Futurismo: caratteristiche, su cosa si basa, pittori più importanti
Il futurismo è stato un movimento letterario, culturale, artistico e musicale, nato a Milano all’inizio del XX secolo, ed è stato un’avanguardia completamente italiana.
Nascita e sviluppo del Futurismo
Era il 20 febbraio 1909 quando il quotidiano francese Le Figaro pubblicò, in prima pagina, il testo del Manifeste du futurisme di Filippo Tommaso Marinetti (1876 – 1944), il fondatore del movimento.
Era un periodo di contraddizioni sociali, caratterizzato da una parte dal trionfo della tecnica con le grandi innovazioni, come la radio, gli aeroplani e le prime cineprese, dall’altra dall’arretratezza culturale e sociale e da un soffocante provincialismo. I futuristi, fiduciosi nel progresso e nel futuro, intendevano svecchiare la mentalità italiana, proponendo un tipo di vita e di arte che si ispirassero al mito della velocità, del dinamismo e del progresso.
Lo scoppio della prima guerra mondiale, con la morte di alcuni artisti importanti, come Boccioni, e l’abbandono da parte di altri, pose fine alla prima fase del Futurismo.
Fu il critico Enrico Crispolti, alla fine degli anni Cinquanta, a parlare per primo di due fasi all’interno del movimento futurista. La prima è stata precedente la Prima Guerra Mondiale e la seconda, successiva al conflitto, si è conclusa nel 1938.
Nella cosiddetta seconda fase per rilanciare la corrente e per far entrare l’ arte nella quotidianità delle persone, Marinetti ed altri artisti si sono rivolti a settori, come la moda, l’arredamento, la musica, le scenografie teatrali, Alcuni artisti, come Fortunato Depero (1892 –1960), si sono dedicati con successo anche alla grafica pubblicitaria.
L’ultimo filone del Futurismo riguarda l’aeropittura, il cui principio è quello delle prospettive aeree, con i paesaggi visti dall’alto. L’esito è un’incessante e graduata moltiplicazione di forme e colori con dei crescendo e diminuendo, come si legge nel Manifesto dell’Aeropittura Futurista del 1929.
Caratteristiche del movimento futurista
Il Futurismo è stato innanzitutto una filosofia radicale che ha smantellato le certezze, per creare un nuovo modus vivendi e per proiettare l’Italia verso un futuro mai visto.
I futuristi volevano cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità, il coraggio, l’audacia, la ribellione, come si legge nel Manifesto del Futurismo di Marinetti, … Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità.
Elevando la velocità a mito della modernità, i futuristi si sono opposti completamente ai principi tradizionali, a l’immobilità pensosa, a l’estasi e il sonno del passato.
Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente: rispondeva Marinetti, sul manifesto, ai critici d’arte che rifiutavano tutto ciò che non rispondesse agli standard tradizionali.
I futuristi volevano salvare l’Italia dal suo immobilismo. Il loro obbiettivo, infatti, era il cambiamento totale, facendo proprio il dinamismo e l’energia della modernità nella sua continua trasformazione, operata dalla rivoluzione tecnologica.
La Pittura futurista ed i suoi principali esponenti
Benché il Futurismo abbia influenzato i vari campi della cultura, è nella pittura che ha raggiunto la sua massima espressione ed ha prodotto le opere più significative.
I pittori futuristi hanno condannato la pigrizia vile dell’arte ufficiale, la ripetizione di soggetti convenzionali ed il culto passivo del passato, perché l’arte deve rispondere ai bisogni intellettuali del nostro tempo. Dev’essere sensazione dinamica eternata come tale, si legge in La pittura futurista. Manifesto tecnico, redatto sulla scia del Manifesto del futurismo di Marinetti e pubblicato l’11 aprile 1910.
Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi ma appare e scompare incessantemente. Per la persistenza della immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi, come vibrazioni, nello spazio che percorrono. Così un cavallo in corsa non ha quattro gambe: ne ha venti e i loro movimenti sono triangolari.
Se il mondo corre, lo deve fare anche l’arte, altrimenti si allontana dalla vita.
Anche per la pittura futurista, quindi, il concetto chiave fu il dinamismo. I pittori futuristi abbandonarono i temi tradizionali, rifiutarono i principi di ordine e di equilibrio dell’arte classica, il cui segno caratterizzante erano proprio la stabilità e l’immobilità e rappresentarono il movimento, la velocità, la vibrazione della luce.
