelta come leit-motiv anche della propria vecchiaia: gli appassionati di cinema o di musica, i letterati, gli amanti degli animali, gli appassionati di yoga e di discipline olistiche… Intorno a queste passioni si sono costruite comunità di persone che condividono lo stesso interesse e dove i servizi comuni sono spesso intitolati al tema di comune passione. Così sono nati senior living centrati sull’amore per il cinema, con tanto di piccola sala di proiezione e accordi con le major per poter offrire ai propri ospiti tempestivamente le nuove uscite cinematografiche, o altri sorti vicino a un’importante università con la quale si sono accordati per corsi dedicati ai propri ospiti. O ancora centri artistici rivolti agli esponenti senior delle arti più disparate, con laboratori di pittura e sale musica, per continuare una conversazione che ha segnato tutta la vita e non c’è ragione di interrompere ora.
Sempre più DOVE e COME viviamo la nostra longevità stabilirà se saremo anziani sereni o no. Occupati o appassiti, sociali o musoni, forti o deboli, vecchi o gagliardi.
Hai già fatto il check-up della tua casa? Comincia da lì…
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