5 libri sull'impotenza maschile
E poi una sera è successo: per quanto la desiderassi molto, come sempre desidero mia moglie, la mia virilità mi ha lasciato a piedi.
Era una di quelle serate speciali che Gioia e io pianifichiamo con cura, per celebrarci, per ritrovarci. Quasi sempre si concludono nel nostro amato talamo, l’uno tra le braccia dell’altro. Non era mai accaduto, ma quella sera è successo: il desiderio per lei non ha preso… corpo (come dirlo meglio?). Troppo cibo, mi son detto, troppo alcol. Ma la verità è che avevamo mangiato e bevuto bene, senza esagerare. È successo quella sera e poi è successo altre due, tre volte. E io mi sono detto ok, è finita.
Un numero nella media
Allora, proprio come avreste fatto voi, sono andato a spigolare su Google. Lì ho scoperto che ero un numero di una media importante: secondo i dati presentati lo scorso ottobre dalla Società italiana di urologia, tre milioni di maschi soffrono di disfunzione erettile, il 52% degli uomini tra i 40 e i 70 anni, per la European Association of Urology, ma il problema può presentarsi a tutte le età e si presume che i dati trascurino i tanti che non rendono palese il proprio disagio per vergogna, ignoranza, paura di esser giudicati.
Le cause possono essere diverse: ragioni di ordine emotivo o psicologico, disfunzioni legate a un disturbo cardiovascolare, patologie come il diabete, o “semplicemente” l’invecchiamento: insomma qualsiasi cosa agisca su vasi, nervi e tessuti, limitando una diminuzione del flusso sanguigno.
Ho letto anche, ma questo già lo avevo scoperto sulla mia pelle, che quando la “macchina” non funziona più a dovere, questo pensiero può diventare un’ossessione. L’intera vita sessuale, affettiva e l’autostima ne risentono. E il pregiudizio che grava su questa condizione è parte del dramma: proprio per questo parlarne, sostengono gli esperti, cercare aiuto, può contribuire ad alleggerire la tensione.
Squarciare il muro di gomma
E allora ho squarciato il muro di gomma, ho cominciato a fare quello che i maschi di solito non fanno: parlarne, confidarmi con gli amici, con mio fratello, coi colleghi più vicini. E calando la maschera ho scoperto che molti intorno a me condividono lo stesso problema, alcuni lo hanno in parte risolto o lo tengono sotto controllo; qualcuno, già in cura da un bravo urologo, mi ha passato il suo contatto.
La cosa più rassicurante che quel medico mi ha detto è che, con tutte le terapie oggi disponibili, oltre il 90% dei casi di disfunzione erettile può trovare una soluzione. A volte, come nella mia situazione, è stato sufficiente tenere a bada l’ipertensione, con una dieta stretta e con una terapia farmacologica. Ma esistono trattamenti anche per forme più serie: la famosa pillola blu, le onde d’urto e, in situazioni estreme, iniezioni e impianti. Tutte cure da concordare rigorosamente con un medico, ma non aspettate troppo: così come fanno le nostre compagne, anche noi uomini dovremmo sottoporci, dopo una certa età, a controlli regolari.
Letture terapeutiche
Un’ultima cosa: sarebbe stato tutto più penoso se in questa avventura non avessi avuto sempre al mio fianco la mia Gioia, che con il suo amore incondizionato mi ha aiutato a sdrammatizzare e a comprendere le origini del senso di sconfitta che provavo. Essendo donna, e piuttosto saggia, sa bene che la sorgente dell’eros zampilla nel cervello, e lì prima di entrare in azione deve vedersela con archetipi, pregiudizi, tabù. Anche per questo mi ha consigliato un piacevole “ricostituente”: un programma di letture illuminanti con cui accompagnare il mio processo di “guarigione”, e propiziare un approccio meno tossico all’idea di virilità. Sono romanzi, alcuni veri e propri classici, e inchieste in cui mi sono ritrovato, che mi hanno illuminato. E che vorrei condividere con voi.
