La pensione sociale alle donne over 65
In Italia, la normativa sulle pensioni è tra le più complesse dell’ambito legislativo: oltre a diverse forme di pre-pensionamento e alle periodiche rettifiche (anagrafiche ed economiche) dettate dagli adeguamenti I.S.T.A.T., lo Stato prevede anche la possibilità di accedere alle cosiddette Pensioni Sociali, misure assistenziali speciali, erogate dall’I.N.P.S. e dedicate esclusivamente alle fasce più deboli, tra le quali sono annoverate le donne.
Proprio su questa categoria specifica si concentra questo articolo, il cui scopo è di fare chiarezza su quelle che sono le principali tipologie di pensione sociale dedicate alle donne di 65 anni e sui requisiti necessari per accedervi.
Prima di addentrarci nel dettaglio della materia, però, è necessario un ulteriore chiarimento: in Italia, secondo la normativa vigente, è possibile andare in pensione al raggiungimento dei 67 anni d’età anagrafica, soglia minima individuata dall’aggiornamento statistico del 2019. Tra le varie deroghe previste per i casi di maggiore disagio rientra la cosiddetta Opzione Donna.
Opzione Donna: la quota rosa degli assegni sociali
Opzione Donna è l’unica misura assistenziale statale prevista specificatamente per le donne: introdotta dalla Legge n. 243/2004 e messa a punto dalla Riforma Fornero, ha subito, negli anni, numerose modifiche.
Beneficiando, però, del principio della “cristallizzazione dei requisiti”, la legge permette (a coloro che abbiano già maturato i requisiti di accesso in anni precedenti) di fare domanda per l’assegno sociale anche a posteriori, secondo le condizioni previste dalla normativa dell’anno di riferimento e non secondo quelle in vigore nell’anno di richiesta.
È bene, perciò, analizzare brevemente anche i requisiti d’accesso previsti per il 2022, soffermandosi poi sulle misure relative all’anno legislativo in corso e, infine, ipotizzando plausibili scenari futuri.
Opzione Donna 2022
La Legge, per il 2022, prevedeva che una lavoratrice potesse avere accesso all’Assegno Sociale Anticipato, dimostrando, al 31 dicembre 2021, di avere versato contributi per almeno 35 anni e di avere compiuto 58 anni d’età (se lavoratrice dipendente) o 59 (se lavoratrice autonoma).
Opzione Donna 2022, inoltre, fissava le finestre di decorrenza in base alla condizione occupazionale: le lavoratrici dipendenti potevano accedere alla pensione sociale dopo 12 mesi dal raggiungimento dei requisti; quelle autonome, invece, dopo 18.
Condizione imprescindibile per tale forma di pre-pensionamento era che la richiedente accettasse il sistema di calcolo contributivo integrale, ovvero quello che tiene in considerazione esclusivamente il valore complessivo generato dai contributi versati (e non quello medio derivato dalle retribuzioni percepite), al netto delle rivalutazioni fiscali.
Questo aspetto ha determinato una forte penalizzazione economica (circa il 25-35% rispetto al valore della pensione di anzianità) che ha disincentivato notevolmente l’accesso a tale misura.
Opzione Donna 2023
La Legge di Bilancio 2023 ha apportato sostanziali modifiche a Opzione Donna, prevedendo che l’accesso a tale forma di Pensione Sociale sia riservato alle donne lavoratrici che, al momento della richiesta, si trovino in almeno una di queste condizioni:
- siano caregiver, ovvero assistano (da almeno 6 mesi) un coniuge o parente di I grado, convivente, disabile, invalido o affetto da grave malattia oppure un familiare/parente di II grado affetto da gravi handicap e i cui genitori siano ultrasettantenni, invalidi oppure deceduti
- siano affette da invalidità, accertata e certificata, pari o superiore al 74%, con conseguente riduzione della capacità lavorativa
- siano dipendenti di aziende in crisi o siano state licenziate da un’azienda che partecipi al tavolo di contrattazione per la gestione della crisi aziendale e non abbiano più stipulato alcun contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Queste categorie possono procedere all’invio della domanda qualora abbiano maturato, al 31/12/2022, almeno 35 anni di contributi e compiuto 60 anni d’età oppure 59 (se lavoratrici madri con un figlio) o 58 (se lavoratrici con due o più figli oppure licenziate/dipendenti di aziende in crisi, indipendentemente dal numero dei figli).
