Cosa fare per non deprimersi dopo la pensione
Non sempre il momento del pensionamento viene vissuto negativamente, capita spesso di guardarlo come un momento ricco di aspettative: finalmente ci si potrà godere maggiormente la propria famiglia, avere più tempo per i nipoti, per fare sport, viaggiare e trovare il tempo per coltivare hobby. Molte persone la vivono come l’apertura di un nuovo capitolo della propria vita, una fase in cui si potranno avviare nuove esperienze e possibilità stimolanti mai vissute prima. Ma è sempre così? Naturalmente no: non sono rari i casi in cui il pensionamento rischia di trascinare l’interessato in un momento assai difficoltoso dal punto di vista emotivo, spesso scaturente da una crisi personale e di identità che potrebbe portarlo a vivere un periodo di grande tristezza e frustrazione. Alcune persone poi, potrebbero persino decidere di lavorare dopo la pensione. Quando il pensionamento è lontano potrebbe inizialmente apparire come una futura bella opportunità di cambiamento per la propria vita, ma via via che si avvicina la possibilità reale di dover interrompere definitivamente l’attività lavorativa l’interessato potrebbe andare in crisi, sentirsi demotivato e amareggiato, colto da ansia e persino depressione. Sì perché il pensionamento è un momento molto complesso, che porta con se molte implicazioni emotive e, in casi rari, persino fisiche.
Una fase complessa carica di implicazioni emotive
Non si tratta semplicemente dell’interruzione definitiva dell’attività lavorativa: il pensionamento può portare con se emozioni anche molto negative, scaturenti dal fatto che l’individuo si sente quasi deprecato dal ruolo professionale assunto nel corso della propria vita, come se la società, implicitamente, gli/le dicesse che non è più utile dal punto di vista sociale, e che il suo ruolo sociale finisce lì. Dopo il pensionamento non è raro che nascano sentimenti di ansia e frustrazione, emozioni che prendono il nome di “depressione da pensionamento o depressione reattiva”, spesso emergenti soprattutto nel sesso maschile. Ma perché questo fenomeno è così tanto frequente? E cosa si può fare dopo la pensione per non andare in depressione? Negli ultimi anni l’età media delle persone è decisamente aumentata, facendo sì che all’avvicinarsi dell’età pensionistica ci si senta ancora in grado di dare al mercato del lavoro. È soprattutto la sensazione di poter fare ancora tanto che aiuta gli individui a sentirsi utili e, potenzialmente, in grado di esaudire tutte quelle necessità che prima rimanevano imbrigliate nel lavoro senza lasciare il tempo per fare altro. Ma anche per far fronte a questa opportunità occorre una certa preparazione: la libertà, se non viene ben organizzata, rischia di diventare un giogo.
Le sicurezze che svaniscono quando si smette di lavorare
Quando si è impegnati nell’attività lavorativa le giornate volano scandite da turni, impegni, pause pranzo e orari rigidi: una routine quotidiana che affrontano tutti i lavoratori, e che infonde un certo grado di sicurezza dal punto di vista inconscio, equilibri interni ed esterni alle relazioni professionali. Nel momento in cui si giunge al periodi di pensionamento, vissuto spesso come un’imposizione fastidiosa, il mondo costruito giorno dopo giorno attorno al proprio ruolo lavorativo viene alterato: non esistono più impegni prestabiliti, orari, mansioni e obiettivi da portare avanti, tutti i ruoli in cui il soggetto si è immedesimato per anni si capovolgono, non esistono più obiettivi in cui riconoscersi. Il termine della carriera professionale rappresenta spesso anche un “fenomeno di coppia”. Il pensionamento può portare le persone a dover fare i conti con determinati aspetti della propria vita familiare: gli individui impegnati per molte ore al lavoro, ovviamente, essendo fuori casa per tanto tempo si trovano nella condizione di saper “arginare” o comunque limitare la nascita di problemi e/o conflitti relazionali e in famiglia. Con l’uscita definitiva del partner dal mondo del lavoro, che sia l’uomo o la donna, la coppia si trova a dover affrontare una frontiera diversa rispetto a prima, con cambiamenti spesso difficili da affrontare, con il conseguente rischio di entrare in crisi. Si tratta di ritrovare un nuovo equilibrio, che non raramente può portare a fastidiosi conflitti.
