Le dieci migliori cantine di vino italiane
Indicare quali possano essere le migliori dieci cantine di vino in Italia è un’impresa quasi impossibile. Da tutto il mondo ci osservano e ciascuno ha la propria personalissima classifica. I criteri di valutazione sono i più disparati. C’è chi al primo posto mette la purezza del vino e chi dà importanza ai metodi di coltivazione delle vigne, c’è chi sceglie solo vini biodinamici e chi è attento alla storia, spesso famigliare, che c’è dietro alle aziende.
Abbiamo scelto per voi dieci cantine, ciascuna, a suo modo, eccellente.
Dalle enoteche online – Roccafiore
Premiata per il suo Grechetto di Todi, la cantina Roccafiore è un posto speciale. L’azienda della famiglia Baccarelli, nata agli inizi degli anni 2000, è immersa nel verde delle colline umbre e produce vini inconfondibili, realizzati con uve del territorio, ma non solo. Per questo si trovano bottiglie di Sangiovese, ma anche di Montepulciano e Moscato. Molto attenta alla sostenibilità ambientale, la cantina segue le regole del “Green Heart Quality” dettate dalla regione Umbria, che vuole promuovere le eccellenze green sul territorio e informare i cittadini e i consumatori italiani. Roccafiore non è solo una cantina di 15 ettari, ma anche un resort con spa e centro benessere, apprezzato dai turisti di tutto il mondo. A pochi chilometri dalla cittadina medievale di Todi potrete degustare dei vini dal sapore unico e godervi un momento di relax.
Per bere bene sotto i 13 euro – CantinAmena
Inserita nella guida del Gambero Rosso come una delle eccellenze dei Castelli Romani, la CantinAmena è prima di tutto una storia di famiglia. Inizialmente i coniugi Mingotti si sono limitati alla vendita di uva coltivata secondo il metodo biologico. Poi i tre figli, Silvia, Enrico e Osvaldo, hanno deciso di espandersi fondando la Società agricola Mingotti e concentrandosi sulla produzione di vini biologici. Le loro uve crescono sul tipico terreno vulcanico dei Castelli Romani e danno vita a vini importanti come: Malvasia, Trebbiano e Sangiovese. Ancora oggi la vendemmia si fa a mano e i grappoli maturi arrivano direttamente in cantina, dove vengono lavorati subito. Come il Gambero Rosso consiglia, non potete non assaggiare un calice di Arcana Cesanese 18 per accompagnare un piatto di carne rossa o selvaggina
Scelte dagli altri – Tormaresca
“Wine Spectator”, la rivista di settore più influente al mondo, ha inserito nella classifica dei migliori 100 vini un prodotto pugliese: il Primitivo di Tormaresca, che si fa nella tenuta Masseria Maìme. Situata nell’alto Salento, l’azienda si estende per circa 500 ettari e proprio al centro sorge una masseria seicentesca. Il paesaggio è tipicamente mediterraneo e i vini prodotti richiamano tradizioni antiche, che risalgono ai processi di vinificazione della Magna Grecia. Il Primitivo di questa cantina negli ultimi anni ha segnato il rilancio della tradizione enologica pugliese.
I biodinamici – La Raia, Gavi DOCG 2016
Questo bianco, fresco e beverino, è versatile negli abbinamenti e ottimo per l’aperitivo. Di un colore giallo paglierino, sprigiona note di agrumi e fiori bianchi, mentre al palato risulta sapido e pieno, grazie alla maturazione su lieviti autoctoni. Prodotto dall’azienda vitivinicola La Raia, il Gavi DOCG viene fatto fermentare in vasche di acciaio sui propri lieviti dai tre ai quattro mesi, mentre, per la fertilizzazione del terreno è praticata la tecnica del sovescio con il corno di letame dinamizzato. La Raia, vera e propria oasi della biodiversità in provincia di Alessandria, produce vini nel rispetto della natura e che sono espressione sincera del territorio di appartenenza.
La più recensita dai turisti – La Marronaia
Ormai da più di dieci anni le recensioni online degli utenti possono determinare la fortuna o la sfortuna di ristoranti, imprese locali, hotel, e altro ancora. La cantina La Marronaia è una delle più premiate sul web dai clienti. A due passi da San Giminiano, uno dei borghi medievali italiani più frequenti dai turisti di tutto il mondo, questa cantina nasce dal desiderio di Luigi e Silvia, amanti della natura e degli animali che hanno deciso di ristrutturare un rudere e trasformarlo in un’azienda agricola biologica e biodinamica in cui i loro figli, Pietro e Corrado, potessero crescere a contatto con l’ambiente. Oggi i turisti restano colpiti dal calore con cui vengono accolti e dalla bontà dei prodotti che assaggiano. Vino, olio e altre eccellenze locali saranno gli ingredienti alla base delle vostre degustazioni, se sceglierete di andare a La Marronaia, non rimarrete delusi.