La nuova realtà aveva bisogno di modalità espressive inedite e più adatte a rappresentarla.
A livello letterario Marinetti rifiutò la sintassi, le parti qualificative del discorso (avverbi e aggettivi) e propose di usare i verbi all’infinito e le “parole in libertà”, cioè senza organizzarle in frasi e periodi, per lasciar esprimere direttamente ciò che suggeriva la psiche, senza la mediazione della logica.
A livello pittorico gli artisti futuristi utilizzarono forme geometriche, linee oblique, colori vibranti, compenetrando i piani, scomponendo le immagini e rappresentando in modo simultaneo le varie fasi dell’azione.
Vediamo, quindi, come i principali esponenti della pittura futurista abbiano concretizzato nella pratica i principi del movimento.
Umberto Boccioni: dinamismo e simultaneità
Il primo capolavoro futurista di Umberto Boccioni (1882 – 1916) fu La città che sale del 1910.
Con quest’opera, ispirata da un cantiere alla periferia milanese, l’artista ha voluto celebrare la modernizzazione dell’ hinterland di Milano, di una città che sale grazie ai suoi palazzi. Sullo sfondo è rappresentato il cantiere, dove si intravvedono degli operai ed i cavalli che trascinano carichi pesanti.
Il vero tema di fondo dell’opera, però, è quel dinamismo, di cui abbiamo parlato. E’ visibile dalla compenetrazione tra i soggetti e l’ambiente, che si genera dalla velocità, dall’ impostazione della scena su diagonali, dalle linee curve delle forme e dai colori esasperati, stesi puri con rapide pennellate.
Dopo aver sperimentato i concetti di dinamismo e di compenetrazione, Boccioni si dedicò alla rappresentazione della simultaneità, cioè la possibilità di offrire visioni multiple, rappresentando contemporaneamente ciò che è vicino e ciò che è lontano, ciò che è appena passato e ciò che è presente e che si proietta nel futuro.
Lo si può vedere, per esempio, in Visioni simultanee del 1911. L’opera esalta il dinamismo cittadino con la rappresentazione simultanea di più piani, di più vedute e di più momenti.
Nel dipinto una donna non solo osserva dal balcone, ma è immersa nella frenetica attività della via sottostante. Le linee diventano oblique, per descriverne meglio il movimento frenetico, i palazzi altissimi si curvano, si sovrappongono e si scompongono, come la donna stessa e le figure della scena.
Giacomo Balla: il pittore che studiò il movimento e la luce
Anche Giacomo Balla (1871 – 1958) ha ripreso i temi caratterizzanti del Futurismo ed ha raffigurato il movimento, la velocità e la luce.
In una delle sue opere più conosciute, Dinamismo di un cane al guinzaglio del 1912, viene rappresentata una donna che porta a spasso un cane bassotto.
Per rendere l’idea del loro movimento, Balla, lo ha scomposto, ripetendo, con veloci pennellate scure, le zampe e la coda del cane, come fossero dei fotogrammi in successione, e nello stesso modo, nella parte alta della scena, ha ripetuto le gambe della donna ed i vari momenti dell’oscillazione del guinzaglio.
In modo analogo in Le mani del violinista (1912) Balla ha rappresentato il movimento nella sua scomposizione dinamica, replicando le mani del violinista con rappresentazioni in sequenza e ciascuna indica una fase del movimento.
Anche nella Ragazza che corre sul balcone (1912), nella parte bassa del dipinto, il movimento della corsa è frammentato in immagini di stivaletti, isolate e riprodotte in modo regolare.
Nella parte alta, invece, con difficoltà si intuisce la capigliatura ed il volto della bimba.
Otre al movimento Balla ha rivolto il proprio interesse anche alla percezione della luce e dei colori. In Compenetrazione iridescente n. 7, che fa parte di un ciclo di opere, l’artista ha scomposto la luce nei suoi colori e l’ha rappresentata secondo delle forme triangolari, colorate, allungate e disposte in verticale. Guardando da sinistra verso destra, i colori passano da tonalità scure a quelle sempre più chiare.
Con le sue sperimentazioni Giacomo Balla è stato un pioniere del Futurismo ed ha influenzato in modo significativo tutta l’arte moderna.
La vitalità nei quadri di Carlo Carrà
Carlo Carrà, nel 1910, aderì con grande entusiasmo al Futurismo, di cui condivideva lo spirito anticonformista. Iniziò un’ intensa attività artistica che però si concluse ben presto nel 1915.
