I libri per l’estate 2023
È tempo… di leggere! I titoli da mettere in valigia consigliati da Cocooners
Permette di stimolare la mente e garantisce spensieratezza; fornisce un’evasione dalla realtà ed è uno dei migliori antidoti contro l’ansia. Come se non bastasse, regala buonumore e consente di vivere il quotidiano con un altro spirito. Sembrerebbe complicato – di fatto, l’apparenza inganna! – ma è elementare e bellissimo. È il piacere della lettura, tanto semplice quanto capace di donare un benessere psicofisico inimmaginabile…non è un caso che esista una vera e propria terapia dei libri, la Book Therapy, certificata e usata in tutto il mondo con ottimi risultati. Scettici? Non vogliamo convincervi di nulla ma solo consigliarvi un bel romanzo che può sicuramente diventare una promessa di felicità da mettere in valigia. Il tema che lega i titoli che vi abbiamo proposto è quello del tempo, inteso in molteplici accezioni e declinato in storie diverse tra le quali, siamo sicuri, sarà difficile scegliere. Non resta, dunque, che leggerle tutte!
Vecchiaccia di Fuani Marino
Che Fuani Marino non abbia mai avuto una particolare passione per la vecchiaia è cosa nota, come dimostra il suo ultimo libro dal titolo più che eloquente, Vecchiaccia (edito da Einaudi). Un po’ pamphlet, molto memoir, tanto raccolta di appunti sparsi poi ordinati con i quali la scrittrice dà conto della sua idiosincrasia per capelli bianchi&co. Una provocazione, certamente, che ha il suo precedente in un Tweet incriminato risalente al periodo pandemico con il quale la Marino aveva manifestato il suo disappunto contro le restrizioni prese a favore della classe sociale più agé, sollevando un polverone mediatico. Ma “Vecchiaccia” non è un escamotage per uscire con eleganza da una situazione complicata, bensì un’analisi con la quale la scrittrice si premura di dare conto delle sue ragioni. Il risultato è, come già nel suo precedente romanzo, destabilizzante. Non solo perché immerge il lettore nel quotidiano non semplice di chi scrive, ma perché lo invita a scorrere l’album di una memoria a tratti dolorosa che ha formato le basi dell’“intolleranza” dell’autrice. Su cui si innestano altre importanti variabili, una su tutte la sua profonda cultura, la scrittura vista alla stregua di un prezioso mezzo di comprensione, il diritto, rivendicato, di andare oltre i luoghi comuni, anche provocando. Del resto, lo ammette lei stessa, “credo, semplicemente, di odiare i vecchi perché già mi ci sento, vecchia”.
Due tazze a Swinburne Road di Leaf Arbuthnot
Ma si invecchia anche e soprattutto quando ci si sente soli e manca una compagnia che renda le giornate meno lunghe e sempre uguali. Lo sa bene Ada, rimasta recentemente vedova dell’amore della sua vita, Michael, professore di letteratura italiana a Oxford, che è quasi spaventata dalla deriva che sta prendendo la sua esistenza. Ma avere qualcuno accanto è importante anche per chi ha l’età di Eliza, dottoranda in letteratura italiana, che dopo essere stata lasciata dalla fidanzata, si trova impastata in una quotidianità precaria che le impedisce di dare una direzione alla sua vita. Ma che cosa succede quando Ada decide di… mettersi in affitto come nonna ed Eliza prova a essere sua nipote? Semplicemente il vuoto delle loro solitudini sarà riempito da tazze di tè e letture di Primo Levi, in una favola contemporanea dal sapore sociale che riconsegna alle persone più anziane un ruolo fondamentale. Tutto da godere ne “Due tazze di tè a Swinburne Road” di Leaf Arbuthnot, (edito da HarperCollins).
L’Inventario delle nuvole di Franco Faggiani
Esattamente come nel piccolo mondo antico, racchiuso tra le cime dei monti del cuneese, raccontato da Franco Faggiani ne “L’inventario delle nuvole” (edito da Fazi) dove la vecchiaia è saggezza e insieme memoria di un mestiere dimenticato che l’anziano Girolamo trasmette al nipote Giacomo per conservare la tradizione e la magia del tempo passato. Poetico ed eroico insieme è il racconto con cui l’autore descrive l’apprendistato del giovane alla carriera del cavié, il tagliatore di capelli venduti poi per farne parrucche, e il passaggio da un’epoca all’altra, con la guerra che incombe sul percorso di crescita di un ragazzo che imparerà ad amare e, guardando in alto sentendo l’aria con il naso, a fare l’inventario delle nuvole. Perché la felicità può e deve essere di questa terra.
I miei fantasmi di Gwendoline Riley
Tra le tante associazioni di cui il tempo si fregia, il tema genitoriale è sicuramente quello più indagato da storie che, mai come oggi, riportano in primo piano il rapporto con i figli. Doloroso, spesso, privo di tenerezza e mosso da una violenza, risultato di rancori passati e di inespresse lontananze, come nel racconto della madre fatto da una figlia disperata e disamata che è al centro dello straziante “I miei fantasmi” di Gwendoline Riley (edito da Bompiani). È la costruzione di un dolore che attraversa un’intera vita e che diventa un confronto tra donne lacerate da una distanza destinata a non essere mai colmata. Un lessico famigliare privo di ogni edulcorazione in cui la possibilità di salvarsi non può più essere affidata all’amore.
La Cartolina di Anne Berest
Tutt’altro succede, invece, nello struggente “La Cartolina” di Anne Berest (edizioni e/o), con quella sua storia che arriva da un passato carico di dolore e di sofferenze e si porta dietro il ricordo di quattro vite ricomparse improvvisamente. Succede sul retro di una missiva anonima archiviata anzitempo dalla madre della scrittrice su cui compaiono i nomi di quei famigliari di cui si sono perse le tracce durante il secondo conflitto mondiale. E per ritrovarle, quelle tracce, quei passi che dalla Russia arrivano in Francia e infine ad Auschwitz, che la Berest dà vita a un romanzo pulsante capace di farsi contenitore di altri libri. Un po’ autobiografia, un po’ saga familiare con quel suo dialogo fecondo con il tempo in cui riprendono fiato le vicende passate. Un po’ anche inchiesta giornalistica puntata alla ricerca del mittente della cartolina, un burattinaio perverso che tiene le fila di qualcosa di terribile oppure un fantasma venuto dal passato alla ricerca di requie? C’è poi anche la questione dell’identità ebraica, che la Berest interiorizza nella sua contemporaneità laica e che la costringe a porsi quella domanda, cosa significhi essere ebrei, che non si è mai posta prima. È qui che leggere significa andare ben oltre le pagine scritte, ritrovando anche quelle vite negate dalla Shoah per le quali, come scriveva Simone Veil, “non esiste un dovere di memoria bensì un dolore di trasmissione”. Un libro bellissimo e toccante, un lascito prezioso di cui fare tesoro.
La centenaria con la pistola di Benoit Philippon
Per chiudere vi lascio con “La centenaria con la pistola” di Benoit Philippon (Ponte alle Grazie) lo spassoso racconto della vita di Berthe Gavignol che, all’età di 102 anni e dopo aver seppellito sette uomini nella cantina della sua casa, viene arrestata per aver sparato al suo vicino. Una volta deposto il fucile, potrà finalmente raccontare all’Ispettore Ventura e al lettore la lunga storia della sua sfortunata vita…e, vi assicuro, ci sarà da sorridere!
E voi siete pronti a raccontarci le vostre letture dell’estate?
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