Che differenza c'è tra premenopausa e menopausa precoce?
L’ingresso nella fase della menopausa segna un punto di svolta significativo nella vita di una donna, ma è spesso preceduto da un periodo altrettanto critico e meno compreso: la premenopausa.
Mentre molti sono familiari con i termini e gli impatti della menopausa stessa, esiste una confusione considerevole riguardo alla distinzione tra premenopausa e menopausa precoce. Questo articolo mira a chiarire queste differenze, delineando le caratteristiche, i sintomi e le implicazioni di ciascuna fase, affrontando una comprensione più profonda delle transizioni ormonali femminili e delle loro conseguenze sulla salute e il benessere quotidiano.
Con una disamina accurata e informazioni dettagliate, esploreremo come queste fasi influenzano la vita delle donne e quali strategie possono adottare per gestire i cambiamenti che ne derivano.
Cos’è la Premenopausa
Qui ci soffermeremo soprattutto sul periodo della premenopausa (più precisamente detto perimenopausa), cioè quella fase di lunghezza variabile che può manifestarsi anche prima del periodo medio sopra indicato e che precede la cessazione dell’attività delle ovaie e la riduzione degli ormoni estrogeni (quelli prodotti dalle ovaie) e progestinici (secreti da corpo luteo che si forma in seguito all’ovulazione).
La premenopausa, in alcuni casi, può durare anche otto anni e si manifesta con una varietà di sintomi più o meno accentuati che permettono di identificarla come tale. La maggior parte delle donne, in realtà, non se ne accorge, altre, invece, intorno ai 40-45 anni percepiscono che qualcosa sta cambiando.
Da un punto di vista medico-scientifico la premenopausa si manifesta con un’insufficienza ovarica ed è una condizione che riguarda all’incirca una donna su mille intorno ai 35 anni e una su cento intorno ai quarant’anni. Le donne in questa condizione faticano a rimanere incinta perché la premenopausa rappresenta circa il 10% dei casi d’infertilità per cause ovulatorie.
Premenopausa: sintomi e cause
Se andiamo a indagare le cause della premenopausa occorre innanzitutto distinguere tra premenopausa precoce primaria e premenopausa precoce secondaria. La prima ha cause non individuabili o probabilmente dipende da una predisposizione genetica, mentre la seconda è dovuta a fattori esterni quali interventi chirurgici, malattie o cure ad alto impatto (per esempio la chemioterapia).
Una ricerca del National Institute of Child Health and Human Development evidenzia come il 20% delle donne in premenopausa soffra anche di una patologia autoimmune, per esempio il lupus.
A determinare alterazioni ovariche pare giochino un ruolo determinante anche anomalie cromosomiche come la sindrome di Turner e la sindrome X Fragile.
Chiamati in causa anche stili di vita malsani che comprendono eccessivo consumo di bevande alcoliche, dieta sbilanciata e abitudine al fumo.
Il sintomo più evidente della premenopausa è l’irregolarità del ciclo mestruale che può verificarsi in due modi differenti: o allungando il tempo tra un ciclo mestruale e l’altro (oligomenorrea) saltandone addirittura uno, o riducendone la durata a 20-25 giorni (polimenorrea).
Tra gli altri sintomi possiamo citare:
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disturbi del sonno;
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vampate di calore;
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tachicardia;
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pelle secca;
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perdita di capelli;
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osteoporosi;
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dolori al seno;
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gonfiore addominale;
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secchezza vaginale;
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alterazioni del desiderio sessuale;
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aumento di peso;
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sbalzi d’umore;
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stanchezza;
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dolori muscolari;
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calo d’energia.
Il passaggio dalla premenopausa o perimenopausa alla menopausa vera e propria non è un evento istantaneo, bensì un lungo processo di transizione. Questa fase, denominata climaterio, può durare diversi anni, di solito tra i 5 e i 10. La premenopausa inizia generalmente tra i 40 e i 45 anni con i primi cambiamenti ormonali e l’insorgere di eventuali sintomi legati alla diminuzione degli estrogeni.
La menopausa viene ufficialmente confermata quando sono trascorsi 12 mesi consecutivi senza ciclo mestruale, segnalando che le ovaie hanno esaurito la loro riserva di ovuli e i livelli di estrogeni sono molto bassi. La premenopausa è un periodo molto variabile da donna a donna, in cui possono manifestarsi sintomi tipici come vampate di calore, irregolarità mestruali, insonnia e secchezza vaginale.
Sebbene in media questa fase transizionale duri circa 4 anni, in alcuni casi può protrarsi per 5 anni o più, mentre in altri può risolversi in pochi mesi prima dell’amenorrea definitiva.
La menopausa precoce: sintomi, cause e diagnosi
La menopausa precoce è invece la scomparsa permanente del ciclo mestruale prima dei 40 anni d’età.
Questa si manifesta nell’1% dei casi e può essere anche definita come insufficienza ovarica precoce (POF, Premature Ovarian Failure).
Le cause possono essere:
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metaboliche;
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virali;
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dismetaboliche (alterazioni del metabolismo);
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endocrinologiche;
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malattie autoimmuni;
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interventi chirurgici ginecologici inevitabili (asportazione utero e ovaie);
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terapie antitumorali.
Per diagnosticarla si effettua innanzitutto un colloquio con la paziente, si svolgono esami strumentali di laboratorio, tra cui il dosaggio ormonale e, in alcuni casi, può essere opportuno ricorrere anche a una biopsia del tessuto ovarico al fine di valutarne le caratteristiche istologiche.
Quale terapia per la menopausa precoce?
La menopausa precoce è associata a tutta la sintomatologia già citata per la premenopausa con in aggiunta, però, possibili disagi psicologici legati alla fertilità compromessa. Ecco perché in questi casi i medici raccomandano la fecondazione in vitro che offre fino al 50% di possibilità di ottenere una gravidanza.
La decisione, invece, di effettuare una terapia ormonale sostitutiva (TOS) è da valutare attentamente insieme al proprio ginecologo di fiducia. La letteratura scientifica ne dà indicazione appunto per le donne entrate in menopausa prima dei 45 anni e anche per quelle donne che soffrono di risvegli notturni frequenti e duraturi a causa di vampate di calore e sudorazioni.
Controindicazioni importanti alla TOS includono invece:
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precedente storia di tumore al seno, alle ovaie o all’utero;
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problemi di coagulazione del sangue;
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ipertensione;
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malattie epatiche.
Se vi siete riconosciute in alcuni di questi sintomi, potreste prenotare una visita ginecologica
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