Laura Milan: «La mia rinascita grazie alla moda»
«L’abito è sempre stato la mia seconda pelle. Se non la prima. Dopo la fine di matrimonio e di un’attività commerciale, un negozio di abbigliamento, per tanti anni ho indossato una divisa, prima quella del lavoro in mensa, poi quella dietro al bancone di un negozio di alimentari». Laura Milan, oggi 55 anni, ricorda il suo passato recente senza nascondere un barlume di tristezza. Poi, quando comincia a parlare del presente, del suo nuovo atelier, della prima sfilata e della recente collaborazione con Diego dalla Palma il tono di voce si fa chiaro, le parole scorrono come un fiume in piena, la passione si diffonde come un vortice di emozioni che prendono forma per essere condivise con tutti quelli che hanno voglia, necessità di farlo.
La mia poetica
Renaissance, “rinascita” recita il titolo dell’ultima sfilata avvenuta al teatro di Thiene, nel vicentino, quella di chi non ha avuto paura di ricominciare tutto daccapo. Anche a costo di non farcela. Di sbagliare. E di soffrire, di nuovo. «“Trovatevi una passione che vi salverà la vita”, ripeto sempre ai miei figli», racconta Laura che oltre alla moda lei di passioni ne ha anche altre, quella per il teatro e per la prosa. «Prima che cominciasse tutto conducevo dei reading di poesia in mezzo al bosco; qua e là appendevo degli abiti. E la gente apprezzava, sempre di più».
Il video della prima sfilata di Laura
Dove tutto è cominciato
Che la moda faccia parte del suo Dna lo deve non solo al padre che lavorava nell’abbigliamento, ma anche a quello che si dice istinto, fiuto. «Per il mio secondo matrimonio ho trovato, per puro caso, la sarta che aveva lavorato con il couturier di Marcello Mastroianni, l’unica che sia riuscita a interpretare l’idea del mio abito nuziale». Lo legge come segno del destino. Trova l’appartamento giusto per il suo atelier dove ricostruisce un’atmosfera parisienne, come la sua nonna. Versi in rima e azioni concrete che si traducono nelle sue creazioni, abiti comodi, larghi, che non stringono, soffocano. Che fanno passare il vento; che avvolgono la pelle e l’anima. Come il kaftano, modello icona delle sue collezioni, ma anche cappotti, abiti lunghi e larghi in morbidi tessuti come seta e velluti, ricamati o no. Senza genere. Perché ciò che conta è «ribellarsi a un unico modo di vestire, di essere; dobbiamo ripeterci “il mio corpo così com’è è perfetto”», è il monito della stilista per tutte le donne. Le stesse che, soprattutto dopo una certa età, «devono imparare a scegliere, a non vivere le paure degli altri; a riconoscere anche gli uomini giusti per sé, che profumano di saggezza, come quello che ho in mente io, un po’ alternativo a cui piace stare comodo». Dopo le due precedenti, organizza una sfilata in pieno lockdown, poi un’altra ancora, tutte con amici e amiche della sua età: due capitoli della stessa storia che racconta di bellezza, autostima, rispetto. «Perché ogni momento può essere quello giusto per la propria rinascita». Bisogna saperlo riconoscere. Con forza e tanto coraggio.
Guarda il video della seconda sfilata di Laura Milan
La collezione maschile
Da qui nasce la collezione maschile con tanti capi da condividere con la propria compagna, moglie, amante, che ha avuto un ambassador d’eccezione, Diego dalla Palma (qui l’intervista), che con Laura Milan ha condiviso l’idea di moda ma anche di vita. «Un essere umano è bello se raggiunge due grandi valori: la consapevolezza e la luccicanza che arriva solo attraverso il dolore», spiega il personaggio storico del make up. Perché a rinascere si fa sempre in tempo. «Solo se scegli cosa vuoi fare della tua anima». A cominciare dal vestito che scegli con cui avvolgerla.
Guarda il video della terza sfilata
E tu, hai mai pensato a una “rinascita”?
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