Laura Antonelli: la diva triste
Il volto di Laura Antonelli, attrice nata a Pola nel 1941 e morta a Ladispoli nel 2015, è quello che ancora oggi compare, di tanto in tanto, in qualche palinsesto notturno per insonni annoiati.
Un’attrice che, a cavallo tra gli anni 70 e gli 80 ha girato più di 40 film, ma anche spot pubblicitari, quando ancora si chiamavano “Carosello” e due serie televisive, che avrebbe potuto avere maggiore fortuna come diva cinematografica, se il cinema in quegli anni non l’avesse etichettata solamente come un sex symbol e che invece ha terminato la sua carriera prima e la sua vita poi, in miseria e solitudine.
Ma chi era Laura Antonelli?
Profuga istriana dopo la sconfitta italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, la Antonelli prima approda a Napoli e poi a Roma dove per un certo periodo lavorò come insegnante di educazione fisica per poi approdare al mondo del cinema, interpretando piccoli ruoli.
Di una bellezza lunare, più riservata che timida e insicura, Laura esordisce, dopo aver girato qualche pubblicità televisiva, in due film che mettono subito in evidenza il suo appeal esaltato dalla giovinezza: compare ne Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli del 1964 e ne Le sedicenni di Luigi Petrini del 1965.
Nel film Le malizie di Venere, rivisitazione del romanzo di Leopold von Sacher-Masoch Venere in pelliccia, non spiccò subito il suo talento, a causa della censura dell’epoca. il film venne distribuito di nuovo senza scene eccessivamente osé, nel 1975, ma nel frattempo nel 1971 prende parte come protagonista al film Il merlo maschio con Lando Buzzanca che la incorona a icona erotica del cinema italiano di quell’epoca.
Per quanto la Antonelli abbia sempre lavorato nel mondo del cinema come una impiegata che fa il suo dovere, senza farsi prendere troppo dal rutilante mondo che ruotava intorno alla 7a arte, l’idea che non avesse una grande stima di quel mestiere e che lo praticasse per routine ha sempre accompagnato il suo broncio anche fuori dal set.
Vita privata e amori di Laura Antonelli
La bellezza classica della Antonelli non ha lasciato indifferente solo il pubblico maschile. Anche personaggi noti, oltre al primo marito, l’antiquario Enrico Piacentini con cui il matrimonio durò poco, si innamorarono della sua fredda bellezza. In primis l’architetto comico Mario Marenco che all’epoca conduceva alla radio con Renzo Arbore Alto Gradimento, ma soprattutto il divo e altro sex symbol francese di origini italiane Jean Paul Belmondo con cui ebbe una storia di passione fortissima durata 8 anni, senza che sentissero mai il bisogno “borghese” di sposarsi e persino di convivere: lei, infatti, non lasciò mai la sua villa di Roma, lui non mollò il suo appartamento parigino.
La fase decadente della vita di Laura Antonelli
Molti colleghi e amici, negli anni della malattia, della depressione e delle vicende giudiziarie che l’hanno vista vittima dell’uso e consumo di droga (venne persino arrestata per spaccio, ma poi assolta), cercarono di aiutarla, supportarla, ma la Antonelli con un mai sbandierato orgoglio, si è sempre rifiutata di ricevere aiuti e supporto, arrivando a considerare il mondo del cinema e dello spettacolo come un contesto vanesio a cui non voleva più essere assimilata. Negli ultimi anni della sua vita ha riscoperto la fede, andando assiduamente a messa.
Un vero e proprio mistero la vita di Laura Antonelli che ce la fanno ricordare con magnanimità, quella che forse non ha ricevuto dalla vita.
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