Come supportare psicologicamente il partner che va in pensione
Anche la ricerca scientifica si è interessata al pensionamento, e con una ricerca recente, intitolata “Retired Husband Syndrome” (la Sindrome del marito in pensione o RHS) è stato messo in rilievo come i sentimenti di ansia e depressione, connessi al pensionamento, riguardino soprattutto gli individui di sesso maschile, che vivono spesso questa fase della vita con sentimenti di depressione e rabbia, fino al punto da generare conflitti familiari e di coppia. Effettivamente bisogna dire che quando un uomo va in pensione si generano cambiamenti anche importanti negli spazi e nei tempi della vita di coppia, fattori che portano una scossa alla stabilità creata nel corso degli anni. Per risollevare la coppia da questo momento particolare è importante non trascurare il potere del dialogo, sforzandosi di trovare una nuova armonia che richiede più comprensione e flessibilità da ambedue le parti.
Come vivere il pensionamento al meglio: alcuni utili consigli
Come vivere al meglio il pensionamento? Date le implicazioni emotive connesse a questa particolare fase di vita può essere utile seguire alcuni consigli basilari, che possono aiutare a ritrovare la serenità nonostante i cambiamenti che, inevitabilmente, insorgono nelle persone dopo essere entrati in pensione. In primis è importante mantenersi attivi mentalmente, aprendosi a nuovi stimoli e hobby, pensando per tempo a cosa fare quando si smette di lavorare. Le possibilità sono tante: dall’iscrizione all’università della terza età ai corsi e/o organizzazioni di carattere culturale. In secondo luogo è molto importante non lasciarsi andare fisicamente, ma mantenersi attivi e aprendosi allo sport, che sia ginnastica dolce o posturale. I benefici della passeggiata sono inoltre ormai noti a tutti: camminare aiuta a sentirsi bene, sia fisicamente e mentalmente. Quale migliore momento, se non quello del pensionamento per prendere nuove abitudini salutari e gli sport accantonati da tempo? È necessario però ascoltare il proprio corpo, senza pretendere troppo da se stessi. Per scacciare la noia e la malinconia iniziale, è molto importante creare una nuova routine quotidiana: avere delle scadenze e porsi nuovi obiettivi, sono tutti stimoli che aiutano ad affrontare le giornate con entusiasmo. Può essere utile anche dedicarsi ad altre persone, per rendersi utili con attività stimolanti capaci di restituire soddisfazione e senso di appagamento personale: sia nei confronti degli amici che della famiglia, magari aprendosi alla possibilità di impegnarsi nel sociale. Chi dice che i sogni non si possano realizzare in età avanzata? Non esistono né limiti né età adeguate per realizzare ciò che non si è potuto fare in giovane età. E il pensionamento è proprio il momento migliorare per cercare nuovi stimoli e provare a realizzare i desideri di una vita. Se è vero che, in certi casi, il pensionamento può davvero diventare un momento duro da accettare (in considerazione del fatto che il fisico e la mente sono ancora reattivi), vale senz’altro la pena di sfruttare questa nuova fase della vita per riaprire quel vecchio cassetto impolverato di sogni, dove riposano da tanti anni progetti e desideri mai realizzati. Non importa l’età, la vita può ancora riservare belle sorprese. È poi soprattutto in questo momento che bisogna cercare il dialogo con gli altri, soprattutto con la propria famiglia, per condividere le proprie ansie e preoccupazioni. Il consiglio da prendere è questo: sforzarsi di esternare i propri pensieri con le persone di cui ci si fida, gli amici cari, il partner o, se il pensionamento si vive emotivamente molto male, uno psicoterapeuta. Solo parlando con gli altri ci si può rendere conto che non si è mai soli con le proprie paure, e che condividere il peso che si prova durante il viaggio può alleviare non poco la fatica. Il pensionamento, se si ci riflette, può essere considerato come un traguardo e una bella opportunità, ma solo se si riesce a trasformarlo in una linea di partenza verso un nuovo e stimolante viaggio. Del resto ci si ritira dal lavoro, ma non dal resto della vita che da questo momento può diventare ancora più entusiasmante.
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