Un rebranding per la Verdi
LaVerdi cambia nome. Nel lessico famigliare di pubblico e addetti ai lavori l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, nei quasi trent’anni anni trascorsi dalla sua fondazione era diventata semplicemente “laVerdi”. Nata nel 1993 con un nume tutelare come il suo fondatore Vladimir Delman, restituì – tra entusiasmi e diffidenze – al capoluogo lombardo rimasto orfano dell’Orchestra Sinfonica della Rai, la freschezza di una nuova compagine sinfonica a cui affezionarsi, alternativa alla più “esclusiva” Filarmonica della Scala. Altro musicista cardine della sua storia Riccardo Chailly, che dal 1999 al 2005 ne fu direttore musicale e oggi è direttore onorario. E poi la cinese Zhang Xian (2009 -2016) direttore donna “antelitteram”, rimasta in famiglia come direttore emerito.
Si fece negli anni sempre più inclusiva laVerdi, per vocazione e necessità, anche grazie alla costruzione nel 1999 dell’Auditorium di Largo Mahler da 1.250 spettatori (“Auditorium di Milano Fondazione Cariplo”) che divenne la casa dell’Orchestra e di un pubblico affezionato, fedele e curioso seppure – come tutti – in affanno di ricambio generazionale.
Attenzione però, da oggi in poi, con un’operazione che il marketing contemporaneo definisce di rebranding si chiama Orchestra Sinfonica di Milano. Il suo nuovo logo, caratterizzato da una M che graficamente rievoca e richiama in modo diretto tanti simboli meneghini, la candida a identificarsi in modo esplicito con un “brand” forte e internazionale come quello della città di Milano e a rivendicare il proprio ruolo di Orchestra territoriale con aspirazioni internazionali (la Regione Lombardia è sempre stata in prima linea nel sostegno anche finanziario alla sua attività).
Cambiamenti e conferme. Necessari gli uni per rispondere alle criticità post pandemia e a quelle strutturali e le altre per non smarrire identità.
La stagione di concerti 2022/2023, appena presentata insieme alla nuova strategia di comunicazione, rinnova la pluralità e la differenziazione di offerta musicale che ha sempre caratterizzato l’Orchestra guidata da Ruben Jais (direttore generale e artistico). Il quale così presenta i direttori e i musicisti “residenti” della Sinfonica di Milano: “Avremo nuovi compagni di viaggio; che potranno offrire musica di altissima qualità ai nostri ascoltatori: Claus Peter Flor, concluso 11 suo mandato di direttore musicale, continua il suo percorso insieme a noi nel nuovo ruolo di direttore
emerito e sarà nostro ospite in quattro programmi; Andrey Boreyko, dopo gli entusiasmanti concerti della passata stagione, assume il ruolo di direttore residente e sarà, tra l’altro, il protagonista del concerto di apertura della Stagione, come sempre ospitato presso il Teatro alla Scala, domenica 11 Settembre insieme ai fratelli Lucas e Arthur Jussen che con il Concerto per due pianoforti in mi maggiore di Felix Mendelssohn Bartholdy si presenteranno al nostro pubblico nel nuovo ruolo di Artisti Residenti; Alondra de la Parra, Direttrice Principale Ospite, ci guiderà alla scoperta di mondi musicali appartenenti a luoghi e tempi distanti; Jaume Santonja, anch’egli nel ruolo di Direttore Principale Ospite, affronterà un vasto repertorio che spazia dalla musica classica di Mozart ad autori contemporanei, eseguendo anche uno dei due brani che Silvia Colasanti, nostra Compositrice in Residenza, dedica alla Stagione Sinfonica”.
Dunque, direttori d’orchestra di diversa estrazione e profilo a “costruire” il lavoro di un’orchestra solida ma poliedrica, due artisti residenti bravi giovani e belli come i fratelli Jussen, una compositrice italiana di valore come la Colasanti. Così si guarda all’anno musicale che verrà. Ai 32 appuntamenti della stagione sinfonica principale che si aprirà alla Scala l’11 settembre si affiancano sino a giugno – come e più di prima – tante rassegne collaterali dai titoli invitanti e friendly: Concerti da gustare (in collaborazione con un’eccellenza milanese come quel gran pasticciere, anzi maître chocolatier, che è Ernst Knamm); i Concerti ristretti, brevi e anche cameristici, i POP’s (6 appuntamenti sinfonici crossover, ormai una tradizione), il nuovo format Musica e Scienza, poi Musica da Camera al Teatro Girolamo e Musica da cameretta per i più piccini, La Sinfonica allo Studio (collaborazione dedicata alla musica contemporanea con il Piccolo Teatro). E infine le altre orchestre, compagini semi amatoriali e amatoriali: l’Orchestra Sinfonica Giovanile formata da studenti di Conservatorio, l’Orchestra Sinfonica Kids (11-16 anni) e la Junior (16-19 anni).
Senza dimenticare l’Orchestra Amatoriale aperta a tutti coloro che abbiano studiato uno strumento senza averne fatto una professione e abbiano voglia di fare musica insieme. Una bellissima opportunità, per ogni età.
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