Stendhal, Armance, Einaudi-Rizzoli-Mondadori
Nel romanzo di Stendhal citato anche da Call me by your name di Luca Guadagnino e ambientato durante la Restaurazione, Octave de Malivert, uno studente brillante ma ombroso, s’innamora, ricambiato, della lontana cugina Armance de Zohiloff. Octave però nasconde un inconfessabile segreto. Il tema dell’impotenza qui resta intenzionalmente il mistero attorno a cui si dipana la storia, non è mai menzionato in modo esplicito e si allarga fino a comprendere una sorta di “impotenza sociale” del giovane Octave, incapace di avere il controllo su se stesso.
Vitaliano Brancati, Il bell’Antonio, Mondadori, Bompiani
Scava nella complessa fragilità del maschio anche questo strepitoso romanzo di Vitaliano Brancati del 1949, adattato nel 1960 per il grande schermo da Mauro Bolognini con Marcello Mastroianni, indimenticabile accanto a Claudia Cardinale: bello da togliere il fiato e accompagnato da una solida reputazione di sciupafemmine, Antonio Mangano torna dopo gli studi a Roma nella sua Catania fascista e machista e s’innamora della bella e ricca Barbara. La sua fama di seduttore si sgretola quando a tre anni di distanza dal matrimonio trapela un’infamante maldicenza: le nozze non sarebbero mai state consumate.
Michel Houellebecq, Serotonina, La nave di Teseo
Il protagonista del settimo romanzo dell’autore più visionario e disturbante di Francia, è un ingegnere agricolo di 46 anni, funzionario del ministero dell’Agricoltura, alcolizzato e reso temporaneamente impotente da un trattamento antidepressivo (che sintetizza la serotonina del titolo). In viaggio verso la Normandia per seguire le orme del suo antico amore, Camille, una veterinaria che l’ha lasciato diversi anni prima, incontra un vecchio amico allevatore che, ridotto sul lastrico da tasse e balzelli imposti dalle normative europee, si suicida nel corso di una protesta. Qui l’impotenza del suo protagonista diventa metafora esplicita del mondo agricolo strozzato dalla globalizzazione e del collasso dell’Europa intera, insieme ai suoi valori.
Mariangela Mianiti, La vita Viagra, DeriveApprodi
«Perché a più di vent’anni anni dall’uscita in commercio del Viagra e a pochi di meno da quella di altri due farmaci per la cura della disfunzione erettile, cioè Cialis e Levitra, i mass media sentono ancora il bisogno di parlare della battaglia contro l’impotenza maschile come di una grande conquista?», chiede Mariangela Mianiti, autrice di questa inchiesta coraggiosa e fuori dal coro. Per rispondere alla domanda la giornalista interpella sessuologi, urologi, studiosi, ma anche amanti, uomini e donne, radiografa cliché e relazioni, smaschera silenzi, desideri inconfessati e ci mette di fronte alla sua personale conclusione, o forse a una speranza: cioè che la bollente e delicata materia di cui è fatto il sesso non si riduca a un’erezione e che la sessualità non sia solo penetrazione.
Daniele Cini, Se son rose sfioriranno, Giunti
È uscito da poco, nella collana Il terzo tempo, curata da Lidia Ravera, che l’editore Giunti ha dedicato alla letteratura rosa per gli over 60, questo romanzo tenero e delicato che, come rivela la stessa Ravera, in un’intervista in esclusiva per Cocooners, «prende di petto il tema dell’impotenza maschile ed è una vera delizia». È la storia di Saverio, giardiniere sessantenne solitario e schivo, che s’innamora di una donna sposata. Ma il marito di lei e i pettegolezzi del piccolo borgo in cui entrambi abitano non sono l’unico ostacolo che si frappone tra loro.
Se avete avuto anche voi queste defaillance, la lettura può essere un buon modo per esorcizzarle
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