Crisantemi: significato, colori e perché sono considerati i fiori dei morti
I crisantemi sono contornati da un’aura molto particolare: ma qual è il loro esatto significato? In quali colori li possiamo trovare e, infine, perché li consideriamo come i fiori dei morti?
I crisantemi: origini e significato
I crisantemi sono delle piante erbacee perenni che fanno parte della famiglia delle asteracee, le cui origini sono da ricercare principalmente tra i continenti di Europa ed Asia. All’interno del genere chrysanthemum si trovano all’incirca 200 specie differenti, alcune delle quali hanno le tipiche sembianze del cespuglio. I crisantemi sono noti per la loro indiscussa rusticità, tant’è vero che sopravvivono senza particolari problemi anche nelle aree climatiche più sfavorevoli. Anche se nel nostro paese non è considerato un fiore da donare in occasioni particolarmente felici, nel resto del mondo i crisantemi hanno un significato decisamente positivo. Nel linguaggio floreale, infatti, a questo genere di pianta erbacea si associano due caratteristiche interessanti: la nobiltà e la bellezza. Questi due significati associati al crisantemo sono dovuti in particolare all’etimologia del suo nome che, in greco, significa letteralmente «fiore dorato».
L’esposizione ideale dei crisantemi
I crisantemi possono essere sistemati in pieno sole, sebbene la loro fioritura (salvo nelle specie precoci) avvenga nel cuore dell’autunno. È molto importante scegliere dei luoghi che sono ben ventilati, tenendo presente che il fiore non teme il freddo.
Il terreno per la coltivazione dei crisantemi
I crisantemi non amano i ristagni idrici: il terreno dev’essere quindi drenante, idealmente con un pH neutro o un po’ alcalino. Possiamo mettere a dimora i fiori durante l’autunno, lasciando almeno 50 centimetri tra una pianta e l’altra. Se li coltiviamo in vaso, scegliamo dei contenitori generosi, con una profondità di circa 30 centimetri. In questo caso, al terriccio aggiungiamo dell’argilla espansa per assicurare un miglior drenaggio dell’acqua.
L’irrigazione, la concimazione e la potatura dei crisantemi
I crisantemi hanno bisogno di parecchia acqua: possiamo irrigarli ogni giorno. Prestiamo però attenzione a non far sì che il terreno si inzuppi: attendiamo che sia sempre asciutto tra un’annaffiatura e l’altra. Per la concimazione, possiamo scegliere un concime in granuli a lenta cessione, oppure, durante la stagione estiva, aggiungiamo ogni quindici giorni del fertilizzante liquido all’acqua di irrigazione. I crisantemi richiedono la potatura in concomitanza con le prime gelate, quando bisogna eliminare i rami appassiti.
I tipici colori dei crisantemi
La maggior parte dei crisantemi fiorisce in autunno inoltrato, sebbene esistano delle specie precoci (come i superbum e i coccineum) che sbocciano invece nel corso dell’estate. Oltre ai classici crisantemi bianchi, ne troviamo numerose varietà cromatiche tendenti al rosa, rosso, giallo, arancio, viola, bordeaux, rame e marrone, col classico aspetto che ricorda una margherita o pallina che assomiglia ad un pompon.
I crisantemi: i tipici fiori da cimitero o per i morti?
Perché quindi nel nostro paese abbiamo appiccicato a questi fiori un’etichetta tutt’altro che felice, associando inevitabilmente i crisantemi al cimitero o ai morti? Come mai ad una specie floreale il cui nome evoca sensazioni decisamente più positive associamo tanta negatività? La ragione di questo curioso «sillogismo» è molto semplice: deriva dal periodo della fioritura di tante specie di crisantemo, che avviene durante la seconda metà del mese di ottobre. La coincidenza con la celebrazione del giorno di Ognissanti è troppo forte perché si possa evitare l’accostamento del crisantemo a questa (particolare) declinazione dell’ambito della spiritualità. In Giappone, ad esempio, i crisantemi sono il fiore simbolo del paese. In Cina e in Corea, invece, si usa donare questo fiore in occasione di lieti eventi. In linea di massima, quindi, possiamo ritenere che nel mondo orientale questa specie floreale goda di una considerazione solitamente positiva, ben lontana dall’impronta funesta che le siamo soliti attribuire.
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