Viene dunque annullata, rispetto all’anno precedente, la differenziazione tra lavoratrici dipendenti e autonome, ma prevista quella per le madri; sono inseriti nuovi requisiti sociali, ma restano, invece, invariate le finestre di decorrenza e la scelta del calcolo contributivo.
Personale scolastico e di Alta Formazione Artistica e Musicale
Il personale scolastico e quello A.F.A.M. fanno eccezione per ciò che riguarda i periodi di accesso, previsti in un’unica finestra a inizio anno scolastico (1 settembre) e accademico (1 novembre), con possibilità di inoltrare le domande fino al 28/02/2023.
Opzione Donna e attività lavorativa
All’interno del testo di legge è presente un “vuoto legislativo” che può creare dubbi e perplessità e che, nel caso, dovrà essere approfondito dalle dirette interessate.
Nella definizione dell’applicabilità di Opzione Donna non viene esplicitata, né menzionata la possibilità di continuare a percepire la pensione sociale anche a fronte di una successiva ripresa lavorativa, con conseguente presupposta cumulabilità dell’assegno con altre forme di reddito da lavoro dipendente o autonomo.
Pur risultando ciò plausibile (almeno nella teoria), sarà necessario sottoporre la questione direttamente al consulente del lavoro o agli incaricati dell’I.N.P.S..
Altre modalità di accesso alla pensione sociale anticipata e previsioni per il 2024
Oltre a Opzione Donna, esistono altre forme di pensione sociale per le donne a 60 anni, anche se, in effetti, nessuna risulta esclusivamente dedicata alle lavoratrici. Tra queste forme di Pensione Sociale (che non dipendono dall’età anagrafica) ci sono:
- Pensione anticipata I.N.P.S: si basa solo sull’anzianità contributiva, fissandola a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne. È prevista, dunque, per coloro che abbiano cominciato a lavorare a 22 (o 21) anni, senza mai interrompere l’attività lavorativa.
- Quota 41: riservata ai lavoratori precoci, con almeno 12 mesi di contributi versati entro il 19° anno d’età e con un complessivo contributivo di almeno 41 anni, caregiver, invalidi al 74% o più, disoccupati o impiegati in mansioni gravose e/o usuranti
- Pensione per sopravvenuta invalidità: spetta a chi abbia versato almeno 20 anni di contributi. Per gli uomini viene considerata la soglia minima di 61 anni d’età, mentre per le donne quella di 56, ma a tutti deve essere stata accertata un’invalidità pari o superiore all’80%
- Quota 100 (o meglio, Quota 103): rivolta a coloro che abbiano compiuto 65 anni nel 2021 e abbiano versato 38 anni di contributi
- A.Pe. Sociale (Anticipo PEnsionistico): più che una forma pensionistica, si presenta come un “assegno ponte”, erogato dallo Stato esclusivamente alle Quote 41 e che permette di fare richiesta d’indennità al raggiungimento di 31 anni di contributi per gli uomini e 29 per le donne, andando così a coprire (economicamente) il periodo che intercorre al raggiungimento dei 67 anni di età
La pressione fiscale e l’innalzamento delle aspettative di vita, nonché la grave crisi economica in cui verte lo Stato Italiano determinano una tendenza (ormai costante da anni) in ottica di restrizione degli accessi alle Pensioni Anticipate e di prolungamento dell’età di pensionamento, preannunciando, per gli anni a venire, ulteriori strette.
Nonostante ciò, l’attenzione del Governo dovrà essere sempre più rivolta verso coloro che vertano in situazioni di comprovato disagio economico e sociale in modo tale che, grazie alle agevolazioni e all’assistenza statali, possa essere arginato il deficit dei cittadini più deboli.
Come fare richiesta di accesso
Come ormai tutte le pratiche I.N.P.S. sarà possibile accedere al portale online tramite le proprie personali credenziali S.P.I.D. oppure mediante carta di identità elettronica o Carta Nazionale dei Servizi. Il portale, inoltre, è stato rivisitato di recente, al fine di renderne la navigazione più agevole.
Accedendo all’area dedicata all’invio telematico delle domande di Assegno Sociale, sarà possibile compilare tutta la modulistica richiesta, allegando, qualora previsto, anche i documenti ritenuti necessari ai fini della convalida.
Chi fosse impossibilitato ad accedere al servizio online, potrà fare riferimento a Enti, Associazioni di categoria e Patronati oppure contattare l’I.N.P.S. tramite Contact Center, al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) o allo 06.164.164 (da rete mobile).
L’esito della domanda (accettazione o rifiuto) viene inoltrato, di solito, entro 30-45 giorni lavorativi.
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