L’artistica – Cantina Petra
Tante sono le cantine italiane che hanno scelto di affidarsi ad artisti e architetti importanti per ristrutturare, ampliare o abbellire i propri spazi. Un esempio su tutti è il lavoro fatto da Mario Botta, che ha progettato la cantina Petra, il “luogo delle antiche pietre”. Il riferimento all’antico è dovuto a Elisabetta Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone, che nel 1808 scelse questo luogo, adagiato tra le colline toscane e il mare, per strutturare un progetto agricolo e vinicolo. Nel 1997, seguendo l’intuizione avuta da Elisabetta Bonaparte, un’altra donna, Francesca Moretti, ha acquistato insieme a suo padre 60 ettari di terreno per dar vita a quella che oggi è una delle più belle cantine d’Italia. A Elisabetta sono dedicati il giardino della principessa, caratterizzato da un insieme di erbe aromatiche, e la vigna della principessa, dove viene prodotto un Sangiovese 100%. La famiglia Moretti ha scelto, nel 2003, l’architetto Mario Botta per valorizzare al meglio il territorio toscano e creare uno spazio che potesse accogliere visitatori e ospitare tutte le fasi della produzione del vino, dal grappolo alla bottiglia. Botta definisce il suo progetto: “Un disegno razionale che evidenzia la misura, la bellezza, la profondità del paesaggio”. Il visitatore si trova davanti a un edificio con un corpo centrale cilindrico alto 25 metri e orientato a 45/90 gradi rispetto alle vigne. La struttura è moderna, ma si immerge dolcemente nel paesaggio.
Il senza cantina – Indomiti
Lo sapevate che per fare un vino non serve avere una cantina, ma basta anche solo una vigna? Simone Ambrosini, laureato in enologia e viticoltura, nel 2018 ha smesso di “fare il vino per gli altri”. Dopo una dura gavetta al servizio di grandi aziende vinicole in giro per il mondo, è tornato a casa, ha acquistato una vigna sui Colli Berici della provincia di Vicenza e ha iniziato a lavorare le viti da solo, facendo tutto con le sue mani. Giovane e motivato, non si è scoraggiato quando ha dovuto bussare alla porta di molte cantine per chiedere di trasformare la sua uva in vino. Simone si definisce un artigiano moderno, e passo dopo passo, in questi anni, i suoi vini hanno acquistato maggiore popolarità tra gli intenditori. Gli Indomiti sono vini sinceri, hanno una fermentazione spontanea senza l’uso di additivi chimici. Anche gli ettari di vigneti col tempo sono aumentati, Simone ha scelto di riqualificare alcuni terreni che erano stati abbandonati dai contadini per dargli nuova vita. Vi consigliamo di provare “Oplà”, un Veneto Garganega frizzante per una cena tra amici a base di pizza.
Le cantine sociali – Karlleri Terlan dal 1893
Per cantine sociali si intendono delle cooperative a cui i soci affidano i prodotti dei loro vigneti. C’è quindi condivisione di prodotti, lavoro e divisione degli utili. Nel 1893, ventiquattro piccoli viticoltori di Terlano si misero insieme, fondando la cantina sociale Karlleri Terlan. In questo modo avrebbero potuto sottrarsi al dominio dei grandi proprietari terrieri che volevano essere i soli a dettare le regole del mercato. Oggi i vini della Cantina di Terlano (Bolzano) sono per il 70% bianchi e per il 30% rossi. Sicuramente questa è una delle migliori cantine sociali del Trentino-Alto Adige. Molto interessanti sono il Sauvignon Blanc e il Gewurztraminer, dal forte carattere e con un ottimo rapporto qualità prezzo.
La cantina “classica” – Guerci
La cantina Guerci porta il metodo classico italiano in tutto il mondo. Per metodo classico si intende un sistema di “spumantizzazione” che si basa sul principio della rifermentazione in bottiglia. Dal 1924 quest’azienda, che sorge nell’Oltrepò Pavese, produce ed esporta spumanti DOC, DOCG e IGT. Quattro generazioni si sono avvicendate dare vita a spumanti di qualità e si sono impegnate per tramandare i valori della tradizione contadina. Non solo bollicine, ma anche storia, in particolare, la cantina propone ancora uno spumante metodo Charmat 924, in assoluto il primo prodotto dall’azienda, per tramandare i valori della cantina Guerci: infinito amore e grande passione per la terra.
La più premiata dalle guide – Argiolas
Bibenda assegna i grappoli, Sloowfood le chiocciole, Gambero rosso i calici e l’azienda sarda Argiolas ha messo d’accordo tutti: è una delle migliori cantine di Sardegna. Nata nel 1938 in provincia di Cagliari per volontà di Antonio, il patriarca. I suoi figli Franco, Giuseppe e Antonio hanno portato avanti questa azienda famigliare, che sa valorizzare al meglio il territorio e le sue varietà. Oggi lavora la terza generazione degli Argiolas, che nelle sue tenute produce uve sia rosse che bianche e coltiva i più conosciuti vitigni della tradizione. La tenuta di Sinisi ospita il vitigno Vermentino tipico della Sardegna del nord e che si trova qui grazie ad Antonio Argiolas, il fondatore, che l’ha fortemente voluto nelle sue vigne. Assolutamente da assaggiare il Cannonau di Sardegna riserva Senes 2016, realizzato con uve selezionate cresciute su un suolo ricco di calcare. Un vino da gustare per un pranzo in famiglia, magari abbinandolo a un secondo di carne come il porceddu sardo.
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