Una delle sue opere più note e più iconiche fu I Funerali dell’anarchico Galli (1911), ucciso nel 1904 durante uno sciopero generale a Milano.
E’ interessante notare come la disposizione delle linee dinamiche offra l’impressione del caos e del tumulto della manifestazione funebre. La drammaticità dell’evento, inoltre, è accentuata dall’uso di colori forti, che esprimono le emozioni e la tensione della folla.
Ma l’opera di Carrà che meglio rappresenta lo spirito e l’estetica del Futurismo è indubbiamente Donna al balcone. E’ un dipinto iconico, realizzato nel 1912, che riflette l’interesse dei futuristi per la vita urbana, la modernità e la trasformazione sociale di inizio secolo.
A prima vista può sembrare un’opera cubista, ma a differenza del Cubismo, attraverso l’uso audace del colore e delle forme, Carrà ha creato un’immagine che trasmette il senso del movimento.
L’entusiasmo futurista per l’energia e la vitalità della vita moderna è riscontrabile anche in Il cavaliere rosso, un’ opera celebre, realizzata da Carrà nel 1913.
Un cavaliere in armatura, dalla figura stilizzata, offre l’impressione di movimento e di velocità grazie alle linee dinamiche ed inclinate ed ai colori audaci, tra cui il rosso, che dà all’opera una grande carica espressiva.
Dopo il breve, anche se intenso periodo futurista, Carrà passò all’arte metafisica e si ispirò anche all’arte tradizionale italiana, in particolare a Giotto ed a Pier della Francesca.
Luigi Russolo ed il fascino per la velocità
Luigi Russolo, uno dei maggiori protagonisti del movimento futurista, in un primo tempo si dedicò alla letteratura, poi passò alla pittura, alla scultura ed all’architettura.
Il suo dipinto più famoso è indubbiamente Profumo del 1910. Il profilo della donna in estasi rende molto bene l’idea dell’atmosfera inebriante del profumo, che diventa la vera protagonista del quadro più del soggetto stesso. I contorni del volto si annullano grazie alle pennellate filiformi, di ispirazione divisionista, che rendono inscindibile la figura dallo spazio.
I miti futuristi della velocità e dell’energia sono rappresentati magistralmente in Dinamismo di un’automobile del 1912-13.
L’automobile per i futuristi non era solo il simbolo del progresso, dell’ energia, e della velocità, ma addirittura era diventata una metafora dell’esistenza. Le sensazioni di dinamismo e di velocità, prodotte dalla nuova tecnologia, erano l’essenza della realtà, in quanto essa è un fluire continuo.
Non a caso Balla, in quasi cento opere, ha dipinto l’automobile ed anche Boccioni e Carrà si sono dedicati alla raffigurazione di veicoli a motore. Un’automobile da corsa, col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia: scriveva Marinetti sul Manifesto del Futurismo.
Considerazioni sul Futurismo
Negli anni il Futurismo è stato vittima di critiche, di censure e di etichette politiche che non sempre, però, avevano a che fare con la sua produzione artistica. Lo ricordano anche le polemiche attuali che hanno accompagnato l’ apertura della mostra Il Tempo del Futurismo, in corso alla GNAM di Roma.
Al di là della querelle va, comunque, riconosciuto che il Futurismo ha espresso lo spirito di un’epoca storica nella sua complessità, anche con quegli aspetti che oggi non possiamo assolutamente accettare. Certamente oggi, in nome del valori della pace e secondo i principi della Costituzione. non possiamo accettare l’esaltazione della guerra come sola igiene del mondo, contenuta nel Manifesto futurista.
Dobbiamo riconoscere, però, che il limite del Futurismo era quello del novecento, che fu il secolo di distruzioni, con le due guerre mondiali, ma fu anche il secolo di innovazioni.
E’ fuori dubbio, comunque, che il Futurismo ha lasciato grandi contributi al novecento, come la tensione al nuovo, l’idea dell’arte come espressione del cambiamento dei tempi, il superamento della divisione fra l’arte e la vita e l’idea di un arte in grado di investire tutti i settori della società, dalla pittura ai vestiti, al design.
Ha avuto, inoltre, il grande merito di aver diffuso la cultura italiana nel mondo, diventando uno dei movimenti artistici italiani più conosciuti all’estero.
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