Body shaming: una pratica che colpisce a qualunque età
Contrariamente a quello che si possa pensare il body shaming colpisce chiunque, indipendentemente dall’età e dal sesso. Ancor oggi, infatti, le forme e le imperfezioni del corpo sono spesso utilizzate come armi per ferire qualunque persona.
Ecco perché è utile parlarne e sensibilizzare tutti sulla gravità di questi comportamenti offensivi e pericolosi.
Cos’è il body shaming
Il body shaming è un fenomeno che è sempre esistito, ma con i social network si è intensificato. L’ espressione deriva dalle parole inglesi “body”, cioè “corpo” e da “shaming” che significa “vergogna”. Indica perciò un comportamento che spinge qualcuno a vergognarsi del suo corpo.
Consiste, infatti, nel deridere in modo offensivo e cattivo chi ha un corpo con caratteristiche che non corrispondono ai modelli sociali (per la cellulite o per l’altezza o per le rughe o per mille altri motivi). Il body shaming può attuarsi anche in modo subdolo e sottile, usando, per esempio, espressioni del tipo “come sei dimagrita” o “dovresti andare in palestra”. Non si vuole rivolgere una critica costruttiva, ma si esprime un parere giudicante, fuori luogo e fuori contesto. E’, infatti, il risultato di una vera e propria cattiveria voluta con lo scopo di mortificare un’altra persona.
Proprio per contrastare un fenomeno così grave, nel mese di maggio, è stata presentata dalla deputata Martina Semenzato una proposta di legge, in cui è stato anche istituito il 16 maggio come giornata nazionale contro il body shaming.
Body shaming e le persone over
Ormai, come si è detto, il body shaming colpisce chiunque, donne ed uomini a qualunque età. Basti pensare agli insulti che ha ricevuto l’ex Ministro Brunetta per la sua statura. Oppure pensiamo che la non più giovane e brava giornalista Giovanna Botteri, con una laurea in Filosofia e con un dottorato alla Sorbonne di Parigi, corrispondente Rai in Cina durante la pandemia di Covid, è stata criticata solo per il suo modo di vestirsi e di pettinarsi. Eppure a 64 anni lavorava come “una dannata, correva, non aveva il tempo né la voglia di pensare all’ abito”, come lei stessa ha scritto. Oppure ricordiamo le critiche che ha ricevuto la conduttrice Mara Venier, in quanto avrebbe dovuto “tagliare i capelli perché vecchia” o “mettersi a dieta, perché ormai di una certa età”.
Purtroppo, dobbiamo constatare, con grande tristezza e rammarico, che, invece di essere valutati per i propri meriti o demeriti personali e professionali, si viene apostrofati per il proprio aspetto fisico! È una questione che purtroppo va contestualizzata in un’epoca in cui sono ancora perpetuati certi pregiudizi. Vengono, così, emarginate ed isolate specialmente le donne che non sono più giovani, magre e di bell’ aspetto.
Soprattutto ad una certa età, perciò, si rinuncia ad un abito che piace, soltanto perché lascia scoperte le parti più critiche, come le braccia non più toniche. Oppure non si va in piscina o al mare per il timore di mostrarsi in costume. “Largo ai giovani”, si continua a dire! Ma forse i non più giovani non hanno gli stessi diritti degli altri di vestirsi, di pettinarsi o di truccarsi secondo le proprie preferenze?
Perché si vuole offendere qualcuno?
Al di là della cultura della fisicità, chi critica e attacca le altre persone lo fa non solo per invidia e per un senso di soddisfazione, ma evidentemente perché ha dei problemi interiori. Indubbiamente è il primo a vivere male e, convinto che il valore e il successo di una persona dipende soltanto dal suo aspetto, è il primo a non aver fiducia in se stesso. Non accetta le sue imperfezioni e non sa guardare a ciò che conta realmente. Quando non si ha fiducia in se stessi, non si arriva, infatti, a cogliere il bello nella diversità e nell’ imperfezione, ma si è profondamente insicuri. Pertanto chi viene additato, addita gli altri, chi è insoddisfatto del suo aspetto, critica quello degli altri. Non volendo riconoscere i propri limiti e le proprie debolezze e timoroso di mettere a nudo se stesso, sposta, infatti, sugli altri la sua attenzione ed il suo sguardo critico.
Conseguenze di chi è vittima di body shaming
Il corpo non è solo un involucro, ma racchiude in sé regole e pressioni ed è il mezzo che permette l’esperienza umana. La sua denigrazione quindi può comportare conseguenze devastanti.
In particolare il body shaming è molto pericoloso, perché spesso chi lo fa approfitta delle debolezze altrui, per rafforzare le loro insicurezze ed i pensieri negativi sul proprio fisico, che tutti hanno, nessuno escluso.
Chi lo subisce non solo può peggiorare la stima di sé, sentirsi insicuro ed inadeguato, ma anche può essere colpito da
- disturbi da dismorfismo corporeo,
- effetti negativi sul sistema immunitario
- problemi nell’ alimentazione,
- difficoltà di auto-accettazione
- stress psicologico
- disturbi d’ansia e di depressione.
Come contrastare il body shaming
Poiché il body shaming attecchisce soprattutto sulle persone emotivamente più fragili o che hanno meno capacità per fronteggiarlo, il primo modo per contrastarlo, quando se ne è vittima, è cercare di lavorare su se stessi da un punto di vista psicologico. Si aumenta, così, la consapevolezza del proprio valore e la fiducia nelle proprie risorse. In questo modo è più facile emanciparsi dagli stereotipi e dai luoghi comuni ed affermare con i propri comportamenti il diritto alla diversità ed alla libertà.
Non bisognerebbe, comunque, dare troppa importanza ai commenti che si ricevono, perché sono opinioni altrui e come tali non devono mettere in crisi la propria identità. Non esiste, del resto, il fisico perfetto: ognuno può avere le misure giuste in proporzione al proprio corpo e comunque può essere bello a suo modo.
E’ opportuno sensibilizzare tutti
Come dicevamo, è molto importante continuare a parlare di questo fenomeno negativo, soprattutto per sensibilizzare le persone a reagire, anche se non è sempre facile.
Quando se ne è vittima, invece di assumere un atteggiamento di indifferenza, fingendo di non esserne colpiti, per poi invece continuare a rimuginare nel proprio intimo, è opportuno saper replicare. Bisogna infatti fare in modo che le persone che attuano il body shaming diventino consapevoli della sofferenza che provocano a chi riceve certe frasi.
In una società che ci vuole tutti omologati, bisogna, inoltre, ribellarsi al conformismo dilagante. Basta incominciare con il non preoccuparsi dell’approvazione esterna. Per esempio, se può far sentire meglio, non bisogna temere di portare i capelli lunghi, anche se si è over 60. Il fascino e lo stile, infatti, vanno oltre l’età, il genere e la fisicità.
Comportamenti alternativi alle mode ed agli stereotipi serviranno, senza dubbio, a sradicare quei pregiudizi che non hanno ragione di esistere. E’ forse l’unico modo per favorire un nuovo clima culturale e sociale in cui ci sia più rispetto per la diversità ed in cui si inizi a guardare le altre persone con occhi non più giudicanti, ma comprensivi.
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